tag:blogger.com,1999:blog-46163150717661290962024-02-02T10:52:18.123+01:00Il blog di Giuseppe CarpitaGiuseppe Carpitahttp://www.blogger.com/profile/15837409356114486056noreply@blogger.comBlogger217125tag:blogger.com,1999:blog-4616315071766129096.post-22701367491601848482018-03-31T12:54:00.002+02:002018-03-31T12:54:20.137+02:00“La vergogna di aver perso la vergogna”<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFBuTyR0iM0uPzyEsgd66otUOnTS8IlvpvA3RAjG6qNWp2q7AdKvI20SKjmvWS8LyXUmYsEbFvQCJ_zYeuuZ5hgAn3Cc61uun3gXM_CWCM1y5FtqhWZb5j5v1cPsvu6SlRsiS1H3W9NZg/s1600/Via+Crucis.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="183" data-original-width="276" height="132" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFBuTyR0iM0uPzyEsgd66otUOnTS8IlvpvA3RAjG6qNWp2q7AdKvI20SKjmvWS8LyXUmYsEbFvQCJ_zYeuuZ5hgAn3Cc61uun3gXM_CWCM1y5FtqhWZb5j5v1cPsvu6SlRsiS1H3W9NZg/s200/Via+Crucis.jpg" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Il Santo Padre Francesco ci ha abituati alle sue preghiere e ancora una volta ci ha toccati nel profondo del cuore con <a href="http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2018/march/documents/papa-francesco_20180330_via-crucis.html">quella </a> pronunciata ieri sera a conclusione della Via Crucis al Colosseo. Preghiera imperniata su tre passaggi, nodali per la vita di un cristiano oggi: “vergogna, pentimento, speranza”. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Personalmente mi è risuonata l’esclamazione “la vergogna di aver perso la vergogna”. Una cifra, questa, che purtroppo caratterizza il nostro tempo, dove è lecito tutto ciò che è possibile, nel chiuso dell’individualismo che non conosce confini. E’ una corsa sfrenata di tanti, anche di ministri sacri, che “si sono lasciati ingannare dall’ambizione e dalla vana gloria perdendo la loro degnità e il loro primo amore”. E, in particolare, vergogna per noi – della mia generazione – che lasciamo “ai giovani un mondo fratturato dalle divisioni e dalle guerre; un mondo divorato dall’egoismo ove i giovani, i piccoli, i malati, gli anziani sono emarginati”. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il Pontefice, però, volge questo atteggiamento in positivo, ammonendoci a richiedere al Signore Gesù “la grazia della santa vergogna!”.
Solo così il nostro cuore, supplicando la misericordia divina, si può dischiudere al pentimento, “che germoglia dalla certezza che solo tu puoi salvarci dal male, solo tu puoi guarirci dalla nostra lebbra di odio, di egoismo, di superbia, di avidità, di vendetta, di cupidigia, di idolatria, solo tu puoi riabbracciarci ridonandoci la dignità filiale e gioire per il nostro rientro a casa, alla vita; il pentimento che sboccia dal sentire la nostra piccolezza, il nostro nulla, la nostra vanità e che si lascia accarezzare dal tuo invito soave e potente alla conversione”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ecco il portato della speranza cristiana, nel segno che “solo il bene può sconfiggere il male e la cattiveria, solo il perdono può abbattere il rancore e la vendetta, solo l’abbraccio fraterno può disperdere l’ostilità e la paura dell’altro”. E in ciò la Chiesa “santa e fatta da peccatori, continua, ancora oggi, nonostante tutti i tentativi di screditarla, a essere una luce che illumina, incoraggia, solleva e testimonia il tuo amore illimitato per l’umanità, un modello di altruismo, un’arca di salvezza e una fonte di certezza e di verità”. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Papa Francesco ha, quindi , invocato la “grazia della santa speranza!”, aggiungendo: “Aiutaci, Figlio dell’uomo, a spogliarci dall’arroganza del ladrone posto alla tua sinistra e dei miopi e dei corrotti, che hanno visto in te un’opportunità da sfruttare, un condannato da criticare, uno sconfitto da deridere, un’altra occasione per addossare sugli altri, e perfino su Dio, le proprie colpe. Ti chiediamo invece, Figlio di Dio, di immedesimarci col buon ladrone che ti ha guardato con occhi pieni di vergogna, di pentimento e di speranza; che, con gli occhi della fede, ha visto nella tua apparente sconfitta la divina vittoria e così si è inginocchiato dinanzi alla tua misericordia e con onestà ha derubato il paradiso! Amen!” </div>
<div style="text-align: justify;">
Santa Pasqua a tutti!</div>
Giuseppe Carpitahttp://www.blogger.com/profile/15837409356114486056noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4616315071766129096.post-79877127943969016362018-02-15T22:10:00.000+01:002018-02-15T22:13:02.190+01:00Carità della "polis", carità "politica"!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjj-a0ml7dl-Q_uSFBXNk4slE-46Ue8dKCQpXKiMq1XLtnpL43un-kL3Tz5918GT1VDTOY_oNC5Vl2tDxksC0iaNsTJnvKn1fn5L0_re4_Pk3bYIEgX5PwA2M8IgOg_rsnA5_55Qv8MGQI/s1600/Mercoled%25C3%25AC-delle-Ceneri-560x420.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="420" data-original-width="560" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjj-a0ml7dl-Q_uSFBXNk4slE-46Ue8dKCQpXKiMq1XLtnpL43un-kL3Tz5918GT1VDTOY_oNC5Vl2tDxksC0iaNsTJnvKn1fn5L0_re4_Pk3bYIEgX5PwA2M8IgOg_rsnA5_55Qv8MGQI/s200/Mercoled%25C3%25AC-delle-Ceneri-560x420.jpg" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Il Vescovo di Assisi-Nocera U.-Gualdo T. , mons. Domenico Sorrentino, nel Mercoledì delle Ceneri, ha inviato un <a href="http://www.diocesiassisi.it/una-quaresima-viva-attenta-allora-presente/">messaggio</a> alla propria Chiesa particolare dal titolo “Una quaresima viva
attenta all’ora presente”. Quaresima che vede quest’anno l’Italia impegnata in una convulsa campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento nazionale. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Al riguardo mons. Sorrentino precisa il ruolo della Chiesa: “Va ribadito che, come Pastori della Chiesa, non sponsorizziamo candidati e partiti. Non è nostro compito. Questo livello tocca alla responsabile valutazione dei singoli cristiani e delle loro aggregazioni. Abbiano più iniziativa, coraggio, coerenza!”. E tuttavia, il presule ricorda che alla Chiesa compete “la politica nel senso più alto del termine, che precede e va oltre i partiti. E la politica che si fa impegnandosi per il bene comune, facendosi carico della vita di tutti, specialmente dei membri più deboli della società. E la politica che il magistero qualifica "alta forma di carità". </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ecco allora che il tempo della Quaresima “tempo speciale di preghiera e digiuno”, diventa veicolo, attraverso la carità, per “uscire dal nostro "particolare", per aprirci alle necessità degli altri” e “dare il nostro contributo alla costruzione della "polis", la città degli uomini. Sì, c'è una carità della "polis", una carità "politica"!
Per questo, il presule assisiate raccomanda l’impegno dei cristiani verso il prossimo appuntamento elettorale, partecipandovi, mentre è doveroso per la Chiesa “offrire criteri di discernimento, educare alla buona coscienza, e ricordare, a se stessa e a tutti, i principi che non muoiono. E non fanno morire”. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il tutto tenendo presente la Carta costituzionale, ma soprattutto “la prima tavola dei valori, sempre attuale, insostituibile, fondativa: quella dei comandamenti, le "dieci parole" che, venendo da Dio, tracciano le vie della speranza e del futuro. "Dieci parole" che risuonano nella coscienza universale — persino al di là delle convinzioni di fede — ed hanno riflessi sociali, sui quali non possiamo sorvolare”.
E’ con queste premesse, perciò, che va affrontato l’impegno per il bene comune, cercando le giuste soluzioni per i problemi che attanagliano il nostro Paese, a partire dal lavoro e dalla crisi occupazionale, dal rispetto della vita fin dal concepimento, dallo smarrimento della famiglia, “al punto da non sentire più la bellezza di un amore fra un uomo e una donna che duri una vita e generi vita”. Senza tralasciare gli immigrati, gli anziani, i malati. E ancora il tema della pace e i giovani, per finire al tema dell’ambiente al grido della <i>L</i><span style="font-family: "georgia" , serif; font-size: 11pt;"><i>audato si '</i> di papa Francesco.</span></div>
Giuseppe Carpitahttp://www.blogger.com/profile/15837409356114486056noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4616315071766129096.post-54104491431402612872018-01-31T19:52:00.000+01:002018-01-31T19:54:58.240+01:00Il ministero della pace delle coscienze<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmYM4JI9_G3BOZvKgbOeneUIqc2q0tTaI-QccvsP_SlJtZ3SKZBhFUe1NBlI48xtcGu3H1A2-3-ttqJ5xYFx3mNSm8boctLwd9-BLAoyEs8NcfWvwe5UbbSlaCF4qRHcoTlNep1_E3AfM/s1600/Allocuzione.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="168" data-original-width="299" height="112" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmYM4JI9_G3BOZvKgbOeneUIqc2q0tTaI-QccvsP_SlJtZ3SKZBhFUe1NBlI48xtcGu3H1A2-3-ttqJ5xYFx3mNSm8boctLwd9-BLAoyEs8NcfWvwe5UbbSlaCF4qRHcoTlNep1_E3AfM/s200/Allocuzione.jpg" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Nel suo <a href="http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2018/january/documents/papa-francesco_20180129_annogiudiziario-rotaromana.html">discorso</a> tenuto in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario del Tribunale della Rota Romana il 29 gennaio scorso, Papa Francesco ha toccato il tema della centralità della coscienza nell’esercizio dell’attività giudiziale. Il Pontefice ha qualificato tale servizio nella Chiesa “come ministero della pace delle coscienze”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Entrando nel merito della “dichiarazione di nullità o validità del vincolo matrimoniale”, vista la stretta connessione tra l’ambito della coscienza e quello dei processi matrimoniali, il Santo Padre ha ricordato la condizione dei giudici “come esperti della coscienza dei fedeli cristiani”, aggiungendo: “ In questo ruolo, siete chiamati ad invocare incessantemente l’assistenza divina per espletare con umiltà e misura il grave compito affidatovi dalla Chiesa, manifestando così la connessione tra la certezza morale, che il giudice deve raggiungere ex actis et probatis, e l’ambito della sua coscienza, noto unicamente allo Spirito Santo e da Lui assistito. Grazie alla luce dello Spirito vi è dato, infatti, di entrare nell’ambito sacro della coscienza dei fedeli”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Del resto, l’ambito della coscienza è stato richiamato negli ultimi due Sinodi dei Vescovi, trovando puntuale recezione nell’Esortazione apostolica post-sinodale Amoris laetitia. Al riguardo Francesco ha spiegato: " Ciò è derivato dalla consapevolezza che il Successore di Pietro e i Padri sinodali hanno maturato circa l’impellente necessità di ascolto, da parte dei Pastori della Chiesa, delle istanze e delle attese di quei fedeli i quali hanno reso la propria coscienza muta e assente per lunghi anni e, in seguito, sono stati aiutati da Dio e dalla vita a ritrovare un po’ di luce, rivolgendosi alla Chiesa per avere la pace della loro coscienza”. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma non solo, evocando lo spirito pedagogico che deve animare la pastorale matrimoniale e familiare, volta a prevenire la patologia del vissuto coniugale, il Santo Padre ha ricordato la necessità da parte degli operatori, ministri e fedeli battezzati, di “aiutare i fidanzati a costruire e custodire l’intimo santuario della loro coscienza cristiana” per cui “nell’Esortazione apostolica Amoris laetitia, sono stati indicati percorsi pastorali per aiutare i fidanzati ad entrare senza paure nel discernimento e nella scelta conseguente del futuro stato di vita coniugale e familiare, descrivendo nei primi cinque capitoli la straordinaria ricchezza del patto coniugale disegnato da Dio nelle Scritture e vissuto dalla Chiesa nel corso della storia”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
D’altra parte, “È quanto mai necessaria una continua esperienza di fede, speranza e carità, perché i giovani tornino a decidere, con coscienza sicura e serena, che l’unione coniugale aperta al dono dei figli è letizia grande per Dio, per la Chiesa, per l’umanità. Il cammino sinodale di riflessione sul matrimonio e la famiglia, e la successiva Esortazione apostolica Amoris laetitia, hanno avuto un percorso e uno scopo obbligati: come salvare i giovani dal frastuono e rumore assordante dell’effimero, che li porta a rinunciare ad assumere impegni stabili e positivi per il bene individuale e collettivo. Un condizionamento che mette a tacere la voce della loro libertà, di quell’intima cella – la coscienza appunto – che Dio solo illumina e apre alla vita, se gli si permette di entrare”. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In questo senso il Pontefice raccomanda “un catecumenato matrimoniale, inteso come itinerario indispensabile dei giovani e delle coppie destinato a far rivivere la loro coscienza cristiana, sostenuta dalla grazia dei due sacramenti, battesimo e matrimonio”.
Un impegno indefesso, quindi, attende vescovi e presbiteri per “illuminare, difendere e sostenere la coscienza cristiana della nostra gente”. E ancora da ciò deriva “il necessario rapporto tra la regula fidei, cioè la fedeltà della Chiesa al magistero intoccabile sul matrimonio, così come sull’Eucaristia, e l’urgente attenzione della Chiesa stessa ai processi psicologici e religiosi di tutte le persone chiamate alla scelta matrimoniale e familiare”. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In conclusione, Papa Francesco, dopo aver citato il beato Paolo VI che <span style="background-color: white; font-family: "tahoma" , "verdana" , "segoe" , sans-serif; font-size: 14.6667px;">esortava alla "fedeltà assoluta per salvaguardare la “</span><i style="background-color: white; font-family: Tahoma, Verdana, Segoe, sans-serif; font-size: 14.6667px;">regula fidei</i><span style="background-color: white; font-family: "tahoma" , "verdana" , "segoe" , sans-serif; font-size: 14.6667px;">”, evitando gli "opposti estremismi", </span> ha ammonito affinché l’esercizio della giustizia non "venga ridotto a un mero espletamento burocratico”, tradendo così la coscienza cristiana: “Ecco perché, nella procedura del processus brevior, ho stabilito non solo che sia reso più evidente il ruolo di vigilanza del Vescovo diocesano, ma anche che egli stesso, giudice nativo nella Chiesa affidatagli, giudichi in prima istanza i possibili casi di nullità matrimoniale. Dobbiamo impedire che la coscienza dei fedeli in difficoltà per quanto riguarda il loro matrimonio si chiuda ad un cammino di Grazia. Questo scopo si raggiunge con un accompagnamento pastorale, con il discernimento delle coscienze (cfr Esort. ap. Amoris laetitia, 242) e con l’opera dei nostri tribunali. Tale opera deve svolgersi nella sapienza e nella ricerca della verità: solo così la dichiarazione di nullità produce una liberazione delle coscienze”.</div>
Giuseppe Carpitahttp://www.blogger.com/profile/15837409356114486056noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4616315071766129096.post-71187175690929799502017-05-21T16:00:00.002+02:002017-05-21T17:05:03.738+02:00Spogliazione: messaggio e profezia da Assisi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8l1lh2fNtwvaj5_bFWBKMSuM7p7JtdHBuqv2nk1kDw6hxJgBfLSLCHGcm7_BXpqiC76FGRVQImgn3kr5AH0nd3gaDFAU3ohXv9Usx9OQHrZwcZXplNDoU_3Kx8k-kZj07DAJlUaEuzDs/s1600/Assisi-Santa-Maria-Maggiore_mini.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8l1lh2fNtwvaj5_bFWBKMSuM7p7JtdHBuqv2nk1kDw6hxJgBfLSLCHGcm7_BXpqiC76FGRVQImgn3kr5AH0nd3gaDFAU3ohXv9Usx9OQHrZwcZXplNDoU_3Kx8k-kZj07DAJlUaEuzDs/s200/Assisi-Santa-Maria-Maggiore_mini.jpg" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
A conclusione di una settimana di preparazione con un <a href="http://www.diocesiassisi.it/assisi/s2magazine/AllegatiTools/3/OPUSCOLO%20Programma.pdf">programma</a> denso di celebrazioni, conferenze ed eventi, sabato 20 maggio è stato inaugurato ufficialmente il <a href="http://www.giuseppecarpita.it/">Santuario della Spogliazione di Assisi </a>, allocato nell'antica chiesa di Santa Maria Maggiore, già cattedrale e attigua al Vescovado. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, che è l’artefice pastorale di questa importante iniziativa ecclesiale, destinata a restare nella storia della città serafica e non solo, ha presieduto la santa Messa. All’inizio della celebrazione sono stati letti il decreto di erezione del nuovo Santuario e parte della <a href="http://www.diocesiassisi.it/diocesi/in_evidenza/00001378_DA_ASSISI_IL_MESSAGGIO_DEL_PAPA_ALLA_CHIESA.html">lettera</a> che Papa Francesco ha inviato a mons. Sorrentino e che porta la data significativa del 16 aprile 2017, giorno della Pasqua di Risurrezione.
“…a duemila anni dall’annuncio del vangelo e dopo otto secoli dalla testimonianza di Francesco, siamo di fronte a un fenomeno di “inequità globale” e di “economia che uccide” (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 52-60). Proprio il giorno precedente il mio arrivo ad Assisi, nelle acque di Lampedusa, si era consumata una grande strage di migranti. Parlando, nel luogo della “spogliazione”, anche con la commozione determinata da quell’evento luttuoso, sentivo tutta la verità di ciò che aveva testimoniato il giovane Francesco: solo quando si avvicinò ai più poveri, al suo tempo rappresentati soprattutto dai malati di lebbra, esercitando verso di loro la misericordia, sperimentò «dolcezza di animo e di corpo» (Testamento, FF 110). Il nuovo Santuario assisano nasce come profezia di una società più giusta e solidale, mentre ricorda alla Chiesa il suo dovere di vivere, sulle orme di Francesco, spogliandosi della mondanità e rivestendosi dei valori del Vangelo… Se in tante regioni del mondo tradizionalmente cristiane si verifica un allontanamento dalla fede, e siamo pertanto chiamati a una nuova evangelizzazione, il segreto della nostra predicazione non sta tanto nella forza delle nostre parole, ma nel fascino della testimonianza, sostenuta dalla grazia”. E ancora Papa Francesco mette in luce il fondamento teologico “Cristo è il modello originario della “spogliazione”, come tu, caro fratello, hai voluto evidenziare, promulgando la tua lettera di istituzione del nuovo Santuario nella solennità del Natale”. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mons. Sorrentino nella sua omelia del 20 maggio ha ripreso questo aspetto, declinandolo sul piano ecclesiale: “Santuario della spogliazione. Santuario francescano? Senza dubbio. Quello che mancava ancora ad Assisi. Ma, ancor prima, santuario cristologico. È il mistero di Cristo che qui viene annunciato attraverso i gesti e le parole di Francesco…Il Santuario evoca innanzitutto la “spogliazione” di Cristo. In questo termine si può raccogliere quello che la Scrittura indica come “kénosi”, ossia come svuotamento (cf. Fil. 2, 7).
Ed è questa la “missione specifica” del nuovo Santuario, così delineata dal Pontefice e che il Pastore della Chiesa che è in Assisi, Nocera U.-Gualdo T. ha condensato nella sua omelia: “…la missione di annunciare, sulle orme di Francesco di Assisi, il mistero della spogliazione di Cristo e la sfida che ne deriva per la nostra vita personale e sociale, per la nostra esistenza di credenti e per la Chiesa intera”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Per la qualcosa, il Santuario della Spogliazione di Assisi, affidato alla sollecitudine della Provincia Serafica dei Frati Minori Cappuccini , diventa – secondo l’intento e le parole di mons. Sorrentino _ “il luogo in cui ciascuno di noi viene a innamorarsi di Cristo, come Francesco, deponendo l’abito dell’egoismo, per rivestire quello di un’esistenza spesa nell’amore. Vorrei che qui arrivassero i potenti del mondo a deporre una volta per tutte gli arsenali nucleari, le mine anti-uomo, il commercio di armi che sono la vergogna di un’umanità che vive allegramente sull’orlo del baratro, sottraendo pane e dignità a milioni di esseri umani. Vorrei che qui venissero i mafiosi a deporre la loro prepotenza omicida che fa scorrere sangue e avvelena le fibre intime della società e dell’economia. Vorrei che qui venissero i burattinai della finanza internazionale a deporre i loro irresponsabili giochi che creano, nel mondo globalizzato, disoccupazione, povertà e disagi di una infinità di esseri umani “colpevoli” solo di essere nati poveri! Vorrei che tra queste mura, che trasudano le note del Cantico di Frate Sole, si fermasse quell’incredibile tirannia sull’ambiente che causa enormi e forse irreparabili danni che ancora una volta schiacciano le esistenze più deboli, le costringono ad emigrazioni violente e desertificano le fonti vitali dell’umanità. Vorrei che in questi ambienti che furono testimoni di un dramma di famiglia tutto giocato sul sì o sul no al dio–denaro venissero tanti parlamentari, uomini della scienza e dell’informazione, a interrogarsi sulla loro responsabilità di promuovere una legislazione e una cultura poste interamente a servizio della pace, della famiglia e della vita, e mai complici dell’assassinio di esseri umani nel grembo materno e nella loro fragilità dovuta all’età e alla condizione fisica”.</div>
Giuseppe Carpitahttp://www.blogger.com/profile/15837409356114486056noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4616315071766129096.post-6149400975999819762017-03-18T11:05:00.000+01:002017-03-18T11:07:28.535+01:00La “lunga scuola” del confessionale <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVb2wIraDb6DVxb-dTDCbS_dCpl95cbDsMLjVB9DaklqH-HpitxK5r3SAAKaPm1Lzr-Ibyq4OZpLjHPMDYPTi8o3mNKHxkhm5iSrCitSpQgWawIM-NsZyUps05_GA5eTzBN5F5dDjUwhg/s1600/Confessore.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVb2wIraDb6DVxb-dTDCbS_dCpl95cbDsMLjVB9DaklqH-HpitxK5r3SAAKaPm1Lzr-Ibyq4OZpLjHPMDYPTi8o3mNKHxkhm5iSrCitSpQgWawIM-NsZyUps05_GA5eTzBN5F5dDjUwhg/s200/Confessore.jpg" width="180" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Papa Francesco, ieri nell’Aula Paolo VI in Vaticano, rivolgendosi con un Discorso ai partecipanti al XXVIII corso sul foro interno organizzato dalla Penitenzieria Apostolica si è soffermato sulla “formazione di buoni confessori”.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Il Santo Padre ha esordito dicendo: “questo della Penitenzieria è il tipo di Tribunale che mi piace davvero! Perché è un “tribunale della misericordia”, al quale ci si rivolge per ottenere quell’indispensabile medicina per la nostra anima che è la Misericordia divina!”.
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
A tal proposito si ricorda che la <a href="http://www.penitenzieria.va/content/penitenzieriaapostolica/it.html">Penitenzieria Apostolica</a>
ha competenze stabilite agli artt. 117-120 della <a href="http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/apost_constitutions/documents/hf_jp-ii_apc_19880628_pastor-bonus-index.html">Costituzione apostolica <em>Pastor Bonus</em> sulla Curia Romana</a> di san Giovanni Paolo II del 28 giugno 1988
.
Dette competenze concernono il foro interno e le indulgenze (art. 117). Per il foro interno, sia sacramentale che non sacramentale, essa concede le assoluzioni, le dispense, le commutazioni, le sanzioni, i condoni ed altre grazie (art. 118). Al medesimo dicastero è demandato quanto concerne la concessione e l'uso delle indulgenze, salvo il diritto della Congregazione della Dottrina della Fede di esaminare tutto ciò che riguarda la dottrina dogmatica intorno ad esse (art.120). Alla Penitenzieria Apostolica è preposto il penitenziere maggiore, che è il cardinale Mauro Piacenza, coadiuvato da un reggente, mons. Krzysztof Józef Nykiel, e da cinque prelati: un teologo, un canonista e tre consiglieri.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Quanto al <a href="http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2017/march/documents/papa-francesco_20170317_corso-foro-interno.html">Discorso</a>
di ieri, papa Bergoglio, nel ricordare che quella del confessionale è una “lunga scuola”, ha spiegato come si diventa “buon confessore”, evidenziando tre aspetti.
Il “buon confessore” - dice il Pontefice- “è un vero amico di Gesù Buon Pastore “, che coltiva la preghiera personale con il Signore, chiedendo incessantemente il dono della carità pastorale”. E infatti, “Un confessore che prega sa bene di essere lui stesso il primo peccatore e il primo perdonato. Non si può perdonare nel Sacramento senza la consapevolezza di essere stato perdonato prima. E dunque la preghiera è la prima garanzia per evitare ogni atteggiamento di durezza, che inutilmente giudica il peccatore e non il peccato”. E ancora, “Nella preghiera è necessario implorare il dono di un cuore ferito…Nella preghiera dobbiamo domandare il prezioso dono dell’umiltà perché appaia sempre chiaramente che il perdono è dono gratuito e soprannaturale di Dio, del quale noi siamo semplici, seppur necessari, amministratori…Nella preghiera, poi, invochiamo sempre lo Spirito Santo, che è Spirito di discernimento e di compassione”.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma il confessore, in quanto “uomo dello Spirito” è “uomo del discernimento”, per cui egli “è chiamato a fare sempre e solo la volontà di Dio, in piena comunione con la Chiesa, della quale è ministro, cioè servo”. Al riguardo, “Il discernimento educa lo sguardo e il cuore, permettendo quella delicatezza d’animo tanto necessaria di fronte a chi ci apre il sacrario della propria coscienza per riceverne luce, pace e misericordia…chi si avvicina al confessionale, può provenire dalle più disparate situazioni; potrebbe avere anche disturbi spirituali, la cui natura deve essere sottoposta ad attento discernimento, tenendo conto di tutte le circostanze esistenziali, ecclesiali, naturali e soprannaturali”. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Ecco allora che “il confessionale è anche un vero e proprio luogo di evangelizzazione. Non c’è, infatti, evangelizzazione più autentica che l’incontro con il Dio della misericordia…”. Evangelizzazione che diventa formazione: “Nel pur breve dialogo che intesse con il penitente, il confessore è chiamato a discernere che cosa sia più utile e che cosa sia addirittura necessario al cammino spirituale di quel fratello o di quella sorella; talvolta si renderà necessario ri-annunciare le più elementari verità di fede, il nucleo incandescente, il kerigma, senza il quale la stessa esperienza dell’amore di Dio e della sua misericordia rimarrebbe come muta; talvolta si tratterà di indicare i fondamenti della vita morale, sempre in rapporto alla verità, al bene e alla volontà del Signore. Si tratta di un’opera di pronto e intelligente discernimento, che può fare molto bene ai fedeli”.
</div>
Giuseppe Carpitahttp://www.blogger.com/profile/15837409356114486056noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4616315071766129096.post-50791011774524991412017-01-29T18:25:00.002+01:002017-01-29T18:36:37.826+01:00Verso il Sinodo dei giovani<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_xkEIqt9jd_LiBEccRohNuO4Bm1S1ktUJefrKAEnYqkocNL4bY0YzJxpS6sjbnaUREkp4HoYntPLpjY16DH6E087LQwdCbJzd6wCD9YVxwQAO77l-XWoPgyc3lyCFaSxDbYo5I7S4PuE/s1600/Sinodo+giovani.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="111" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_xkEIqt9jd_LiBEccRohNuO4Bm1S1ktUJefrKAEnYqkocNL4bY0YzJxpS6sjbnaUREkp4HoYntPLpjY16DH6E087LQwdCbJzd6wCD9YVxwQAO77l-XWoPgyc3lyCFaSxDbYo5I7S4PuE/s200/Sinodo+giovani.jpg" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Nella <a href="http://w2.vatican.va/content/francesco/it/letters/2017/documents/papa-francesco_20170113_lettera-giovani-doc-sinodo.html">Lettera</a> con cui annuncia che nell’ottobre 2018 si celebrerà la XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo Dei Vescovi sul tema “<i>I giovani, la fede e il discernimento vocazionale</i>” il Papa Francesco, rivolgendosi proprio ai giovani, fa un forte invito agli stessi: “ Non abbiate paura di ascoltare lo Spirito che vi suggerisce scelte audaci, non indugiate quando la coscienza vi chiede di rischiare per seguire il Maestro. Pure la Chiesa desidera mettersi in ascolto della vostra voce, della vostra sensibilità, della vostra fede; perfino dei vostri dubbi e delle vostre critiche. Fate sentire il vostro grido, lasciatelo risuonare nelle comunità e fatelo giungere ai pastori. San Benedetto raccomandava agli abati di consultare anche i giovani prima di ogni scelta importante, perché «spesso è proprio al più giovane che il Signore rivela la soluzione migliore» (Regola di San Benedetto III, 3). </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Come ha ricordato il card. Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, alla <a href="http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2017/01/13/0023/00055.html">presentazione </a>Documento Preparatorio dell’assemblea sinodale “Con le sue parole il Papa vuole imprimere una scultoria motivazione umana ed ecclesiale del prossimo Sinodo sui giovani, che sono compresi nella fascia di età tra i 16 ed i 29 anni, nella consapevolezza che l’età giovanile richiede di essere adattata alle differenti realtà locali”. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il card. Baldisseri ha precisato che il <a href="http://www.vatican.va/roman_curia/synod/documents/rc_synod_doc_20170113_documento-preparatorio-xv_it.html">Documento Preparatorio</a> è inviato ai Consigli dei Gerarchi delle Chiese Orientali Cattoliche, alle Conferenze Episcopali, ai Dicasteri della Curia Romana e all’Unione dei Superiori Generali e “dà avvio alla fase della consultazione di tutto il Popolo di Dio”, con lo scopo di raccogliere informazioni circa l’odierna condizione dei giovani nei variegati contesti in cui essi vivono, per poterla discernere adeguatamente in vista dell’elaborazione dell’Instrumentum Laboris. È da tenere presente che esso è rivolto a tutti i giovani del mondo nella più ampia dimensione e comprensione e partecipazione”. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Quanto al contenuto, esso si divide in tre parti. La prima, che riguarda “I GIOVANI NEL MONDO DI OGGI”, “tiene presenti alcuni risultati delle ricerche in ambito sociale utili per affrontare il tema del discernimento vocazionale, così da «lasciarcene toccare in profondità e dare una base di concretezza al percorso etico e spirituale» (Laudato Si', 15)”. E ancora si evidenzia: “La capacità di scegliere dei giovani è ostacolata da difficoltà legate alla condizione di precarietà: la fatica a trovare lavoro o la sua drammatica mancanza; gli ostacoli nel costruirsi un’autonomia economica; l’impossibilità di stabilizzare il proprio percorso professionale. Per le giovani donne questi ostacoli sono normalmente ancora più ardui da superare. Il disagio economico e sociale delle famiglie, il modo in cui i giovani assumono alcuni tratti della cultura contemporanea e l’impatto delle nuove tecnologie richiedono maggiore capacità di rispondere alla sfida educativa nella sua accezione più ampia: è questa l’emergenza educativa evidenziata da Benedetto XVI nella Lettera alla Città e alla Diocesi di Roma sull’urgenza dell’educazione (21 gennaio 2008). A livello globale bisogna tenere conto anche delle disuguaglianze tra Paesi e del loro effetto sulle opportunità offerte ai giovani nelle diverse società in termini di inclusione. Anche fattori culturali e religiosi possono ingenerare esclusione, ad esempio per quanto riguarda i divari di genere o la discriminazione delle minoranze etniche o religiose, fino a spingere i giovani più intraprendenti verso l’emigrazione”. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nella seconda parte, intitolata “FEDE, DISCERNIMENTO, VOCAZIONE”, vengono “presentati alcuni spunti in vista di un accompagnamento dei giovani a partire dalla fede, in ascolto della tradizione della Chiesa e con il chiaro obiettivo di sostenerli nel loro discernimento vocazionale e nell’assunzione delle scelte fondamentali della vita, a partire dalla consapevolezza del carattere irreversibile di alcune di esse”. Atteso, perciò, che “La fede, in quanto partecipazione al modo di vedere di Gesù (cfr. Lumen fidei, 18), è la fonte del discernimento vocazionale”, per la correttezza di quest’ultimo s’indica con la <i>Evangelii Gaudium</i> 51 un percorso di discernimento, ispirato dai tre verbi “riconoscere, interpretare e scegliere”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In particolare, “La fase del riconoscere mette al centro la capacità di ascolto e l’affettività della persona, senza sottrarsi per paura alla fatica del silenzio. Si tratta di un passaggio fondamentale nel percorso di maturazione personale, in particolare per i giovani che sperimentano con maggiore intensità la forza dei desideri e possono anche rimanerne spaventati, rinunciando magari ai grandi passi a cui pure si sentono spinti”. Mentre la “ fase di interpretazione è molto delicata; richiede pazienza, vigilanza e anche un certo apprendimento. Bisogna essere capaci di rendersi conto degli effetti dei condizionamenti sociali e psicologici… confrontarsi onestamente, alla luce della Parola di Dio, anche con le esigenze morali della vita cristiana, sempre cercando di calarle nella situazione concreta che si sta vivendo… in un dialogo interiore con il Signore, con l’attivazione di tutte le capacità della persona; l’aiuto di una persona esperta nell’ascolto dello Spirito è pero un sostegno prezioso che la Chiesa offre e di cui è poco accorto non avvalersi”.
Per tutto questo, con riferimento alla scelta, “Una volta riconosciuto e interpretato il mondo dei desideri e delle passioni, l’atto di decidere diventa esercizio di autentica libertà umana e di responsabilità personale, sempre ovviamente situate e quindi limitate. La scelta si sottrae dunque alla forza cieca delle pulsioni, a cui un certo relativismo contemporaneo finisce per assegnare il ruolo di criterio ultimo, imprigionando la persona nella volubilità. Al tempo stesso si libera dalla soggezione a istanze esterne alla persona e dunque eteronome, richiedendo altresì una coerenza di vita”.
E ancora, “Nell’impegno di accompagnamento delle giovani generazioni la Chiesa accoglie la sua chiamata a collaborare alla gioia dei giovani piuttosto che tentare di impadronirsi della loro fede (cfr. 2Cor 1,24). Tale servizio si radica in ultima istanza nella preghiera e nella richiesta del dono dello Spirito che guida e illumina tutti e ciascuno”. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma “Che cosa significa per la Chiesa accompagnare i giovani ad accogliere la chiamata alla gioia del Vangelo, soprattutto in un tempo segnato dall’incertezza, dalla precarietà, dall’insicurezza?”. A questo risponde la terza parte, che tratta “L’AZIONE PASTORALE”, e che mette “ a fuoco che cosa comporta prendere sul serio la sfida della cura pastorale e del discernimento vocazionale, tenendo in considerazione quali sono i soggetti, i luoghi e gli strumenti a disposizione”.
A tal proposito, si evocano “Tre verbi, che nei Vangeli connotano il modo con cui Gesù incontra le persone del suo tempo, ci aiutano a strutturare questo stile pastorale: uscire, vedere, chiamare”. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Circa i soggetti, “tutti i giovani, nessuno escluso, hanno diritto a essere accompagnati nel loro cammino”, e poi “Tutta la comunità cristiana deve sentirsi responsabile del compito di educare le nuove generazioni”, non dimenticando che “ Servono credenti autorevoli, con una chiara identità umana, una solida appartenenza ecclesiale, una visibile qualità spirituale, una vigorosa passione educativa e una profonda capacità di discernimento”. Tutti all’interno di una cornice che vede impegnati specificatamente genitori e famiglia (cfr. Amoris laetitia, 259-290), Pastori, insegnanti e altre figure educative. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
A proposito degli ambiti specifici della pastorale, si ricorda che “La Chiesa offre ai giovani dei luoghi specifici di incontro e di formazione culturale, di educazione e di evangelizzazione, di celebrazione e di servizio, mettendosi in prima linea per un’accoglienza aperta a tutti e a ciascuno”, con le GMG, le Parrocchie, le università e le scuole cattoliche, le attività sociali e di volontariato, le associazioni e i movimenti ecclesiali, luoghi di spiritualità, ecc.
In un clima di confronto non si può non guardare al mondo digitale e a ciò che rappresenta, in quanto “per le giovani generazioni è divenuto davvero un luogo di vita; offre tante opportunità inedite, soprattutto per quanto riguarda l’accesso all’informazione e la costruzione di legami a distanza, ma presenta anche rischi (ad esempio cyberbullismo, gioco d’azzardo, pornografia, insidie delle chat room, manipolazione ideologica, ecc.)”. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ecco allora che più che mai importanti sono gli strumenti da adoperare: “Talvolta ci accorgiamo che tra il linguaggio ecclesiale e quello dei giovani si apre uno spazio difficile da colmare, anche se ci sono tante esperienze di incontro fecondo tra le sensibilità dei giovani e le proposte della Chiesa in ambito biblico, liturgico, artistico, catechetico e mediatico. Sogniamo una Chiesa che sappia lasciare spazi al mondo giovanile e ai suoi linguaggi, apprezzandone e valorizzandone la creatività e i talenti. Riconosciamo in particolare nello sport una risorsa educativa dalle grandi opportunità e nella musica e nelle altre espressioni artistiche un linguaggio espressivo privilegiato che accompagna il cammino di crescita dei giovani”.
</div>
Giuseppe Carpitahttp://www.blogger.com/profile/15837409356114486056noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4616315071766129096.post-39205683285745770502017-01-23T14:27:00.002+01:002017-01-23T20:28:10.972+01:00Il matrimonio cristiano fra foedus e fides<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwX8OR7LaCIDRdUHcxWG1_B9ZZpAFb_p3RVqVoCRQLwStdXY8XS0YeU6GLL1eln6gulBVm-JH-1ZlNuQ4uhCG-6OXU7SzVPxr3EzYKgI04kcOVakFcxrOih3dvoquWYEcXhZu3Zf_2gmU/s1600/preparazione+matrimonio2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwX8OR7LaCIDRdUHcxWG1_B9ZZpAFb_p3RVqVoCRQLwStdXY8XS0YeU6GLL1eln6gulBVm-JH-1ZlNuQ4uhCG-6OXU7SzVPxr3EzYKgI04kcOVakFcxrOih3dvoquWYEcXhZu3Zf_2gmU/s200/preparazione+matrimonio2.jpg" width="193" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Nell’annuale incontro inaugurale dell’Anno giudiziario con Giudici, officiali, avvocati e collaboratori del Tribunale Apostolico della Rota Romana, Papa Francesco ha tenuto un <a href="http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2017/january/documents/papa-francesco_20170121_anno-giudiziario-rota-romana.html">discorso</a>
con cui ha richiamato l’attenzione sul moltiplicarsi di celebrazioni matrimoniali nulle.
E per questo ha indicato due vie da percorrere, l’una in preparazione alla celebrazione del sacramento coniugale e l’altra di accompagnamento permanente da parte della Chiesa degli sposi nel loro cammino di vita insieme .</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Il Pontefice nel soffermarsi su tali “rimedi” si è, a sua volta, richiamato al rapporto tra fede e matrimonio, citando San Giovanni Paolo II con l’Enciclica <em>Fides et ratio</em>, nn.16-17, e Papa Benedetto XVI, che proprio durante l’ultimo discorso alla Rota Romana ricordava che “solo aprendosi alla verità di Dio [...] è possibile comprendere, e realizzare nella concretezza della vita anche coniugale e familiare, la verità dell’uomo quale suo figlio, rigenerato dal Battesimo [...]. Il rifiuto della proposta divina, in effetti conduce ad uno squilibrio profondo in tutte le relazioni umane [...], inclusa quella matrimoniale”. </div>
<div style="text-align: justify;">
Così come nell’Enciclica <em>Lumen fidei</em> si afferma che “L’amore ha bisogno di verità. Solo in quanto è fondato sulla verità l’amore può perdurare nel tempo, superare l’istante effimero e rimanere saldo per sostenere un cammino comune. Se l’amore non ha rapporto con la verità, è soggetto al mutare dei sentimenti e non supera la prova del tempo. L’amore vero invece unifica tutti gli elementi della nostra persona e diventa una luce nuova verso una vita grande e piena. Senza verità l’amore non può offrire un vincolo solido, non riesce a portare l’ “io” al di là del suo isolamento, né a liberarlo dall’istante fugace per edificare la vita e portare frutto” (27). </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma Papa Bergoglio non omette di guardare ad intra, per cui “Una mentalità che coinvolge, spesso in modo vasto e capillare, gli atteggiamenti e i comportamenti degli stessi cristiani (cfr Esort. ap. <em>Evangelii gaudium</em>, 64), la cui fede viene svigorita e perde la propria originalità di criterio interpretativo e operativo per l’esistenza personale, familiare e sociale. Tale contesto, carente di valori religiosi e di fede, non può che condizionare anche il consenso matrimoniale. Le esperienze di fede di coloro che richiedono il matrimonio cristiano sono molto diverse. Alcuni partecipano attivamente alla vita della parrocchia; altri vi si avvicinano per la prima volta; alcuni hanno una vita di preghiera anche intensa; altri sono, invece, guidati da un più generico sentimento religioso; a volte sono persone lontane dalla fede o carenti di fede”.
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Per quanto riguarda i “rimedi” enunciati, il Pontefice ne ha precisato espressamente le finalità e anche le modalità, evidenziando la necessità di un nuovo catecumenato: “ Un primo rimedio lo indico nella formazione dei giovani, mediante un adeguato cammino di preparazione volto a riscoprire il matrimonio e la famiglia secondo il disegno di Dio. Si tratta di aiutare i futuri sposi a cogliere e gustare la grazia, la bellezza e la gioia del vero amore, salvato e redento da Gesù. La comunità cristiana alla quale i nubendi si rivolgono è chiamata ad annunciare cordialmente il Vangelo a queste persone, perché la loro esperienza di amore possa diventare un sacramento, un segno efficace della salvezza… Occorre, pertanto, che gli operatori e gli organismi preposti alla pastorale famigliare siano animati da una forte preoccupazione di rendere sempre più efficaci gli itinerari di preparazione al sacramento del matrimonio, per la crescita non solo umana, ma soprattutto della fede dei fidanzati. Scopo fondamentale degli incontri è quello di aiutare i fidanzati a realizzare un inserimento progressivo nel mistero di Cristo, nella Chiesa e con la Chiesa. Esso comporta una progressiva maturazione nella fede, attraverso l’annuncio della Parola di Dio, l’adesione e la sequela generosa di Cristo. La finalità di questa preparazione consiste, cioè, nell’aiutare i fidanzati a conoscere e a vivere la realtà del matrimonio che intendono celebrare, perché lo possano fare non solo validamente e lecitamente, ma anche fruttuosamente, e perché siano disponibili a fare di questa celebrazione una tappa del loro cammino di fede. Per realizzare tutto questo, c’è bisogno di persone con specifica competenza e adeguatamente preparate a tale servizio, in una opportuna sinergia fra sacerdoti e coppie di sposi”.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
Ma v’è di più col secondo rimedio, che è “quello di aiutare i novelli sposi a proseguire il cammino nella fede e nella Chiesa anche dopo la celebrazione del matrimonio” attraverso “un progetto di formazione… con iniziative volte ad una crescente consapevolezza del sacramento ricevuto”.<br />
<br />
Per tutto questo, si “richiama i parroci ad essere sempre più consapevoli del delicato compito che è loro affidato nel gestire il percorso sacramentale matrimoniale dei futuri nubendi, rendendo intelligibile e reale in loro la sinergia tra foedus e fides. Si tratta di passare da una visione prettamente giuridica e formale della preparazione dei futuri sposi, a una fondazione sacramentale ab initio, cioè a partire dal cammino verso la pienezza del loro foedus-consenso elevato da Cristo a sacramento. Ciò richiederà il generoso apporto di cristiani adulti, uomini e donne, che si affianchino al sacerdote nella pastorale familiare per costruire «il capolavoro della società», cioè «la famiglia: l’uomo e la donna che si amano» (Catechesi, 29 aprile 2015) secondo «il luminoso piano di Dio» (Parole al Concistoro Straordinario, 20 febbraio 2014)”.
Giuseppe Carpitahttp://www.blogger.com/profile/15837409356114486056noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4616315071766129096.post-33499740716606862702017-01-14T12:06:00.000+01:002017-01-14T12:13:52.633+01:00Il "Santuario della Spogliazione"<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgfih61vvzJIHG-P8tpsBS5YAfLbr8rhJtO7wd_NU7ShDQXhw73ewudc-ONYvGUPoyD9RjWaAjjZxXjpVXVwXSea8QRGXbsNNxriXSkNQ4S5nNt3TU4tT9XNwP0eHoCRgkisMkL17KdwA/s1600/Mons+.+Sorrfentino.webp" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="130" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgfih61vvzJIHG-P8tpsBS5YAfLbr8rhJtO7wd_NU7ShDQXhw73ewudc-ONYvGUPoyD9RjWaAjjZxXjpVXVwXSea8QRGXbsNNxriXSkNQ4S5nNt3TU4tT9XNwP0eHoCRgkisMkL17KdwA/s200/Mons+.+Sorrfentino.webp" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Già con l'evento “Vescovado a porte aperte”, tenutosi il 16 dicembre scorso nei locali della Curia vescovile di Assisi, il vescovo diocesano, mons. Domenico Sorrentino, aveva reso nota la decisione di assegnare alla chiesa di Santa Maria Maggiore, antica cattedrale assisana, il compito di sviluppare per i pellegrini la funzione santuariale, aggiungendo al suo titolo tradizionale, anche quello di ‘santuario della spogliazione’. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il presule ne ha spiegato natura e portata della sua iniziativa pastorale nella omelia fatta durante la messa della notte di Natale nella cattedrale di San Rufino, parlando di un santuario "<span style="text-align: justify;"><i>che ricordi quel gesto di Francesco, ma soprattutto che aiuti tutti, fedeli della diocesi e pellegrini, a fare i conti con il vangelo del Natale in modo serio, misurandosi con i criteri dell’amore di Dio e dell’amore dei fratelli</i>”. </span></div>
<span style="text-align: justify;"><br /></span>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; text-align: justify;">
<span style="background: white; color: #4d4b4b; font-family: "georgia" , serif;">E ciò, proprio alla luce del Natale: <o:p></o:p></span></div>
<div style="background: white; margin-bottom: 15.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #4d4b4b; font-family: "georgia" , serif; font-size: 11pt;"> “</span><span style="color: #333333; font-family: "georgia" , serif; font-size: 11.0pt;"><i>Il Bimbo
divino sceglie di nascere in una mangiatoia. Quale spogliazione! San
Paolo, nella lettera ai Filippesi, ne parla in termini di “svuotamento”. Dice
che Dio, nel suo Figlio, si è “svuotato”, assumendo la condizione di servo, e
divenendo simile a noi. E questo fino al culmine di una morte ignominiosa
come quella della croce. <o:p></o:p></i></span></div>
<div style="background: white; margin-bottom: 15.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-family: "georgia" , serif; font-size: 11.0pt;"><i>Mistero grande, che ci dà un’idea
nuova di Dio. Un mistero che rivoluziona i criteri del mondo: dopo Gesù, se si
vuole contribuire ad una umanità ispirata alla pace e alla fraternità, non è
possibile scegliere altra strada che quella dell’amore crocifisso.<o:p></o:p></i></span></div>
<div style="background: white; margin-bottom: 15.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-family: "georgia" , serif; font-size: 11.0pt;"><i>Questo mistero affascinò il nostro
Francesco. Fu per questo che anch’egli volle spogliarsi di tutto. Aveva
passato venticinque anni tra le ricchezze paterne a rincorrere sogni di gloria.
Preferì cambiare rotta e sposare la povertà. Il giorno in cui, nel
vescovado di Assisi, davanti al vescovo Guido, si spogliò di tutto fino a
denudarsi, apparve chiara la sua conformazione a Cristo crocifisso.<o:p></o:p></i></span></div>
<div style="background: white; margin-bottom: 15.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-family: "georgia" , serif; font-size: 11.0pt;"><i>Il Natale è mistero di spogliazione.
Francesco fece suo questo mistero. Papa Francesco, nella visita che ci
fece tre anni fa, venne al vescovado proprio per spiegarci il senso di quel
gesto. Lo fece con parole toccanti, direi shoccanti, mostrandoci come la
“spogliazione” è una modalità di essere, che ogni cristiano deve far sua. Si
tratta infatti di spogliarci del nostro egoismo, di sottrarci a quella
mondanità che produce il mondo ingiusto che sta sotto i nostri occhi, in cui
pochi hanno tutto e di più, e tantissimi mancano del necessario. Chi vuol
essere discepolo di Cristo, chi vuol contemplare fino in fondo il Bimbo di
Betlemme, deve imparare a spogliarsi di sé e ad aprirsi agli altri, condividere
ciò che ha, perché nel mondo ci sia uno spazio dignitoso per tutti. È ora di
una maggiore sobrietà dei nostri stili di vita. È ora di una maggiore
fraternità</i>”. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: 13.5pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #222222; font-family: "georgia" , serif; font-size: 11.0pt;">E, portando la data del Natale 2016, su questo s’incentra la lettera pastorale
indirizzata dal vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino alla comunità
diocesana e ai pellegrini in occasione del decreto di istituzione di questo
nuovo Santuario della spogliazione.
Mons. Sorrentino ricorda che il tutto nel suo animo è partito con la
storica visita di Papa Francesco ad Assisi il 4 ottobre 2013, e dalla sua
sosta anche nella Sala della spogliazione, indicata comunemente con
l’appellativo “fuorviante” di Sala del Trono. Di qui la “connotazione” di
santuario alla chiesa di Santa Maria Maggiore, affidandola “ alla sollecitudine
della Provincia Serafica dei Frati Cappuccini, già ivi impegnati nel servizio
parrocchiale”. <o:p></o:p></span></div>
<div style="background: white; margin-bottom: 15.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-family: "georgia" , serif; font-size: 11.0pt;">Nella lettera, articolata in 13
punti, mons. Sorrentino illustra il significato della “nudità
originaria”, che in Francesco richiama l’Eden e che “non è solo penitenza e
rinuncia” ma “si proietta verso lo splendore del corpo risorto, quando la forza
di Cristo darà vita nuova anche ai nostri corpi mortali” (n.4). E ancora, il Pastore richiama il modello della nudità di Francesco, che è dato da Gesù
crocifisso (n. 5), per cui “<i>Nell’episodio della spogliazione una parola è
decisiva:"Finora ho chiamato te, mio padre, sulla terra: d’ora in poi
posso dire con tutta sicurezza: Padre nostro che sei nei cieli"</i></span><span style="color: #333333; font-family: "georgia" , serif; font-size: 11pt;"><i>. E qui
viene rilevata l’esemplarità dell’immagine ecclesiale plasticamente realizzata
con l’abbraccio del vescovo Guido, che, con sapiente discernimento, “ vedendo questo e ammirando l’uomo di Dio nel suo fervore senza limiti,
subito si alzò, lo prese piangendo fra le sue braccia e pietoso e buono
com’era, lo ricoprì con il suo stesso pallio”</i> (n.6). </span></div>
<div style="background: white; margin-bottom: 15.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-family: "georgia" , serif; font-size: 11pt;">Mons. Sorrentino,
al riguardo aggiunge: “Raramente, nella storia della Chiesa, istituzione e
carisma si sono incontrati con tale immediatezza” (ibidem). Un rapporto che,
evocando la paternità del vescovo, richiama la Chiesa madre e dà conto di una
precisa prospettiva ecclesiale: “<i>Francesco si distingue, nella storia dei
movimenti evangelici del suo tempo, per non aver mai posto l’amore per Cristo
in tensione con l’amore per la Chiesa. E ciò non perché gli sfuggissero i
limiti che segnano la vita della Chiesa, anche nei suoi ministri. Ma nella </i></span><i><span style="color: #333333; font-family: "georgia" , serif; font-size: 11pt;">Regola</span><span style="color: #333333; font-family: "georgia" , serif; font-size: 11pt;">, come nel </span><span style="color: #333333; font-family: "georgia" , serif; font-size: 11pt;">Testamento</span></i><span style="color: #333333; font-family: "georgia" , serif; font-size: 11pt;"><i>, è perentorio: ai ministri della Chiesa, anche ai meno esemplari,
occorre assicurare il massimo rispetto…L’icona della spogliazione evidenzia
così due dimensioni indissociabili della spiritualità di Francesco: la
radicalità evangelica e la passione ecclesiale</i>” (n. 8).</span></div>
<div style="background: white; margin-bottom: 15.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-family: "georgia" , serif; font-size: 11.0pt;">Rimanendo sul piano del rapporto
padre-madre e quindi della famiglia naturale, il Vescovo Domenico, a scanso di equivoci
interpretativi, ricorda e precisa: “<i>Sia chiaro: la famiglia è un valore di
prima grandezza. Un preciso comandamento di Dio regola i rapporti tra genitori
e figli: "Onora il padre e la madre"<onora e="" il="" la="" madre="" padre="">. Ciò che Francesco rifiuta
non è il rapporto di amore col padre, ma l’idolo che lo insidia, il dio-denaro,
con le sue logiche di potere e di gloria, a cui Pietro pretendeva di piegarlo.
Al tempo stesso, andando oltre gli affetti terreni, Francesco dimostra quanto
il vangelo sappia generare un nuovo tipo di famiglia…una famiglia spirituale…Nasce
così la fraternitas francescana, il
cui ideale sarà vivere "secondo la forma del santo Vangelo"</onora></i>.</span></div>
<div style="background: white; margin-bottom: 15.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-family: "georgia" , serif; font-size: 11.0pt;">Fraternità che nasce sul luogo della Porziuncola, donata dai benedettini a
Francesco, divenuta “luogo di contemplazione e, insieme, laboratorio di
fraternità”. A questo proposito, l’Arcivescovo Sorrentino richiama il progetto
diocesano di rinnovamento delle parrocchie, realizzato attraverso le <i>Comunità Maria Famiglie del Vangelo</i>, che
ha nella Porziuncola il “luogo ispirante” (n.9).<o:p></o:p></span></div>
<div style="background: white; margin-bottom: 15.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-family: "georgia" , serif; font-size: 11.0pt;">Ma v’è di più, perché “ <i>I</i></span><span style="color: #222222; font-family: "georgia" , serif; font-size: 11pt;"><i>l gesto di Francesco si presta ad essere letto anche da un punto di
vista piuttosto inusuale: quello dell’economia” come “profezia di una
economia alternativa, il cui motore non è l’interesse egoistico, ma l’etica
della gratuità, della fraternità, della solidarietà</i>”, così come affermato da Papa
Francesco nell’<i>Evangelii gaudium</i> a
proposito di un mondo governato da un un’economia che “uccide”, a vantaggio di
pochi…” (n. 10).<o:p></o:p></span></div>
<div style="background: white; margin-bottom: 15.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #222222; font-family: "georgia" , serif; font-size: 11pt;">Mons. Sorrentino,
sulle orme di Francesco, indica con forza la via della missione per una Chiesa
scevra dai fardelli del possesso e del potere (n.11), auspicando che il
Santuario della Spogliazione diventi luogo di riconciliazione “in cui
abbandonare orgogli e puntigli che minano la pace” (n. 12). <o:p></o:p></span></div>
<span style="background: white; color: #222222; font-family: "georgia" , serif; font-size: 11.0pt; line-height: 107%;">Il Pastore della Chiesa che è in Assisi-Nocera U.-Gualdo T. conclude con lo sguardo della Madre, individuando il “tratto
mariano della spogliazione”: “prima che a Francesco, infatti, la spiritualità
della spogliazione rinvia al mistero di Gesù, e Maria vi partecipa con tutta la
forza del suo “fiat”: il “si” dell’Annunciazione
e del Calvario. Ella visse totalmente spoglia di sé, donna del silenzio e dell’ascolto,
trasparenza di Cristo”. </span>Giuseppe Carpitahttp://www.blogger.com/profile/15837409356114486056noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4616315071766129096.post-16673579775704964582017-01-08T20:02:00.000+01:002017-01-08T20:05:41.248+01:00Il “credente nostalgioso”<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinQZr9BXUN3MnoKDmdhDHm-Xw0YhCDy6y1d_j7xrQe4QOKSIM6tcwxr5isQliVDmA8L81UqIxHoqLZXOBGI_fWD-y-0SOLb5v6pvNVbI-r2oELi0YMk15eGVNOpM4APEnb64AdHEb4kcQ/s1600/Epifania.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="138" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinQZr9BXUN3MnoKDmdhDHm-Xw0YhCDy6y1d_j7xrQe4QOKSIM6tcwxr5isQliVDmA8L81UqIxHoqLZXOBGI_fWD-y-0SOLb5v6pvNVbI-r2oELi0YMk15eGVNOpM4APEnb64AdHEb4kcQ/s200/Epifania.jpg" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Papa Francesco, all’<a href="http://w2.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2017/documents/papa-francesco_20170106_omelia-epifania.html">omelia </a>della santa Messa celebrata lo scorso venerdì nella basilica vaticana per la solennità dell’Epifania del Signore, ha evocato il peculiare stato d’animo del “credente nostalgioso”. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il Pontefice si è soffermato sull’esperienza dei magi, questi tre sapienti d’Oriente animati da uno spirito nostalgico che li fa muovere, li mette in cammino. Francesco precisa: “ i magi non si misero in cammino perché avevano visto la stella ma videro la stella perché si erano messi in cammino (cfr San Giovanni Crisostomo). Avevano il cuore aperto all’orizzonte e poterono vedere quello che il cielo mostrava perché c’era in loro un desiderio che li spingeva: erano aperti a una novità”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ecco allora il richiamo all’uomo credente “che ha nostalgia di Dio”: “La santa nostalgia di Dio scaturisce nel cuore credente perché sa che il Vangelo non è un avvenimento del passato ma del presente. La santa nostalgia di Dio ci permette di tenere gli occhi aperti davanti a tutti i tentativi di ridurre e di impoverire la vita. La santa nostalgia di Dio è la memoria credente che si ribella di fronte a tanti profeti di sventura. Questa nostalgia è quella che mantiene viva la speranza della comunità credente che, di settimana in settimana, implora dicendo: «Vieni, Signore Gesù!»”. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ecco allora che, superando certi fatalismi e conformismi e andando verso il futuro, “Il credente “nostalgioso”, spinto dalla sua fede, va in cerca di Dio, come i magi, nei luoghi più reconditi della storia, perché sa in cuor suo che là lo aspetta il Signore. Va in periferia, in frontiera, nei luoghi non evangelizzati, per potersi incontrare col suo Signore; e non lo fa affatto con un atteggiamento di superiorità, lo fa come un mendicante che non può ignorare gli occhi di colui per il quale la Buona Notizia è ancora un terreno da esplorare”. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E infatti, “I magi sentirono nostalgia, non volevano più le solite cose. Erano abituati, assuefatti e stanchi degli Erode del loro tempo. Ma lì, a Betlemme, c’era una promessa di novità, una promessa di gratuità. Lì stava accadendo qualcosa di nuovo. I magi poterono adorare perché ebbero il coraggio di camminare e prostrandosi davanti al piccolo, prostrandosi davanti al povero, prostrandosi davanti all’indifeso, prostrandosi davanti all’insolito e sconosciuto Bambino di Betlemme, lì scoprirono la Gloria di Dio”.
</div>
Giuseppe Carpitahttp://www.blogger.com/profile/15837409356114486056noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4616315071766129096.post-9887212372316518162016-12-28T22:17:00.000+01:002016-12-28T22:17:29.915+01:00Papa Francesco e la riforma della Curia Romana<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsXo3Kar7WhpXv0GVUbVAANi5q_0WuWltrLScRnJ7Yv3EEcmRbEktDPi5n9avBulCe2kAK5l5nqfIRvplSp_hlhj2wTdX7K8QEH4N8Uw3-GQBqSVgm9w0IwjlYN7z1yfqqRSR0zmMU_Bs/s1600/Curia.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="133" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsXo3Kar7WhpXv0GVUbVAANi5q_0WuWltrLScRnJ7Yv3EEcmRbEktDPi5n9avBulCe2kAK5l5nqfIRvplSp_hlhj2wTdX7K8QEH4N8Uw3-GQBqSVgm9w0IwjlYN7z1yfqqRSR0zmMU_Bs/s200/Curia.jpg" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Con il consueto <a href="http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2016/december/documents/papa-francesco_20161222_curia-romana.html">discorso </a> tenuto lo scorso 22 dicembre per la tradizionale presentazione degli auguri natalizi della Curia Romana, Papa Francesco ha chiuso un ideale trittico avente ad aggetto questo importante organismo mediante il quale “il Sommo Pontefice è solito trattare le questioni della Chiesa universale, e che in suo nome e con la sua autorità adempie alla propria funzione per il bene e a servizio delle Chiese” (can. 360 CIC). </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il Pontefice <a href="http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2013/december/documents/papa-francesco_20131221_auguri-curia-romana.html">nel suo primo incontro del 2013</a> aveva messo in luce proprio le caratteristiche di quanti operano in Curia, quali la professionalità, il servizio e la santità della vita, indicando come modello da imitare la figura di san Giuseppe. <a href="http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2014/december/documents/papa-francesco_20141222_curia-romana.html">In quello successivo del 2014 </a> si è soffermato sulla necessità per la Curia di migliorarsi, anzi di curarsi da certe “malattie curiali”, arrivando ad enumerarne ben 15. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2015/december/documents/papa-francesco_20151221_curia-romana.html">Nel 2015</a>, nel contesto dell’Anno della Misericordia, ha dettato “un non esaustivo “catalogo delle virtù necessarie” per chi presta servizio in Curia e per tutti coloro che vogliono rendere feconda la loro consacrazione o il loro servizio alla Chiesa… un elenco che parte proprio da un’analisi acrostica della parola “misericordia”. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Quest’anno il Santo Padre è andato alle ragioni di fondo della riforma della Curia, perché “come per tutta la Chiesa, anche nella Curia il semper reformanda deve trasformarsi in una personale e strutturale conversione permanente”. A tal proposito, ha richiamato la presenza di “resistenze”, precisandone le diverse tipologie: “le resistenze aperte, che nascono spesso dalla buona volontà e dal dialogo sincero; le resistenze nascoste, che nascono dai cuori impauriti o impietriti che si alimentano dalle parole vuote del “gattopardismo” spirituale di chi a parole si dice pronto al cambiamento, ma vuole che tutto resti come prima; esistono anche le resistenze malevole, che germogliano in menti distorte e si presentano quando il demonio ispira intenzioni cattive (spesso “in veste di agnelli”). Questo ultimo tipo di resistenza si nasconde dietro le parole giustificatrici e, in tanti casi, accusatorie, rifugiandosi nelle tradizioni, nelle apparenze, nelle formalità, nel conosciuto, oppure nel voler portare tutto sul personale senza distinguere tra l’atto, l’attore e l’azione. L’assenza di reazione è segno di morte! Quindi le resistenze buone – e perfino quelle meno buone – sono necessarie e meritano di essere ascoltate, accolte e incoraggiate a esprimersi, perché è un segno che il corpo è vivo. Tutto questo sta a dire che la riforma della Curia è un delicato processo che deve essere vissuto con fedeltà all’essenziale, con continuo discernimento, con evangelico coraggio, con ecclesiale saggezza, con attento ascolto, con tenace azione, con positivo silenzio, con ferme decisioni, con tanta preghiera - tanta preghiera! -, con profonda umiltà, con chiara lungimiranza, con concreti passi in avanti e – quando risulta necessario – anche con passi indietro, con determinata volontà, con vivace vitalità, con responsabile potestà, con incondizionata obbedienza; ma in primo luogo con l’abbandonarci alla sicura guida dello Spirito Santo, confidando nel Suo necessario sostegno. E, per questo, preghiera, preghiera e preghiera”. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Papa Francesco ha, quindi, indicato i dodici principali criteri guida della riforma: “individualità; pastoralità; missionarietà; razionalità; funzionalità; modernità; sobrietà; sussidiarietà; sinodalità; cattolicità; professionalità; gradualità”. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Tra gli altri, il criterio della pastoralità, per cui “L’impegno di tutto il personale della Curia deve essere animato da una pastoralità e da una spiritualità di servizio e di comunione, poiché questo è l’antidoto contro tutti i veleni della vana ambizione e dell’illusoria rivalità. In questo senso il beato Paolo VI ammonì: «Non sia pertanto la Curia Romana una burocrazia, come a torto qualcuno la giudica, pretenziosa ed apatica, solo canonistica e ritualistica, una palestra di nascoste ambizioni e di sordi antagonismi, come altri la accusano; ma sia una vera comunità di fede e di carità, di preghiera e di azione; di fratelli e di figli del Papa, che tutto fanno, ciascuno con rispetto all’altrui competenza e con senso di collaborazione, per servirlo nel suo servizio ai fratelli ed ai figli della Chiesa universale e della terra intera»”. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Così come per quello della cattolicità “È opportuno prevedere l’accesso a un numero maggiore di fedeli laici specialmente in quei Dicasteri dove possono essere più competenti dei chierici o dei consacrati. Di grande importanza è inoltre la valorizzazione del ruolo della donna e dei laici nella vita della Chiesa e la loro integrazione nei ruoli-guida dei Dicasteri, con una particolare attenzione alla multiculturalità.”.
</div>
Giuseppe Carpitahttp://www.blogger.com/profile/15837409356114486056noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4616315071766129096.post-83553426642401928122016-11-24T21:54:00.002+01:002016-11-24T21:54:41.447+01:00Una pastorale e una cultura della misericordia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjX9hjYothbissUepaiVYBxQfNy3UfopQiwwvz9BpBsK_obrNv8iOx7LX8C-whA5wvpeKIPmMDY5TgZL-J2SvNo5h9g7-zxfvj6m28VfXH8zzjqNEDEodmxxe678tUL0e4RmFXpfF9_OPY/s1600/FIrma.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="125" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjX9hjYothbissUepaiVYBxQfNy3UfopQiwwvz9BpBsK_obrNv8iOx7LX8C-whA5wvpeKIPmMDY5TgZL-J2SvNo5h9g7-zxfvj6m28VfXH8zzjqNEDEodmxxe678tUL0e4RmFXpfF9_OPY/s200/FIrma.jpg" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Domenica scorsa, Papa Francesco, al termine della Messa celebrata a conclusione dell’Anno Santo straordinario dedicato alla misericordia, ha firmato sul sagrato della basilica vaticana la lettera apostolica <a href="http://w2.vatican.va/content/francesco/it/apost_letters/documents/papa-francesco-lettera-ap_20161120_misericordia-et-misera.html">“Misericordia et misera”</a> .</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Composta da ventidue punti, l’incipit evoca le due parole che “sant’Agostino utilizza per raccontare l’incontro tra Gesù e l’adultera (cfr Gv 8,1-11)”. Con tale racconto, il Papa evidenzia la cifra di questo Giubileo, affermando: “La misericordia, infatti, non può essere una parentesi nella vita della Chiesa, ma costituisce la sua stessa esistenza, che rende manifesta e tangibile la verità profonda del Vangelo”. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E infatti, il Santo Padre richiama la fondamentale valenza del perdono per il cristiano, in quanto “segno più visibile dell’amore del Padre, che Gesù ha voluto rivelare in tutta la sua vita. Non c’è pagina del Vangelo che possa essere sottratta a questo imperativo dell’amore che giunge fino al perdono. Perfino nel momento ultimo della sua esistenza terrena, mentre viene inchiodato sulla croce, Gesù ha parole di perdono: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34)”.
E dunque: “Niente di quanto un peccatore pentito pone dinanzi alla misericordia di Dio può rimanere senza l’abbraccio del suo perdono. È per questo motivo che nessuno di noi può porre condizioni alla misericordia; essa rimane sempre un atto di gratuità del Padre celeste, un amore incondizionato e immeritato. Non possiamo, pertanto, correre il rischio di opporci alla piena libertà dell’amore con cui Dio entra nella vita di ogni persona”. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Misericordia che, in una società caratterizzata dal “moltiplicarsi delle forme di tristezza e solitudine in cui cadono le persone, e anche tanti giovani”. diventa fonte di gioia alla luce delle parole “dell’Apostolo: «Siate sempre lieti nel Signore» (Fil 4,4; cfr 1 Ts 5,16)”. Tracciando un bilancio del Giubileo, papa Bergoglio si sente di metterne in luce la portata ecclesiale di ascolto volto appunto al perdono: “In questo Anno Santo la Chiesa ha saputo mettersi in ascolto e ha sperimentato con grande intensità la presenza e vicinanza del Padre, che con l’opera dello Spirito Santo le ha reso più evidente il dono e il mandato di Gesù Cristo riguardo al perdono”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il Santo Padre scandisce i momenti in cui la misericordia viene celebrata nella liturgia, mentre richiama l’abbondanza con cui la misericordia viene donata con la vita sacramentale e in particolare con la Riconciliazione e l’Unzione dei malati. In tutto ciò “assume un significato particolare anche l’ascolto della Parola di Dio” e con essa “importanza acquista l’omelia”, per cui si raccomanda ai sacerdoti di preparare quest’ultima sperimentando su di sé “la bontà misericordiosa del Signore”. Il Papa esorta a diffondere tra le comunità cristiane la Lectio Divina e a dedicare una domenica interamente alla parola di Dio, mentre nell’esprimere apprezzamento e gratitudine, ha deciso di prorogare “fino a nuova disposizione” il servizio dei circa mille Missionari della misericordia “come segno concreto che la grazia del Giubileo continua ad essere, nelle varie parti del mondo, viva ed efficace”. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Rivolgendosi poi ai sacerdoti in generale, Francesco chiede: “di essere accoglienti con tutti; testimoni della tenerezza paterna nonostante la gravità del peccato; solleciti nell’aiutare a riflettere sul male commesso; chiari nel presentare i principi morali; disponibili ad accompagnare i fedeli nel percorso penitenziale, mantenendo il loro passo con pazienza; lungimiranti nel discernimento di ogni singolo caso; generosi nel dispensare il perdono di Dio”. Il tutto per sottolineare l’importanza del sacramento della Riconciliazione che “ha bisogno di ritrovare il suo posto centrale nella vita cristiana; per questo richiede sacerdoti che mettano la loro vita a servizio del «ministero della riconciliazione» (2 Cor 5,18) in modo tale che, mentre a nessuno sinceramente pentito è impedito di accedere all’amore del Padre che attende il suo ritorno, a tutti è offerta la possibilità di sperimentare la forza liberatrice del perdono. Un’occasione propizia può essere la celebrazione dell’iniziativa 24 ore per il Signore in prossimità della IV domenica di Quaresima, che già trova molto consenso nelle Diocesi e che rimane un richiamo pastorale forte per vivere intensamente il Sacramento della Confessione”. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Per questo, “ perché nessun ostacolo si interponga tra la richiesta di riconciliazione e il perdono di Dio, concedo d’ora innanzi a tutti i sacerdoti, in forza del loro ministero, la facoltà di assolvere quanti hanno procurato peccato di aborto. Quanto avevo concesso limitatamente al periodo giubilare viene ora esteso nel tempo, nonostante qualsiasi cosa in contrario. Vorrei ribadire con tutte le mie forze che l’aborto è un grave peccato, perché pone fine a una vita innocente. Con altrettanta forza, tuttavia, posso e devo affermare che non esiste alcun peccato che la misericordia di Dio non possa raggiungere e distruggere quando trova un cuore pentito che chiede di riconciliarsi con il Padre. Ogni sacerdote, pertanto, si faccia guida, sostegno e conforto nell’accompagnare i penitenti in questo cammino di speciale riconciliazione”. Così come il Papa ha deciso di prorogare la decisione adottata all’inizio del Giubileo di considerare valida la confessione dei fedeli con i sacerdoti appartenenti alla Fraternità San Pio X (lefebvriani). </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
“Siamo chiamati a far crescere una cultura della misericordia, basata sulla riscoperta dell’incontro con gli altri: una cultura in cui nessuno guarda all’altro con indifferenza né gira lo sguardo quando vede la sofferenza dei fratelli. Le opere di misericordia sono “artigianali”: nessuna di esse è uguale all’altra; le nostre mani possono modellarle in mille modi, e anche se unico è Dio che le ispira e unica la “materia” di cui sono fatte, cioè la misericordia stessa, ciascuna acquista una forma diversa. Le opere di misericordia, infatti, toccano tutta la vita di una persona. E’ per questo che possiamo dar vita a una vera rivoluzione culturale proprio a partire dalla semplicità di gesti che sanno raggiungere il corpo e lo spirito, cioè la vita delle persone. È un impegno che la comunità cristiana può fare proprio, nella consapevolezza che la Parola del Signore sempre la chiama ad uscire dall’indifferenza e dall’individualismo in cui si è tentati di rinchiudersi per condurre un’esistenza comoda e senza problemi. «I poveri li avete sempre con voi» (Gv 12,8), dice Gesù ai suoi discepoli. Non ci sono alibi che possono giustificare un disimpegno quando sappiamo che Lui si è identificato con ognuno di loro”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
“ Questo è ... per tutti e per ognuno, perché nessuno possa pensare di essere estraneo alla vicinanza di Dio e alla potenza della sua tenerezza. È il tempo della misericordia perché quanti sono deboli e indifesi, lontani e soli possano cogliere la presenza di fratelli e sorelle che li sorreggono nelle necessità. È il tempo della misericordia perché i poveri sentano su di sé lo sguardo rispettoso ma attento di quanti, vinta l’indifferenza, scoprono l’essenziale della vita. È il tempo della misericordia perché ogni peccatore non si stanchi di chiedere perdono e sentire la mano del Padre che sempre accoglie e stringe a sé.
Alla luce del “Giubileo delle persone socialmente escluse”, mentre in tutte le cattedrali e nei santuari del mondo si chiudevano le Porte della Misericordia, ho intuito che, come ulteriore segno concreto di questo Anno Santo straordinario, si debba celebrare in tutta la Chiesa, nella ricorrenza della XXXIII Domenica del Tempo Ordinario, la Giornata mondiale dei poveri”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E ancora, il Papa decreta l'istituzione di una Giornata mondiale dei poveri, e di una giornata del perdono, nella IV domenica di quaresima; nuove opere per esprimere la "misericordia come valore sociale"; e dispone che ogni diocesi scelga una domenica da dedicare a Bibbia e lectio divina.</div>
Giuseppe Carpitahttp://www.blogger.com/profile/15837409356114486056noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4616315071766129096.post-41864047491485396612016-10-15T19:45:00.002+02:002016-10-15T19:47:33.854+02:00“Humanam progressionem”: lo sviluppo integrale dell’uomo alla luce del Vangelo.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8P26fk1ufFpfjm-sRsvtEUCDYScgqqu5eWlQ-2gxCdJcQuiXSwLodfVjPnfuU5HnDLwgxhZtR_uOz4yWPIrdqSNpiczcPrOhVXreR5mPdNnW9O599_SE_KsYZ6rCZfZ1ckT3pTWMVbek/s1600/Humanam+progress.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="133" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8P26fk1ufFpfjm-sRsvtEUCDYScgqqu5eWlQ-2gxCdJcQuiXSwLodfVjPnfuU5HnDLwgxhZtR_uOz4yWPIrdqSNpiczcPrOhVXreR5mPdNnW9O599_SE_KsYZ6rCZfZ1ckT3pTWMVbek/s200/Humanam+progress.png" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo la nascita del nuovo Dicastero per Laici, famiglia e vita, con il Motu Proprio <em><a href="http://w2.vatican.va/content/francesco/it/motu_proprio/documents/papa-francesco-motu-proprio_20160817_humanam-progressionem.html">Humanam progressionem</a></em>,
firmato il 17 agosto scorso e pubblicato il 31 dello stesso mese, papa Francesco ha istituito il ‘’Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale”, ponendo un altro mattone per la riforma della Curia. Il santo Padre ha nominato prefetto dell’organismo il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, attualmente presidente del Pontifico Consiglio della giustizia e della pace.
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Il nuovo organismo, frutto dello studio del Consiglio dei nove cardinali (C9), mette insieme, facendone cessare le funzioni a partire dal prossimo I gennaio, i seguenti Pontifici Consigli: Giustizia e Pace, Cor Unum, Pastorale per i Migranti e gli Itineranti e Pastorale per gli Operatori Sanitari. Essendo abrogati gli articoli 142-153 della Costituzione apostolica di Giovanni Paolo II Pastor Bonus, i suddetti Consigli vengono contestualmente soppressi.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Posto che “la Chiesa è chiamata a promuovere lo sviluppo integrale dell’uomo alla luce del Vangelo. Tale sviluppo si attua mediante la cura per i beni incommensurabili della giustizia, della pace e della salvaguardia del creato”, scopo del dicastero è “attuare la sollecitudine della Santa Sede nei suddetti ambiti, come pure in quelli che riguardano la salute e le opere di carità”. In particolare, si legge nello<a href="https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2016/08/31/0606/01366.html"> Statuto</a>,
approvato nello stesso giorno del Motu Proprio, </div>
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align: justify;">
“Il Dicastero esprime pure la sollecitudine del Sommo Pontefice verso l’umanità sofferente, tra cui i bisognosi, i malati e gli esclusi, e segue con la dovuta attenzione le questioni attinenti alle necessità di quanti sono costretti ad abbandonare la propria patria o ne sono privi, gli emarginati, le vittime dei conflitti armati e delle catastrofi naturali, i carcerati, i disoccupati e le vittime delle forme contemporanee di schiavitù e di tortura e le altre persone la cui dignità è a rischio” (Art. 1 § 3).</div>
</blockquote>
<div style="text-align: justify;">
Novità di assoluto rilievo è il fatto che la Sezione che si occupa specificamente di quanto concerne i profughi e migranti “ è posta ad tempus sotto la guida del Sommo Pontefice che la esercita nei modi che ritiene opportuni” (cfr. art. 1 § 4). A tal proposito si nota che non era mai successo che un Pontefice dirigesse una sezione, anche se fino alla riforma di Paolo VI il Papa poteva guidare direttamente alcuni dicasteri, in particolare la Segreteria di Stato con Pio XII e quello dei vescovi e delle cause dei santi, che furono guidati da Giovanni XXIII e da Pio XII fino alla riforma.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Tutti temi che verranno approfonditi “nel solco della dottrina sociale della Chiesa”, adoperandosi "affinché essa sia largamente diffusa e tradotta in pratica e i rapporti sociali, economici e politici siano sempre più permeati dallo spirito del Vangelo" (cfr. art. 3 § 1).
Nel dettaglio all’art. 3 §2, lo Statuto indica i compiti operativi: </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align: justify;">
“Raccoglie notizie e risultati di indagini circa la giustizia e la pace, il progresso dei popoli, la promozione e la tutela della dignità e dei diritti umani, specialmente, ad esempio, quelli attinenti il lavoro, incluso quello minorile, il fenomeno delle migrazioni e lo sfruttamento dei migranti, il commercio di vite umane, la riduzione in schiavitù, la carcerazione, la tortura e la pena di morte, il disarmo o la questione degli armamenti nonché i conflitti armati e le loro conseguenze sulla popolazione civile e sull’ambiente naturale (diritto umanitario). Valuta questi dati e rende partecipi gli organismi episcopali delle conclusioni che ne trae, perché essi, secondo opportunità, intervengano direttamente”.
Così come, “Il Dicastero si adopera perché nelle Chiese locali sia offerta un’efficace e appropriata assistenza materiale e spirituale – se necessario anche mediante opportune strutture pastorali – agli ammalati, ai profughi, agli esuli, ai migranti, agli apolidi, ai circensi, ai nomadi e agli itineranti” (art. 3 § 3).
</div>
</blockquote>
<div style="text-align: justify;">
Un rapporto viene attuato con le istituzioni cattoliche “che s’impegnano per il rispetto della dignità di ogni persona e l’affermazione dei valori della giustizia e della pace e nell’aiuto ai popoli che sono nell’indigenza, specialmente quelle che prestano soccorso alle loro più urgenti necessità e calamità” (§ 4). Analogamente “il Dicastero può intrattenere relazioni con associazioni, istituti e organizzazioni non governative, anche al di fuori della Chiesa cattolica, impegnate nella promozione della giustizia e della pace. Esso può altresì entrare in dialogo con rappresentanti dei Governi civili e di altri soggetti di diritto internazionale pubblico, ai fini di studio, approfondimento e sensibilizzazione sulle materie di sua competenza e nel rispetto delle competenze degli altri organismi della Curia Romana” (§ 5).</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Viene poi disciplinato Rapporto con membri della Curia e con Organismi connessi, per cui l’art. 4 statuisce: </div>
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align: justify;">
"§ 1. Il Dicastero agisce in stretta collaborazione con la Segreteria di Stato, nel rispetto delle rispettive competenze. La Segreteria di Stato ha competenza esclusiva sulle materie afferenti alle relazioni con gli Stati e con gli altri soggetti di diritto pubblico internazionale.
§2. Il Dicastero mantiene stretti rapporti con la Segreteria di Stato specialmente quando si esprime pubblicamente, mediante documenti o dichiarazioni su questioni afferenti alle relazioni coi Governi civili e con gli altri soggetti di diritto internazionale pubblico.
§3. Il Dicastero collabora con la Segreteria di Stato anche partecipando alle delegazioni della Santa Sede in incontri intergovernativi nelle materie di propria competenza.
§4. Il Dicastero mantiene uno stretto rapporto con la Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, tenendo conto dei suoi Statuti.
§5. Sono costituite presso il Dicastero la Commissione per la Carità, la Commissione per l’ecologia e la Commissione per gli operatori sanitari, le quali operano secondo le loro norme. Esse sono presiedute dal Prefetto del medesimo Dicastero e da lui convocate ogni qualvolta è ritenuto opportuno, o necessario.
§6. Il Dicastero è competente nei confronti della Caritas Internationalis secondo i suoi Statuti. </div>
</blockquote>
<div style="text-align: justify;">
“Il Dicastero assume anche le competenze della Santa Sede circa l’erezione e la vigilanza di associazioni internazionali di carità e dei fondi istituiti agli stessi fini, secondo quanto stabilito nei rispettivi Statuti e nel contesto generale della legislazione vigente” (art. 5).
</div>
Giuseppe Carpitahttp://www.blogger.com/profile/15837409356114486056noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4616315071766129096.post-13141120176712710562016-08-19T16:28:00.000+02:002016-08-19T16:39:53.851+02:00Riforma della Curia Romana: nuovo dicastero per laici, famiglia e vita<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvTHOsqPVHN9fZx93HSzbMRP65OvAlONCtS_u43bWNs1bobz9g6ekBFwFFmIbPWJm9a5q0pHhceqwhb4m8x5b70-6tgX6yiHPLgcfD4ofzhF_vyn4FlWoDwOe-J6fF1wHacb7lY4ii_EM/s1600/Papa+firma.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvTHOsqPVHN9fZx93HSzbMRP65OvAlONCtS_u43bWNs1bobz9g6ekBFwFFmIbPWJm9a5q0pHhceqwhb4m8x5b70-6tgX6yiHPLgcfD4ofzhF_vyn4FlWoDwOe-J6fF1wHacb7lY4ii_EM/s200/Papa+firma.jpg" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Nel solco della secolare cura della Chiesa riguardo i laici, la famiglia e la vita, segno dell’amore del Salvatore misericordioso verso l’umanità, il 15 agosto, solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, Giubileo della Misericordia, il Sommo Pontefice Francesco con <a href="http://w2.vatican.va/content/francesco/it/motu_proprio/documents/papa-francesco-motu-proprio_20160815_sedula-mater.html">Lettera Apostolica “Sedula Mater” in forma di Motu Proprio</a>
ha istituito il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, che sarà disciplinato da speciali Statuti.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Competenze e funzioni finora appartenuti al Pontificio Consiglio per i Laici e al Pontificio Consiglio per la Famiglia, saranno trasferiti a questo Dicastero dal prossimo 1° settembre, con definitiva cessazione dei suddetti Pontifici Consigli. <a href="http://www.news.va/it/news/vescovo-dallas-kevin-farrel-prefetto-nuovo-dicaste">Prefetto </a>
del nuovo organismo è stato nominato mons. Kevin Joseph Farrell, finora vescovo della Diocesi di Dallas.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Natura e portata di un’altra decisione trovano spiegazione nel <a href="http://w2.vatican.va/content/francesco/it/letters/2016/documents/papa-francesco_20160815_chirografo-mons-paglia.html">chirografo</a>
che il Santo Padre ha inviato a mons. Vincenzo Paglia, nominandolo Gran Cancelliere del Pontificio Istituto “Giovanni Paolo II” per studi su matrimonio e famiglia, nonché presidente della Pontificia Accademia per la vita. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Il Papa scrive: “in occasione della riforma della Curia Romana, mi è sembrato opportuno che anche le Istituzioni poste al servizio della Santa Sede con l’attività di ricerca e di formazione sui temi relativi al Matrimonio, alla Famiglia e alla Vita, procedano ad un rinnovamento e ad un ulteriore sviluppo per iscrivere la loro azione sempre più chiaramente nell’orizzonte della misericordia”.
Evocando il Magistero in materia sulla scia del Vaticano II, Francesco richiama il recente Sinodo sulla Famiglia, con l’Esortazione Apostolica Amoris laetitia e auspica un confronto “con le sfide della cultura contemporanea. L’ambito di riflessione siano le frontiere; anche nello studio teologico non venga mai meno la prospettiva pastorale e l’attenzione alle ferite dell’umanità”.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
In particolare, il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia, dovrà favorire “un adeguato sviluppo dell’attività di riflessione, ricerca e insegnamento dell’Istituto, affinché esso diventi un ambito privilegiato per aiutare le famiglie a vivere la loro vocazione e missione nella Chiesa e nel mondo di oggi”. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Preside del Pontificio Istituto “Giovanni Paolo II” per Studi su Matrimonio e Famiglia, il Pontefice ha nominato <a href="http://www.news.va/it/news/vescovo-dallas-kevin-farrel-prefetto-nuovo-dicaste">mons. Pierangelo Sequeri</a>, attualmente preside della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Così come la Pontificia Accademia per la Vita, è chiamata ad occuparsi “delle nuove sfide che concernono il valore della Vita” e cioè dei “diversi aspetti che riguardano la cura della dignità della persona umana nelle diverse età dell’esistenza, il rispetto reciproco fra generi e generazioni, la difesa della dignità di ogni singolo essere umano, la promozione di una qualità della vita umana che integri il valore materiale e spirituale, nella prospettiva di un’autentica “ecologia umana”, che aiuti a ritrovare l’equilibrio originario della Creazione tra la persona umana e l’intero universo”. </div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il Papa, nel chiedere di operare ad intra in sinergia tra l’Accademia e l’Istituto Giovanni Paolo II, collegandosi col “Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, nella consapevolezza che alcuni argomenti spetteranno al nuovo Dicastero che si occuperà della pastorale sanitaria”, aggiunge: “In questa prospettiva, ti adopererai a favorire il dialogo cordiale e fattivo con altri Istituti scientifici e Centri accademici, anche in ambito ecumenico o interreligioso, sia di ispirazione cristiana che di altre tradizioni culturali e religiose. Chinarsi sulle ferite dell’uomo, per comprenderle, curarle e guarirle è compito di una Chiesa fiduciosa nella luce e nella forza di Cristo risorto, capace di affrontare anche i luoghi della tensione e del conflitto come un “ospedale da campo”, che vive, annuncia e realizza la sua missione di salvezza e di guarigione proprio là dove la vita degli individui è più minacciata dalle nuove culture della competizione e dello scarto”.
</div>
Giuseppe Carpitahttp://www.blogger.com/profile/15837409356114486056noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4616315071766129096.post-42883289580741013272016-08-06T13:02:00.001+02:002016-08-06T13:02:04.591+02:00Pellegrino tra pellegrini<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjx8GIPKNns8PymdhttZalRi5sBrY3COVV06GZyYaExq-W4EB_FTlSYcsd5MVRvadEjQuYIuxoYAeMV2TzeZaBUERt6tgMvO0ioP4V4S3nT3UnYVRZkmaJbmcJYoIohTS5BQegY8qIxW9o/s1600/Papa+in+Porziuncola.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjx8GIPKNns8PymdhttZalRi5sBrY3COVV06GZyYaExq-W4EB_FTlSYcsd5MVRvadEjQuYIuxoYAeMV2TzeZaBUERt6tgMvO0ioP4V4S3nT3UnYVRZkmaJbmcJYoIohTS5BQegY8qIxW9o/s200/Papa+in+Porziuncola.jpg" width="133" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Tutta incentrata sul senso del perdono<a href="http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2016/august/documents/papa-francesco_20160804_assisi-santamariadegliangeli.html"> la meditazione</a>
di papa Francesco svolta nel pomeriggio del 4 agosto scorso davanti alla Porziuncola, durante la visita alla basilica di Santa Maria degli Angeli per l'ottavo centenario del Perdono di Assisi.
Visita particolare, di carattere privato, da pellegrino tra pellegrini, nonostante la folla accorsa per accoglierlo dentro e fuori la basilica angelana.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Il Pontefice, partendo dalle parole, che secondo un’antica tradizione san Francesco pronunciò proprio nel luogo della Porziuncola, “Voglio mandarvi tutti in paradiso!”, ed aver evocato la fede nel paradiso professata nella Chiesa attraverso la comunione dei santi, si è soffermato sul senso del perdono:
</div>
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align: justify;">
<em>Quella del perdono è certamente la strada maestra da seguire per raggiungere quel posto in Paradiso. E’ difficile perdonare!... Sappiamo bene, infatti, che siamo pieni di difetti e ricadiamo spesso negli stessi peccati. Eppure, Dio non si stanca di offrire sempre il suo perdono ogni volta che lo chiediamo… Il perdono di Dio non conosce limiti; va oltre ogni nostra immaginazione e raggiunge chiunque, nell’intimo del cuore, riconosce di avere sbagliato e vuole ritornare a Lui. Dio guarda al cuore che chiede di essere perdonato… Quando siamo noi in debito con gli altri, pretendiamo la misericordia; quando invece siamo in credito, invochiamo la giustizia!... Gesù ci insegna a perdonare, e a farlo senza limiti: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette» (v. 22). Insomma, quello che ci propone è l’amore del Padre, non la nostra pretesa di giustizia. Fermarsi a questa, infatti, non ci farebbe riconoscere come discepoli di Cristo, che hanno ottenuto misericordia ai piedi della Croce solo in forza dell’amore del Figlio di Dio.</em></div>
</blockquote>
Da ciò, dunque, la peculiarità del Perdono di Assisi, alla luce del tempo che si vive:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align: justify;">
<em>Cari fratelli e sorelle, il perdono di cui san Francesco si è fatto “canale” qui alla Porziuncola continua a “generare paradiso” ancora dopo otto secoli. In questo Anno Santo della Misericordia diventa ancora più evidente come la strada del perdono possa davvero rinnovare la Chiesa e il mondo. Offrire la testimonianza della misericordia nel mondo di oggi è un compito a cui nessuno di noi può sottrarsi. Ripeto: offrire la testimonianza della misericordia nel mondo di oggi è un compito a cui nessuno di noi può sottrarsi. Il mondo ha bisogno di perdono; troppe persone vivono rinchiuse nel rancore e covano odio, perché incapaci di perdono, rovinando la vita propria e altrui piuttosto che trovare la gioia della serenità e della pace. Chiediamo a san Francesco che interceda per noi, perché mai rinunciamo ad essere umili segni di perdono e strumenti di misericordia.</em>
</div>
</blockquote>
Giuseppe Carpitahttp://www.blogger.com/profile/15837409356114486056noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4616315071766129096.post-51145721729598934822016-08-02T23:24:00.000+02:002016-08-02T23:29:52.501+02:00“Perdono di Assisi, cammino di Chiesa”<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKnYayqv2oxPyyHi8Ak7FURVUkuFEdD4EXeGN6wSnmkIrQkDKNQPLGicxmjHIxs8hmBJrXsq5Z1jGPMWWVHG4SOZoh2iYFfJDdDtWj57h8befWn4KoUJgZ4_gOF6FmIOf2lJoEcLsXQ1E/s1600/Porziuncola+3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKnYayqv2oxPyyHi8Ak7FURVUkuFEdD4EXeGN6wSnmkIrQkDKNQPLGicxmjHIxs8hmBJrXsq5Z1jGPMWWVHG4SOZoh2iYFfJDdDtWj57h8befWn4KoUJgZ4_gOF6FmIOf2lJoEcLsXQ1E/s200/Porziuncola+3.jpg" width="150" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Celebrata la festa del Perdono della Porziuncola a S. Maria degli Angeli, per coglierne “il senso e l’attualità nell’attuale contesto storico” è utile riprendere la<a href="http://www.diocesiassisi.it/assisi/allegati/1114/PerdonoDiAssisi_LetteraPastorale2016.pdf"> Lettera pastorale </a>
del Vescovo di Assisi-Nocera U.- Gualdo T. , mons. Domenico Sorrentino, data il 29 giugno 2016 e rivolta ai fedeli della Diocesi e ai pellegrini nell’VIII centenario (1216 – 2016) dell’indulgenza. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Indulgenza ottenuta da parte di papa Onorio III da san Francesco, che dando la notizia del “perdono”, il 2 agosto 1216, esclamò: «Io vi voglio mandare tutti in Paradiso!».</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
" La Porziuncola “ – scrive mons. Sorrentino – “diveniva una porta del cielo. Aperta soprattutto per i semplici e poveri. Casa dove la presenza di Dio si percepisce come una carezza e le pietre hanno il calore di un grembo materno. Tutto vi dice semplicità, non disturbata, anzi evidenziata, dall’arte che la decora, specialmente nell’Annunciazione in cui la Vergine è tutta ascolto, plasmata dallo Spirito,
pronta per l’incarnazione del Verbo di Dio”.
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Per spiegare il senso dell’indulgenza, il vescovo evidenzia il rapporto col peccato e gli effetti di questo: “Alcune conseguenze di esso ci affliggono persino quando esso è stato perdonato. Difficilmente infatti portiamo nella confessione una contrizione così profonda da aprire alla grazia tutte le fibre del nostro essere. Il peccato lascia in noi delle “scorie” dolorose. La teologia ne parla in termini di “pena”. Espressione che non dev’essere intesa come se si trattasse di punizione
inflitta da Dio in nome di una giustizia “vendicativa”. Piuttosto, come spiega il Catechismo della Chiesa Cattolica, si tratta di qualcosa «derivante dalla natura stessa del peccato» (CCC 1472). </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Peccato, dunque, come “malattia dell’anima”, che va curata: “In funzione di questa “cura”, nell’antica maniera di celebrare il sacramento della riconciliazione, che registrò diverse fasi e forme, erano previsti atti gravosi di penitenza. Col tempo si affermò una diversa pedagogia: una
sorta di cura “intensiva” della misericordia, che, sulla base del perdono sacramentale ottenuto col pentimento sincero e il proposito di vita nuova, consiste nell’implorazione ecclesiale, dunque non solo individuale, di una grazia ulteriore che spinga a una risposta sempre più profonda all’amore di
Dio. Nasce così l’attuale prassi dell’indulgenza” che “ espande in noi l’efficacia del perdono sacramentale, favorendo un’apertura a Dio così profonda, da disporre il nostro cuore all’incontro definitivo con Lui, quando lo vedremo così come Egli è (cf 1Gv 3,2)”. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Il pastore di Assisi-Nocera U.-Gualdo T. aggiunge che rivere l’indulgenza in Porziuncola “sotto lo sguardo tenero della Madre, è un po’ come lasciarci curare in un singolare “ambulatorio”, in cui Gesù, il medico divino, nella misura della nostra docilità, toglie da noi il “cuore di pietra” e ci dona un “cuore di carne”: il suo stesso cuore! «Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo» (Ez 36,36)”.
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Indulgenza che diventa così “una energia interiore con cui lo Spirito Santo dà nuova forza al nostro impegno”.
Ma l’indulgenza, attraverso la preghiera “fatta in fraterna unità” è pure un fatto ecclesiale, andando oltre il semplice impegno individuale: “«Se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà» (Mt 18,19). Preghiera, a maggior ragione, efficace, quando vi è coinvolta, attraverso il ministero del Papa, l’intera Chiesa. Da Onorio III, che concesse questo dono alla Porziuncola, a papa Francesco, che viene a visitarla per ricevere egli stesso questo dono, brilla in Porziuncola il servizio del successore di Pietro all’unità e alla santità della Chiesa: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e
le potenze degli inferi non prevarranno su di essa» (Mt 16,18). Gesù non cessa di onorare la sua promessa”. </div>
<span style="font-family: "bookantiqua" , "serif"; font-size: 12pt;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "bookantiqua" , "serif"; font-size: 12pt;"><span style="font-family: "georgia" , "serif"; mso-bidi-font-family: BookAntiqua; mso-fareast-language: IT;">E
infatti, “ Con l’indulgenza si fa una singolare esperienza della </span><span style="font-family: "georgia" , "serif"; mso-bidi-font-family: BookAntiqua-Bold; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-language: IT;">comunione ecclesiale</span><span style="font-family: "georgia" , "serif"; mso-bidi-font-family: BookAntiqua; mso-fareast-language: IT;">, quella che il Simbolo degli Apostoli chiama anche
“comunione dei santi”. Legame profondo che ci unisce a Cristo e tra di noi, e
che ha nell’Eucaristia il fondamento e il vertice”. </span></span></div>
<span style="font-family: "bookantiqua" , "serif"; font-size: 12pt;"><br />
</span><div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "bookantiqua" , "serif"; font-size: 12pt;"><span style="font-family: "bookantiqua" , "serif"; font-size: 12pt;">E ancora, “…nell’implorare l’indulgenza, è la
preghiera secondo le </span><span style="font-family: "bookantiqua-bold" , "serif"; font-size: 12pt;">intenzioni del Santo Padre</span><span style="font-family: "bookantiqua" , "serif"; font-size: 12pt;">. Anche qui in sintonia col Poverello, che amò tanto il Vicario di Cristo.
È provvidenziale a tal fine che, in questo Anno della misericordia, papa
Francesco abbia scelto di venire alla Porziuncola, pellegrino tra i pellegrini.
Lo accogliamo con gioia. Aderiamo al suo magistero. Preghiamo per lui…”.<o:p></o:p></span></span></div>
<span style="font-family: "bookantiqua" , "serif"; font-size: 12pt;">
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "bookantiqua" , "serif"; font-size: 12pt;">E infine, ma non da ultimo, nel segno della
solidarietà, “L’indulgenza fu per Francesco anche un regalo per la gente più
umile e priva di mezzi, in un tempo in cui procurarsi questo beneficio
spirituale imponeva costosi e lunghi pellegrinaggi. Francesco chiese al Papa
una indulgenza “senza obolo”. A misura dunque dei nullatenenti!”.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
</div>
<span style="font-family: "bookantiqua" , "serif"; font-size: 12pt;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "bookantiqua" , "serif"; font-size: 12pt;"> </span></div>
<span style="font-family: "bookantiqua" , "serif"; font-size: 12pt;">
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "bookantiqua" , "serif"; font-size: 12pt;"> </span></div>
<span style="font-family: "bookantiqua" , "serif"; font-size: 12pt;">
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "bookantiqua" , "serif"; font-size: 12pt;"> </span></div>
<span style="font-family: "bookantiqua" , "serif"; font-size: 12pt;">
</span><div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "bookantiqua" , "serif"; font-size: 12pt;"> </span></div>
<span style="font-family: "bookantiqua" , "serif"; font-size: 12pt;">
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; mso-layout-grid-align: none;">
</div>
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
Giuseppe Carpitahttp://www.blogger.com/profile/15837409356114486056noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4616315071766129096.post-51211211644825859642016-07-24T17:20:00.001+02:002016-07-24T17:31:14.642+02:00"La ricerca del volto di Dio"<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjh-CMKpLp7ngcqJAtxf6H9N5jm0JdkaBX1n2cjGjBcUxzlwE6qHoSpYvKhSpBQStRLd3OnwJSeSltti80M8bsJNlQaKKJlUQwxC_pkVU-lGnGE0L7dB3Y9K5DouPUiEQ5mCSwZn8hQpzA/s1600/Clausura2.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="196" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjh-CMKpLp7ngcqJAtxf6H9N5jm0JdkaBX1n2cjGjBcUxzlwE6qHoSpYvKhSpBQStRLd3OnwJSeSltti80M8bsJNlQaKKJlUQwxC_pkVU-lGnGE0L7dB3Y9K5DouPUiEQ5mCSwZn8hQpzA/s200/Clausura2.png" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
È dedicata alla vita contemplativa femminile la Costituzione apostolica <em><a href="http://w2.vatican.va/content/francesco/it/apost_constitutions/documents/papa-francesco_costituzione-ap_20160629_vultum-dei-quaerere.html">Vultum Dei quaerere</a></em>,
firmata da Papa Francesco il 29 giugno scorso e <a href="http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2016/07/22/0531/01200.html">presentata</a>
il successivo 22 luglio, nel giorno in cui la Chiesa ha celebrato per la prima volta la “festa” liturgica di Maria Maddalena.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
La <em>Vultum Dei quaerere</em>, “La ricerca del volto di Dio”, viene data con la forma della Costituzione apostolica, cioè di un documento solenne che sottolinea l’importanza della materia e arriva a 66 anni dalla pubblicazione della precedente Costituzione Sponsa Christi (1950) di Pio XII.<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
E’ lo stesso Francesco a precisare la ratio di questo suo atto magisteriale: “A cinquant’anni dal Concilio Vaticano II, dopo le dovute consultazioni e attento discernimento, ho ritenuto necessario offrire alla Chiesa, con particolare riferimento ai monasteri di rito latino, la presente Costituzione Apostolica, che tenesse conto sia dell’intenso e fecondo cammino percorso dalla Chiesa stessa negli ultimi decenni, alla luce degli insegnamenti del Concilio Ecumenico Vaticano II, sia delle mutate condizioni socio-culturali. Questo tempo ha visto un rapido progresso della storia umana: con essa è opportuno intessere un dialogo che però salvaguardi i valori fondamentali su cui è fondata la vita contemplativa, la quale, attraverso le sue istanze di silenzio, di ascolto, di richiamo all’interiorità, di stabilità, può e deve costituire una sfida per la mentalità di oggi. Con questo Documento desidero ribadire il mio personale apprezzamento, unitamente al riconoscimento grato di tutta la Chiesa, per la singolare forma di sequela Christi che conducono le monache di vita contemplativa, che per non poche è vita integralmente contemplativa, dono inestimabile e irrinunciabile che lo Spirito Santo continua a suscitare nella Chiesa” (n.8).</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Al documento, che si chiude con 14 articoli dispositivi, seguirà una nuova Istruzione che sarà redatta dalla competente Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica e che riguarderà i temi indicati al n. 12 del documento e cioè: <em>formazione, preghiera, Parola di Dio, Eucaristia e Riconciliazione, vita fraterna in comunità, autonomia, federazioni, clausura, lavoro, silenzio, mezzi di comunicazione e ascesi</em>.
La Costituzione, tiene conto del cammino percorso dalla Chiesa negli ultimi decenni e delle mutate condizioni socio-culturali ed è rivolta, appunto, alle religiose contemplative che, secondo le statistiche, sono circa quaranta mila nel mondo, di cui oltre la metà è presente in Europa, dove si trovano anche la maggior parte dei quattro mila monasteri. Segue l’America del Sud e del Nord, l’Asia, l’Africa e l’Oceania. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Papa Francesco ha inteso evocare il cammino ecclesiale compiuto attraverso il Magistero conciliare e pontificio, che ha manifestato sempre una particolare sollecitudine nei confronti di tutte le forme di vita consacrata. Per questo il Pontefice ha citato le fonti di riferimento, tra le quali particolare attenzione meritano con riferimento al Vaticano II la Costituzione dogmatica sulla Chiesa <em>Lumen gentium</em> e il Decreto sul rinnovamento della vita religiosa <em>Perfectae caritatis</em>. “Il primo colloca la vita consacrata all’interno dell’ecclesiologia del popolo di Dio, al quale appartiene a pieno titolo, per la comune chiamata alla santità e per le sue radici nella consacrazione battesimale. Il secondo chiede ai consacrati un rinnovamento adeguato alle mutate condizioni dei tempi, offrendo i criteri irrinunciabili di tale rinnovamento: fedeltà a Cristo, al Vangelo, al proprio carisma, alla Chiesa e all’uomo di oggi” (n. 7). Così come, aggiunge il Pontefice: “Non possiamo dimenticare l’Esortazione apostolica post-sinodale <em>Vita consecrata</em>, del mio predecessore san Giovanni Paolo II. Questo documento, che raccoglie la ricchezza del Sinodo dei Vescovi sulla vita consacrata, contiene elementi sempre molto validi per continuare il rinnovamento della vita consacrata e rinvigorirne la significatività evangelica nel nostro tempo (cfr soprattutto nn. 59 e 68)” (ibidem).</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
E ancora, il Papa si diffonde con la citazione di altre disposizioni contenute in successivi documenti come il Catechismo della Chiesa Cattolica, promulgato l’11 ottobre 1992 (cfr. n. 7).
Nell’illustrare il contenuto della contemplazione, che porta ad avere “una mente limpida, in cui risuonano le vibrazioni del Verbo e la voce dello Spirito quale soffio di brezza leggera (cfr 1 Re 19,12)”, il Papa ricorda tuttavia che “In questa quiete silenziosa e assorta della mente e del cuore si possono insinuare varie tentazioni, per cui la vostra contemplazione può diventare terreno di combattimento spirituale, che voi sostenete coraggiosamente a nome e a beneficio della Chiesa intera, che vi sa sentinelle fedeli, forti e tenaci nella lotta. Tra le tentazioni più insidiose per un contemplativo, ricordiamo quella chiamata dai padri del deserto “demonio meridiano”: è la tentazione che sfocia nell’apatia, nella routine, nella demotivazione, nell’accidia paralizzante” (n. 11). </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Quanto ai dodici temi della vita consacrata in generale e, in particolare, della tradizione monastica indicati al n. 12, circa la <em>formazione</em>, mentre si precisa che essa "tende a un’armonica condizione di comunione con Dio e con le sorelle, all’interno di una atmosfera di silenzio protetto dalla clausura quotidiana"<il avviene="" cammino="" che="" comunit="" deve="" dove="" e="" favorire="" formativo="" fraterna="" il="" in="" la="" le="" luogo="" manifestazioni="" monastero="" ordinario="" sue="" tale="" tutte="" vita=""> (n. 13), Francesco ammonisce ad avere "attenzione al discernimento vocazionale e spirituale, senza lasciarsi prendere dalla tentazione del numero e della efficienza"<grande al="" attenzione="" dalla="" del="" della="" discernimento="" e="" efficienza="" lasciarsi="" numero="" prendere="" senza="" spirituale="" tentazione="" vocazionale=""> (n. 15).
Viene messa in evidenza poi l’importanza e l’utilità per la vita della Chiesa della <em>preghiera</em> di intercessione per coloro che si trovano in stato di disagio e povertà, facendo esperienza della misericordia risanatrice del Signore (cfr. n. 16). </grande></il></div>
<div style="text-align: justify;">
<il avviene="" cammino="" che="" comunit="" deve="" dove="" e="" favorire="" formativo="" fraterna="" il="" in="" la="" le="" luogo="" manifestazioni="" monastero="" ordinario="" sue="" tale="" tutte="" vita=""><grande al="" attenzione="" dalla="" del="" della="" discernimento="" e="" efficienza="" lasciarsi="" numero="" prendere="" senza="" spirituale="" tentazione="" vocazionale=""></grande></il> </div>
<div style="text-align: justify;">
<il avviene="" cammino="" che="" comunit="" deve="" dove="" e="" favorire="" formativo="" fraterna="" il="" in="" la="" le="" luogo="" manifestazioni="" monastero="" ordinario="" sue="" tale="" tutte="" vita=""><grande al="" attenzione="" dalla="" del="" della="" discernimento="" e="" efficienza="" lasciarsi="" numero="" prendere="" senza="" spirituale="" tentazione="" vocazionale="">
E ancora si richiama la centralità della <em>Parola di Dio</em> per la vita monastica sul piano personale e comunitario (cfr. n. 19), unitamente ai sacramenti dell’<em>Eucaristia</em> e della <em>Riconciliazione</em>, ove il primo “introduce quotidianamente nel mistero dell’amore, che è amore sponsale: «Cristo è lo Sposo della Chiesa come Redentore del mondo” (cfr. n. 22). E “Dall’Eucaristia scaturisce l’impegno di conversione continua, che trova la sua espressione sacramentale nella Riconciliazione. La frequente celebrazione personale o comunitaria del sacramento della Riconciliazione o della Penitenza sia per voi occasione privilegiata per contemplare il volto misericordioso del Padre, Gesù Cristo, per rinnovare il vostro cuore e purificare il vostro rapporto con Dio nella contemplazione. Dall’esperienza gioiosa del perdono ricevuto da Dio in questo sacramento scaturisce la grazia di diventare profeti e ministri di misericordia e strumenti di riconciliazione, perdono e pace, profeti e ministri di cui il nostro mondo oggi ha particolarmente bisogno” (n.23).
</grande></il></div>
<div style="text-align: justify;">
<il avviene="" cammino="" che="" comunit="" deve="" dove="" e="" favorire="" formativo="" fraterna="" il="" in="" la="" le="" luogo="" manifestazioni="" monastero="" ordinario="" sue="" tale="" tutte="" vita=""><grande al="" attenzione="" dalla="" del="" della="" discernimento="" e="" efficienza="" lasciarsi="" numero="" prendere="" senza="" spirituale="" tentazione="" vocazionale=""></grande></il> </div>
<div style="text-align: justify;">
<il avviene="" cammino="" che="" comunit="" deve="" dove="" e="" favorire="" formativo="" fraterna="" il="" in="" la="" le="" luogo="" manifestazioni="" monastero="" ordinario="" sue="" tale="" tutte="" vita=""><grande al="" attenzione="" dalla="" del="" della="" discernimento="" e="" efficienza="" lasciarsi="" numero="" prendere="" senza="" spirituale="" tentazione="" vocazionale="">Il Papa ricorda a proposito della <em>vita fraterna in comunità </em>(cfr. nn. 24-26) “ che gli uomini e le donne del nostro tempo si aspettano da voi una testimonianza di vera comunione fraterna che con forza manifesti, nella società segnata da divisioni e disuguaglianze, che è possibile e bello vivere insieme (cfr Sal 133,1), nonostante le differenze generazionali, di formazione e, a volte, culturali. Le vostre comunità siano segni credibili che queste differenze, lungi dal costituire un impedimento alla vita fraterna, la arricchiscono. Ricordatevi che unità e comunione non significano uniformità, e che si nutrono di dialogo, condivisione, aiuto reciproco e profonda umanità, specialmente nei confronti dei membri più fragili e bisognosi” (n. 26).
</grande></il></div>
<div style="text-align: justify;">
<il avviene="" cammino="" che="" comunit="" deve="" dove="" e="" favorire="" formativo="" fraterna="" il="" in="" la="" le="" luogo="" manifestazioni="" monastero="" ordinario="" sue="" tale="" tutte="" vita=""><grande al="" attenzione="" dalla="" del="" della="" discernimento="" e="" efficienza="" lasciarsi="" numero="" prendere="" senza="" spirituale="" tentazione="" vocazionale=""></grande></il> </div>
<div style="text-align: justify;">
<il avviene="" cammino="" che="" comunit="" deve="" dove="" e="" favorire="" formativo="" fraterna="" il="" in="" la="" le="" luogo="" manifestazioni="" monastero="" ordinario="" sue="" tale="" tutte="" vita=""><grande al="" attenzione="" dalla="" del="" della="" discernimento="" e="" efficienza="" lasciarsi="" numero="" prendere="" senza="" spirituale="" tentazione="" vocazionale="">Dopo aver toccato aspetti riguardanti la vita organizzata delle comunità (cfr. nn. 28-31), Francesco si sofferma sul <em> lavoro</em>, per il quale dice: “Sia per voi ancora e sempre valido il motto della tradizione benedettina “ora et labora”, che educa a trovare un rapporto equilibrato tra la tensione verso l’Assoluto e l’impegno nelle responsabilità quotidiane, tra la quiete della contemplazione e l’alacrità nel servizio” (n. 32).
Per il chiasso esteriore ed interiore del nostro tempo, appare quanto mai opportuno il richiamo ad una peculiarità della vita contemplativa data dal <em>silenzio</em>: “…considero importante prestare attenzione al silenzio abitato dalla Presenza, come spazio necessario di ascolto e di ruminatio della Parola e presupposto per uno sguardo di fede che colga la presenza di Dio nella storia personale, in quella dei fratelli e delle sorelle che il Signore vi dona e nelle vicende del mondo contemporaneo. Il silenzio è vuoto di sé stessi per fare spazio all’accoglienza…” (n. 33).</grande></il></div>
<div style="text-align: justify;">
<il avviene="" cammino="" che="" comunit="" deve="" dove="" e="" favorire="" formativo="" fraterna="" il="" in="" la="" le="" luogo="" manifestazioni="" monastero="" ordinario="" sue="" tale="" tutte="" vita=""><grande al="" attenzione="" dalla="" del="" della="" discernimento="" e="" efficienza="" lasciarsi="" numero="" prendere="" senza="" spirituale="" tentazione="" vocazionale=""></grande></il> </div>
<div style="text-align: justify;">
<il avviene="" cammino="" che="" comunit="" deve="" dove="" e="" favorire="" formativo="" fraterna="" il="" in="" la="" le="" luogo="" manifestazioni="" monastero="" ordinario="" sue="" tale="" tutte="" vita=""><grande al="" attenzione="" dalla="" del="" della="" discernimento="" e="" efficienza="" lasciarsi="" numero="" prendere="" senza="" spirituale="" tentazione="" vocazionale="">
E rimanendo su questa lunghezza d’onda il successivo passaggio tocca <em>i mezzi di comunicazione</em>: “Nella nostra società la cultura digitale influisce in modo decisivo nella formazione del pensiero e nel modo di rapportarsi con il mondo e, particolarmente, con le persone. Questo clima culturale non lascia immuni le comunità contemplative. Certamente questi mezzi possono essere strumenti utili per la formazione e la comunicazione, ma vi esorto a un prudente discernimento affinché siano al servizio della formazione alla vita contemplativa e delle comunicazioni necessarie, e non occasione di dissipazione o di evasione dalla vita fraterna in comunità, né danno per la vostra vocazione, né ostacolo per la vostra vita interamente dedita alla contemplazione. </grande></il></div>
<div style="text-align: justify;">
<il avviene="" cammino="" che="" comunit="" deve="" dove="" e="" favorire="" formativo="" fraterna="" il="" in="" la="" le="" luogo="" manifestazioni="" monastero="" ordinario="" sue="" tale="" tutte="" vita=""><grande al="" attenzione="" dalla="" del="" della="" discernimento="" e="" efficienza="" lasciarsi="" numero="" prendere="" senza="" spirituale="" tentazione="" vocazionale=""></grande></il> </div>
<div style="text-align: justify;">
<il avviene="" cammino="" che="" comunit="" deve="" dove="" e="" favorire="" formativo="" fraterna="" il="" in="" la="" le="" luogo="" manifestazioni="" monastero="" ordinario="" sue="" tale="" tutte="" vita=""><grande al="" attenzione="" dalla="" del="" della="" discernimento="" e="" efficienza="" lasciarsi="" numero="" prendere="" senza="" spirituale="" tentazione="" vocazionale="">
Infine l’<em>ascesi</em>, per liberarsi da tutto quello che è proprio della “mondanità” e vivere secondo la logica del Vangelo col dono di sé, rispondendo “alle attese dei fratelli e delle sorelle, nonché alle esigenze morali e spirituali intrinseche a ciascuno dei tre consigli evangelici da voi professati con voto solenne. A questo proposito, la vostra vita interamente donata acquista un forte senso profetico: sobrietà, distacco dalle cose, consegna di sé stessi nell’obbedienza, trasparenza nelle relazioni…” (n. 35).</grande></il></div>
<div style="text-align: justify;">
<il avviene="" cammino="" che="" comunit="" deve="" dove="" e="" favorire="" formativo="" fraterna="" il="" in="" la="" le="" luogo="" manifestazioni="" monastero="" ordinario="" sue="" tale="" tutte="" vita=""><grande al="" attenzione="" dalla="" del="" della="" discernimento="" e="" efficienza="" lasciarsi="" numero="" prendere="" senza="" spirituale="" tentazione="" vocazionale="">
</grande></il></div>
<div style="text-align: justify;">
<il avviene="" cammino="" che="" comunit="" deve="" dove="" e="" favorire="" formativo="" fraterna="" il="" in="" la="" le="" luogo="" manifestazioni="" monastero="" ordinario="" sue="" tale="" tutte="" vita=""><grande al="" attenzione="" dalla="" del="" della="" discernimento="" e="" efficienza="" lasciarsi="" numero="" prendere="" senza="" spirituale="" tentazione="" vocazionale="">In conclusione, Papa Bergoglio afferma: “ Il mondo e la Chiesa hanno bisogno di voi, come “fari” che illuminano il cammino degli uomini e delle donne del nostro tempo. Questa sia la vostra profezia. La vostra scelta non è un fuggire dal mondo per paura, come alcuni pensano. Voi continuate a stare nel mondo, senza essere del mondo (cfr Gv 18,19) e, benché separate da esso, mediante segni che esprimono la vostra appartenenza a Cristo, non cessate di intercedere costantemente per l’umanità, presentando al Signore i suoi timori e le sue speranze, le sue gioie e le sue sofferenze” (n. 36).
</grande></il></div>
Giuseppe Carpitahttp://www.blogger.com/profile/15837409356114486056noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4616315071766129096.post-52102016026939546442016-06-02T16:53:00.002+02:002016-06-03T16:11:53.030+02:00Cambiare il mondo a partire da Assisi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCRRHXf0FI1XI-RFQwqBgzG90t9l_MspPaIouBkFKN21RKjPE9Z2L54pRdl0CLe1bP-Y5BPvLNIMJx0wRBoRdB2fQqg-EnCnbsFvHnT1W9_KjAXBW3qEdN-gWOExFv9t06eQH6rQ9obfE/s1600/Stefania.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="112" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCRRHXf0FI1XI-RFQwqBgzG90t9l_MspPaIouBkFKN21RKjPE9Z2L54pRdl0CLe1bP-Y5BPvLNIMJx0wRBoRdB2fQqg-EnCnbsFvHnT1W9_KjAXBW3qEdN-gWOExFv9t06eQH6rQ9obfE/s200/Stefania.png" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Uno slogan ambizioso e per taluno pure temerario quello scelto da Stefania Proietti per definire il suo progetto per Assisi, candidandosi alla carica di Sindaco della città serafica. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Un progetto che nasce civico, aperto cioè ai contributi di quanti, senza pregiudizi ideologici, lo condividono e che ha portato comunque all’adesione di forze politiche importanti quali il partito democratico e di altri movimenti politici.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Un progetto che guarda alla persona umana a partire dai più fragili e bisognosi. Ed è per questo che privilegia in modo peculiare e distinto le risorse e la salvaguardia del creato. Un progetto tanto coraggioso quanto rivoluzionario per il governo di una città-simbolo nel mondo nel segno di san Francesco. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Un progetto di cui si fa carico in prima persona una donna giovane, coniugata cristianamente e madre di due figli, docente universitario in “Energy Systems and Internal Combustion Engines” e professionista di successo nel campo dell’ingegneria ecosostenibile, con riconoscimenti internazionali sia nel mondo civile che ecclesiale.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Un progetto che dà una visione strategica, sottratta alla logica del giorno per giorno e, quindi, dettagliata con precisi interventi che sono impegni verso i cittadini nell’arco della durata della <em>consiliatura</em> che verrà eletta il prossimo 5 giugno, salvo l’eventuale ballottaggio del 19 dello stesso mese. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Un programma, articolato in 10 punti, che tocca l’organizzazione e l’utilizzo della città, la tutela dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile; l’innovazione; la sicurezza e la legalità; la partecipazione; la formazione, scuola, educazione, università; l’associazionismo, il volontariato , cooperazione e terzo settore; comunicazione e media; Assisi smart city.
Un programma che, in un’ottica antropologica definita, procede dai servizi alla famiglia e alle persone per la vita (sportello del cittadino; asilo nido comunale; promozione asili nido aziendali, incentivazione con il libero associazionismo di attività di animazione territoriale per le persone sole e gli anziani; banca del tempo; reti di solidarietà; promozione di una vera cultura della famiglia con relative iniziative di sostegno alla genitorialità; prevenzione delle diverse forme di violenza sulle donne e degli atti di bullismo tra i ragazzi; progetti di solidarietà e inclusione).</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Un programma credibile perché interpretato da uomini e donne che, ricchi solo della propria esperienza di vita, in modo disinteressato, si sono uniti a Stefania Proietti, mettendo al servizio del bene del Comune assisiate le proprie competenze e , perciò, meritandosi la fiducia degli elettori.
</div>
Giuseppe Carpitahttp://www.blogger.com/profile/15837409356114486056noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4616315071766129096.post-49285898787048391632016-05-18T18:01:00.001+02:002016-05-19T19:48:10.470+02:00Dal Sinodo alla sinodalità<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg218sVHiAz5vMs7q3GnkR48fAWjPpG6PHWSHDZFD6rDGjq8SvBCvMdsJyqxwkzMtysJ7niS8bxwWxgKB_P5R981oT-_dLIYVaZcZzn2hHLfITtasp6U20sVsiwUKB4Lpo5uvp0hZ09Nt4/s1600/Vescovo+%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg218sVHiAz5vMs7q3GnkR48fAWjPpG6PHWSHDZFD6rDGjq8SvBCvMdsJyqxwkzMtysJ7niS8bxwWxgKB_P5R981oT-_dLIYVaZcZzn2hHLfITtasp6U20sVsiwUKB4Lpo5uvp0hZ09Nt4/s200/Vescovo+%25282%2529.jpg" width="147" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Nella veglia di Pentecoste di sabato scorso, mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera U.-Gualdo T. , ha consegnato alla comunità diocesana il Libro del Sinodo dal titolo eloquente <em>Tu sei la nostra GIOIA!</em>
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Si tratta - come si legge nella premessa – di una “tabella di marcia”, di “Uno strumento di comunione per un popolo in cammino, desideroso di rendere il suo passo più sicuro e spedito, avendo ben chiaro il traguardo”. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Concluse le sessioni sinodali proprio un anno fa di questi tempi, la Chiesa che è in Assisi-Nocera U.-Gualdo T. ha ricevuto quindi dal suo Vescovo la “norma pastorale”, presentata così dallo stesso presule: </div>
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align: justify;">
“Come concludere il Sinodo, se non aprendoci al vento e al fuoco dello Spirito? È per questo che consegno i decreti sinodali nella solennità di Pentecoste! Vogliamo implorare una nuova effusione dello Spirito, che dia alla nostra Chiesa vigore e slancio per il cammino che la attende. Quanto il Signore ci ha ispirato in questi anni di riflessione ci dà una grande responsabilità. Abbiamo pregato, ci siamo confrontati, abbiamo deciso”.</div>
</blockquote>
<div style="text-align: justify;">
A proposito della natura e funzione del Sinodo e delle sue conclusioni, mons. Sorrentino spiega: </div>
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align: justify;">
“Ora è venuto il momento che mi impegna direttamente. La cura pastorale che Cristo stesso esercita, esprimendola in maniere diverse e complementari nell'insieme del suo corpo che è la Chiesa, assume una speciale connotazione nel servizio di coloro che, con l'ordinazione episcopale, sono chiamati ad essere, a suo nome, padri e pastori. Su questa base si comprende quanto prescritto dal Codice di diritto canonico: «Nel Sinodo diocesano l'unico legislatore è il Vescovo diocesano, mentre gli altri membri del Sinodo hanno solamente voto consultivo: lui solo sottoscrive le dichiarazioni e i decreti sinodali che possono essere resi pubblici soltanto per la sua autorità» (can. 466). Questo impianto giuridico, incardinato sulla decisionalità del Vescovo, potrebbe suonare mortificante rispetto al lavoro comune. Forse, nel cammino mai compiuto di rinnovamento spirituale e pastorale della Chiesa, il futuro conoscerà forme e ambiti di più larga decisionalità comunitaria. Ma, in definitiva, in qualunque assetto giuridico, ciò che è davvero importante è dare il primato alla Parola di Dio e all'azione del suo Santo Spirito. Attraverso il dialogo tra la formazione del consenso comunitario e l'espressione autoritativa dei pastori si è tutti in ascolto della voce di Cristo, il «Pastore grande delle pecore» (Eb 13, 20). Adempio così, in questo Libro, al mio dovere di rileggere le proposizioni a me offerte dall'assemblea sinodale, trasformandole in decreti per tutti. Userò un tono discorsivo, e non di arida legislazione. Si tratta
tuttavia di un indirizzo normativo e non solo esortativo”.</div>
</blockquote>
<div style="text-align: justify;">
Il testo si articola in dodici capitoli e una conclusione, per un totale di 197 pagine in calce alle quali c’è la firma del pastore Domenico. Sulla scia dei lavori sinodali, mons. Sorrentino in questa “legge” riporta “Il Vangelo della Gioia. Ripartire da Gesù” nel cap. I; e quindi gli altri temi toccati e statuiti nei successivi capitoli: “Vino nuovo in otri nuovi. Il coraggio del rinnovamento”; “Sinodalità. L’arte di camminare insieme”; “Il seminatore uscì a seminare. Evangelizzazione e catechesi”; “In spirito e verità. Liturgia,preghiera personale,pietà popolare”; “Famiglia di famiglie. Una nuova immagine di parrocchia”; Pastorale della Famiglia. Direttive per un tempo di crisi”; “Scommettere sui giovani. Per un futuro di speranza”; “ Ne ebbe compassione. Elemosina, condivisione e carità politica”; “Dove lo spirito soffia. Santuari per evangelizzare”; “Storia, cultura e mass media. Al servizio dell’evangelizzazione”; “Economia e strutture. Un uso evangelico”.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Il tutto condensato nella segno della sinodalità, che non è –come precisa l’Arcivescovo Sorrentino- “un fatto organizzativo” , ma un “evento spirituale” che “esprime il superamento dell’individualismo e la scelta di camminare insieme”, costituendo “una dimensione che appartiene alla vita cristiana: Gesù ci rende un corpo solo (cf. 1 Cor 12,12), tralci dell’unica vite (cf. Gv 15)”.
</div>
Giuseppe Carpitahttp://www.blogger.com/profile/15837409356114486056noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4616315071766129096.post-4516047319872848822016-05-06T23:31:00.000+02:002016-05-06T23:34:47.211+02:00"Sogno un Europa"<!--[if gte mso 9]><xml>
<w:LatentStyles DefLockedState="false" DefUnhideWhenUsed="true"
DefSemiHidden="true" DefQFormat="false" DefPriority="99"
LatentStyleCount="267">
<w:LsdException Locked="false" Priority="0" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Normal"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="heading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="9" QFormat="true" Name="heading 9"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 7"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 8"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" Name="toc 9"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="35" QFormat="true" Name="caption"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="10" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Title"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="1" Name="Default Paragraph Font"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="11" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtitle"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="22" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Strong"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="20" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="59" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Table Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" UnhideWhenUsed="false" Name="Placeholder Text"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="1" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="No Spacing"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" UnhideWhenUsed="false" Name="Revision"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="34" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="List Paragraph"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="29" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="30" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Quote"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 1"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 2"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 3"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 4"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 5"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="60" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="61" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="62" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Light Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="63" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="64" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Shading 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="65" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="66" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium List 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="67" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 1 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="68" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 2 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="69" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Medium Grid 3 Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="70" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Dark List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="71" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Shading Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="72" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful List Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="73" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" Name="Colorful Grid Accent 6"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="19" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtle Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="21" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Emphasis"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="31" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Subtle Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="32" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Intense Reference"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="33" SemiHidden="false"
UnhideWhenUsed="false" QFormat="true" Name="Book Title"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="37" Name="Bibliography"/>
<w:LsdException Locked="false" Priority="39" QFormat="true" Name="TOC Heading"/>
</w:LatentStyles>
</xml><![endif]--><!--[if gte mso 10]>
<style>
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:"Tabella normale";
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-priority:99;
mso-style-qformat:yes;
mso-style-parent:"";
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:11.0pt;
font-family:"Times New Roman","serif";
mso-ascii-font-family:"Times New Roman";
mso-ascii-theme-font:minor-latin;
mso-fareast-font-family:"Times New Roman";
mso-fareast-theme-font:minor-fareast;
mso-hansi-font-family:"Times New Roman";
mso-hansi-theme-font:minor-latin;
mso-bidi-font-family:"Times New Roman";
mso-bidi-theme-font:minor-bidi;}
</style>
<![endif]-->
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBAX6qDso3xVH84HNU57kXPC1_MsyAbV3ZnYAGFDiK6Uw_o-OWZFg8EoOAdqb0Tk50aYV8XhcS-JiSkJb-lJOmbEcwZ1QGtKaT7OEFYK5irGSbQmU2flRbuZyXe0hCIogrFOb34SVElig/s1600/Carlo+Magno.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="80" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBAX6qDso3xVH84HNU57kXPC1_MsyAbV3ZnYAGFDiK6Uw_o-OWZFg8EoOAdqb0Tk50aYV8XhcS-JiSkJb-lJOmbEcwZ1QGtKaT7OEFYK5irGSbQmU2flRbuZyXe0hCIogrFOb34SVElig/s200/Carlo+Magno.jpeg" width="200" /></a><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Papa Francesco è stato insignito del Premio europeo Carlo
Magno, il prestigioso riconoscimento <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">consegnato
a personalità che si sono distinte per il loro lavoro a favore della pace e
dell'integrazione europee. </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><span style="mso-bidi-font-weight: bold;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">S</span>orto nel 1949 per volontà di un gruppo
di cittadini di Aquisgrana, consiste, insieme all'attestato e al conferimento
di un premio simbolico pari a 5.000 euro, in una medaglia raffigurante l'immagine
di Carlo Magno sul trono, tratta dal più antico sigillo
della città. In passato è stato assegnato a statisti quali i fondatori
dell'Unione Europea (Alcide De Gasperi, Jean Monnet, Konrad Adenauer, Paul-Henri
Spaak, Robert Schuman). Ma anche a personalità come frère Roger Schutz<b> </b>di
Taizé e nel 2004 lo ricevette san Giovanni Paolo II.<b> </b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><span style="mso-bidi-font-weight: bold;">Co</span>me da
prassi il vincitore ha rivolto un <a href="http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2016/may/documents/papa-francesco_20160506_premio-carlo-magno.html">discorso</a>. Papa Francesco ha richiamato l’importanza <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>di una “ trasfusione della memoria” che
permetta di “ispirarci al passato per affrontare con coraggio il complesso
quadro multipolare dei nostri giorni, accettando con determinazione la sfida di
“aggiornare” l’idea di Europa. Un’Europa capace di dare alla luce un nuovo
umanesimo basato su tre capacità: la capacità di integrare, la capacità di
dialogare e la capacità di generare”.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Ma è nella chiusa del
discorso che il Papa scandisce, con la metafora del sogno, le tappe di un cammino
europeo aperto alla speranza: <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>“Sogno
un’Europa giovane, capace di essere ancora madre: una madre che abbia vita,
perché rispetta la vita e offre speranze di vita. Sogno un’Europa che si prende
cura del bambino, che soccorre come un fratello il povero e chi arriva in cerca
di accoglienza perché non ha più nulla e chiede riparo. Sogno un’Europa che
ascolta e valorizza le persone malate e anziane, perché non siano ridotte a
improduttivi oggetti di scarto. Sogno un’Europa, in cui essere migrante non è
delitto, bensì un invito ad un maggior impegno con la dignità di tutto l’essere
umano. Sogno un’Europa dove i giovani respirano l’aria pulita dell’onestà,
amano la bellezza della cultura e di una vita semplice, non inquinata dagli
infiniti bisogni del consumismo; dove sposarsi e avere figli sono una
responsabilità e una gioia grande, non un problema dato dalla mancanza di un
lavoro sufficientemente stabile. Sogno un’Europa delle famiglie, con politiche
veramente effettive, incentrate sui volti più che sui numeri, sulle nascite dei
figli più che sull’aumento dei beni. Sogno un’Europa che promuove e tutela i
diritti di ciascuno, senza dimenticare i doveri verso tutti. Sogno un’Europa di
cui non si possa dire che il suo impegno per i diritti umani è stato la sua
ultima utopia”.</span></div>
Giuseppe Carpitahttp://www.blogger.com/profile/15837409356114486056noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4616315071766129096.post-67423570260787460242016-04-09T16:54:00.001+02:002016-04-09T16:54:32.312+02:00Amoris laetitia: "unità dottrinale nella pluralità pastorale". <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgT_ua7dx3ZEZ9tHu5dxx8Q6b6Yj3RcxkaAeYX0xt4DoI1qy-yWnmpmxzwB6-zd6A1du10CJCNhJuPC38Rg-MHt94ntnE7fYSyX3jlDqKBiDbtQiO3-kTv7Q5iAsOjr-tHdkT8prncxS5I/s1600/AL2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgT_ua7dx3ZEZ9tHu5dxx8Q6b6Yj3RcxkaAeYX0xt4DoI1qy-yWnmpmxzwB6-zd6A1du10CJCNhJuPC38Rg-MHt94ntnE7fYSyX3jlDqKBiDbtQiO3-kTv7Q5iAsOjr-tHdkT8prncxS5I/s200/AL2.jpg" width="166" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i></i>
Tanto attesa, è arrivata puntualmente <em>Amoris laetitia</em> (AL - “La gioia dell’amore”), l’Esortazione apostolica post-sinodale di papa Francesco “sull’amore nella famiglia”, datata 19 marzo, Solennità di San Giuseppe. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
L’importante documento, che raccoglie i risultati dei due Sinodi sulla famiglia, celebrati nel 2014 e nel 2015, consta di nove capitoli e 325 paragrafi per complessive 264 pagine.
Un testo magisteriale corposo, destinato a rimanere riferimento costante nel cammino ecclesiale, preludio di un grande lavoro che attenderà nei prossimi anni Vescovi e operatori di pastorale familiare. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Proprio per questo lo stesso Francesco, che ha dato il via a questo cammino lungo la via della famiglia, avverte che il testo va meditato e interiorizzato, con una ripetuta lettura. Un testo che, procedendo dalla realtà concreta della famiglia, ne fa emergere la bellezza della forma cristiana che la manifesta e della misericordia divina che la ispira. Un testo che è un racconto più che un trattato, obbedendo così alla sua natura pastorale, nel rispetto degli obiettivi sinodali che non erano dottrinali. Da ciò gli imput spirituali e di sapienza pratica utile ad ogni coppia umana o a persone che desiderano costruire una famiglia. Stimoli provenienti da chi per esperienza sa che cosa sia la famiglia e il vivere insieme per molti anni. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
E, comunque, fermo restando l’unità della dottrina, si dispiega una pluralità pastorale, frutto di un’attenzione alla realtà, al di fuori di astrazioni o proiezioni ideali. L'obiettivo del testo, dunque, non è fare una rivoluzione nella Chiesa, bensì portare avanti una “conversione pastorale misericordiosa” (nn. 201 e 293). Ed è così a partire dal titolo <em>Amoris laetitia</em>, che rappresenta più di un invito a prendere sul serio l'amore con la forza della gioia evocata nella <em>Evangelii gaudium</em>.
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Tutto ciò è certamente qualcosa di nuovo, di evangelico e senza dubbio di missionario. Come dire di ecclesiale nel senso profondo del termine e prende le distanze da speculari aspettative che vanno in tutt’altra direzione, come annota lo stesso Pontefice: “I dibattiti che si trovano nei mezzi di comunicazione o nelle pubblicazioni e perfino tra i ministri della Chiesa vanno da un desiderio sfrenato di cambiare tutto senza sufficiente riflessione o fondamento, all’atteggiamento che pretende di risolvere tutto applicando normative generali o traendo conclusioni eccessive da alcune riflessioni teologiche” (n. 2). </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Insomma <em>Amoris laetitia</em> apre un processo di riflessione all'interno di “un'unità di dottrina e di prassi” (n. 3) aperta alle variabili di culture e tradizioni.
Il primato di una visione pastorale, dunque, al cui centro è insegnare ad amare, superando la mera visione dottrinale o le considerazioni spirituali, ma incarnando la relazione coniugale dell’uomo con la donna. Il fatto di centrarla sul vincolo indica la necessità di avere come fine primario quella preziosa realtà umana che non può essere ridotta a una considerazione giuridica. Insegnare a realizzare l’amore coniugale, alla luce della teologia del corpo di san Giovanni Paolo II, riaffermando con la ferma delicatezza, che ricorda nello stile Benedetto XVI, la <em>Humanae vitae</em> del beato Paolo VI. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Un continuum magisteriale che non lascia spazio ad alcun dubbio.
Sulla base di una dottrina chiara sull’amore, perciò, una svolta pastorale i cui contenuti il Papa volutamente espone non in modo esaustivo: “Senza pretendere di presentare qui una pastorale della famiglia, intendo limitarmi solo a raccogliere alcune delle principali sfide pastorali”.
</div>
Giuseppe Carpitahttp://www.blogger.com/profile/15837409356114486056noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4616315071766129096.post-20962918041079320772016-03-13T19:49:00.000+01:002016-03-13T19:49:08.597+01:00“Effetto Francesco”<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgF4WpGer_qw4pBQTuGc08-siwqlXThOWfc4kjPM2NKxOVQrQ7uRUHSqTjbDA-fpsiOFhtCBNZ7RwsscA7I_dl37Ewk_zBrvsEP6HQot0E9jxOxtBJx778m5wlIPyJBKsvH58JRUC32G1A/s1600/P+e+borsa+%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgF4WpGer_qw4pBQTuGc08-siwqlXThOWfc4kjPM2NKxOVQrQ7uRUHSqTjbDA-fpsiOFhtCBNZ7RwsscA7I_dl37Ewk_zBrvsEP6HQot0E9jxOxtBJx778m5wlIPyJBKsvH58JRUC32G1A/s200/P+e+borsa+%25282%2529.jpg" width="165" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Si potrebbe dire che fu il <a href="http://giuseppecarpita.blogspot.it/2013/03/in-cammino-con-papa-francesco.html">“buonasera" </a>
pronunciato da Papa Francesco la sera della sua elezione, quel 13 marzo 2013, dalla loggia di San Pietro al popolo della Chiesa che è in Roma e, dunque alla Chiesa universale (Urbi et Orbi), ad essere l’incipit del cosiddetto “Effetto Francesco”. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
In verità, al di là di ogni tentazione retorica, non si può non tenere conto di altri elementi che comunque caratterizzano l’elevazione al soglio di Pietro dello “ Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum Dominum Georgium Marium Sanctae Romanae Ecclesia Cardinalem Bergoglio “. A partire dal fatto che, per la prima volta, “sibi nomen imposuit Franciscum “. Ma non solo, trattandosi del primo Pontefice latino-americano e gesuita. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Ed è in fondo questa sua connotazione geopolitica e di formazione religiosa, che ne caratterizza il tratto umano e spirituale, permeato della radicalità di chi vive del Vangelo. Di chi, cioè, non fa calcoli nei gesti, nel linguaggio, nelle stesse iniziative, privilegiando sempre e comunque l’attenzione agli ultimi. Un'opzione, questa, imprescindibile resa con uno stile di sobrietà. Il Papa che si fa ultimo nella ordinarietà del suo impegno straordinario. Magari con la borsa nera che porta con sé nei suoi spostamenti e nell'uso di autovetture utilitarie. Uno stile che tocca il cuore e, dunque, si fa capire. Non viceversa. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Uno stile diretto, che in campo sociale aggiorna l’insegnamento della Chiesa, confrontandosi con le sfide del mondo contemporaneo senza indugiare nel definire i fenomeni o chiamare le cose con il loro nome. Espressioni semplici, ma incisive, come la denuncia della “cultura dello scarto”, della “cultura dell’indifferenza” specie nei confronti dei drammi dei migranti, del “denaro che deve servire e non comandare”, della “terza guerra mondiale che viene combattuta a pezzi”, della necessità di “costruire ponti anziché erigere muri”.
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Francesco, Papa del tempo che viviamo, con l’avvertenza, però, che rimane figlio – come lui stesso ha voluto ribadire- della Chiesa. A certi interessati fan di Papa Bergoglio va ricordata questa elementare verità. Non c’è stata nessuna presa del palazzo d’inverno: cardinale scelto dalla maggioranza degli altri cardinali elettori. A comprendere meglio il passaggio di questo Pontificato, può essere utile ricordare con il cardinale Angelo Scola che “Francesco ci ha messo davanti l’urgenza di assumere il nostro compito di cristiani in maniera diversa”. Di essere, quindi, nella Chiesa attenti interpreti del segno dei tempi, scuotendoci da certe pigrizie intellettuali e anche pastorali.
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
E in questi tre anni Francesco non ha perso occasione per testimoniare il suo impegno di essere “ponte”, di aprirsi al confronto e al dialogo, di “attrezzare” la Chiesa come “ospedale da campo”, privilegiando la decentralizzazione e con essa le necessarie riforme, in primis quella del cuore che inizia con il sentirsi peccatore (cfr. <em>Misericordiae Vultus</em>). Per passare a quella delle strutture e dei mezzi iniziando dalla Curia Romana, perché possa sempre più aiutare il Papa e la Chiesa nel difficile compito dell'annuncio a tutti del Vangelo di Cristo. Senza dimenticare la recente riforma in materia di nullità matrimoniale. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Il tutto al servizio dell’anima, del quale il Giubileo della Misericordia costituisce una salutare risposta. In particolare, il Papa ha invitato a rivolgersi alle famiglie, sempre più ferite e in difficoltà, con lo sguardo misericordioso di Dio. Così come, occorre rivedere e rilanciare “l’alleanza tra l’uomo e la natura”, alla luce della “<em>Laudato sı</em>’”. E via dicendo con le altre iniziative prese dal Pontefice, che ama stare con la gente e che non fa mancare il suo calore di sommo padre nella fede con le sue quotidiane omelie di S. Marta. </div>
Giuseppe Carpitahttp://www.blogger.com/profile/15837409356114486056noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4616315071766129096.post-29096238139876061702016-02-28T16:15:00.000+01:002016-02-28T16:19:55.270+01:00Per un'economia di tutti e per tutti<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxK9WOpeJ_MGFGN7cz-4A4N_D1e7vvcU6x4tkCbxHQro_PguvJ8MAiUknQYOQ2Rcv91xX9Cog8974ZbnoHUaGJ7oIKIEEr9AtQOH5MdM8dSbqd8mOZYMTmfhvnM86XlsmRxk15J-ycoPA/s1600/udienza.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="133" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxK9WOpeJ_MGFGN7cz-4A4N_D1e7vvcU6x4tkCbxHQro_PguvJ8MAiUknQYOQ2Rcv91xX9Cog8974ZbnoHUaGJ7oIKIEEr9AtQOH5MdM8dSbqd8mOZYMTmfhvnM86XlsmRxk15J-ycoPA/s200/udienza.png" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Ieri papa Francesco ha incontrato il mondo confindustriale italiano nell’ambito dell’anno giubilare. E nel <a href="http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2016/february/documents/papa-francesco_20160227_confindustria.html">discorso</a> rivolto agli imprenditori riuniti in Confindustria ha parlato di economia. Se l’incontro in sé rappresenta una novità, essendo la prima volta di un’udienza pontificia a Confindustria, peraltro arricchita dalle migliaia di partecipanti che hanno assiepato l’aula Paolo VI in Vaticano, non lo è certamente la tematica affrontata che evoca il pensiero sociale di questo Pontefice. L’<em>Evangelii gaudium</em> e la <em>Laudato si</em>’ hanno ampiamente chiarito cosa il Papa pensi quando si parla del rapporto uomo-economia. E i due documenti sono stati ben presenti nelle espressioni di Francesco, che ha voluto riflettere stimolato proprio dall’espressione “Fare insieme”.
</div>
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align: justify;">
“Nel complesso mondo dell’impresa, “fare insieme” significa investire in progetti che sappiano coinvolgere soggetti spesso dimenticati o trascurati. Tra questi, anzitutto, le famiglie, focolai di umanità, in cui l’esperienza del lavoro, il sacrificio che lo alimenta e i frutti che ne derivano trovano senso e valore. E, insieme con le famiglie, non possiamo dimenticare le categorie più deboli e marginalizzate, come gli anziani, che potrebbero ancora esprimere risorse ed energie per una collaborazione attiva, eppure vengono troppo spesso scartati come inutili e improduttivi. E che dire poi di tutti quei potenziali lavoratori, specialmente dei giovani, che, prigionieri della precarietà o di lunghi periodi di disoccupazione, non vengono interpellati da una richiesta di lavoro che dia loro, oltre a un onesto salario, anche quella dignità di cui a volte si sentono privati?”</div>
</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align: justify;">
“La legge suprema sia in tutto l’ attenzione alla dignità dell’altro, valore assoluto e indisponibile. Sia questo orizzonte di altruismo a contraddistinguere il vostro impegno: esso vi porterà a rifiutare categoricamente che la dignità della persona venga calpestata in nome di esigenze produttive, che mascherano miopie individualistiche, tristi egoismi e sete di guadagno”.
</div>
</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align: justify;">
“Il bene comune sia la bussola che orienta l’attività produttiva, perché cresca un’economia di tutti e per tutti, che non sia «insensibile allo sguardo dei bisognosi» (Sir 4,1). Essa è davvero possibile, a patto che la semplice proclamazione della libertà economica non prevalga sulla concreta libertà dell’uomo e sui suoi diritti, che il mercato non sia un assoluto, ma onori le esigenze della giustizia e, in ultima analisi, della dignità della persona. Perché non c’è libertà senza giustizia e non c’è giustizia senza il rispetto della dignità di ciascuno”.
</div>
</blockquote>
Giuseppe Carpitahttp://www.blogger.com/profile/15837409356114486056noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4616315071766129096.post-5161019816780995142016-01-31T19:30:00.000+01:002016-01-31T19:30:16.394+01:00Profezia e quotidianità<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhR5PGx0Ptdfr3cynUWFzqryTFwWynNiM6L77GFXhMh64AXc6EoUvYMUV7pd8c8T-Q2jKjUbmGJ1-GnTzWsUVFoEZ8Xus2aLZBfiMypuByHulYnKsHRgiqyAzB2AhlIMXFwRuwpQR4e8Vk/s1600/S.Paolo.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhR5PGx0Ptdfr3cynUWFzqryTFwWynNiM6L77GFXhMh64AXc6EoUvYMUV7pd8c8T-Q2jKjUbmGJ1-GnTzWsUVFoEZ8Xus2aLZBfiMypuByHulYnKsHRgiqyAzB2AhlIMXFwRuwpQR4e8Vk/s320/S.Paolo.jpeg" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Si vivono giorni confusi e chiassosi, densi di contrapposte “testimonianze” muscolari. Giunge provvidenziale, come sempre, la Parola che ci dispensa la Chiesa: </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<blockquote class="tr_bq">
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">”Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cembalo che strepita. E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla. E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo, per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe” (1 Cor 13, 1-3).</span></blockquote>
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">E infatti, con Gesù Cristo ogni logica umana viene capovolta nel segno della profezia. Il Regno non sta nel dominio e nella forza, ma nel lasciarsi coinvolgere nella parola e nella vicenda di Gesù di Nazaret . Chi prende la croce su di sé nelle situazioni reali della vita non cerca motivi per scaricare sugli altri le proprie responsabilità, ma si impegna per il servizio di Dio e per il bene degli altri fino al dono supremo di sé. </span><br />
<br />
<span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">La Chiesa, che è comunità profetica in concreto, ci fa vedere Dio attraverso le cose che fa, dando una lettura divina degli eventi umani, denunciando con la vita e non con le parole una società che si costruisce sull’egoismo, sull’arrivismo, sul profitto, sulla negazione pratica di Dio.
</span></div>
Giuseppe Carpitahttp://www.blogger.com/profile/15837409356114486056noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4616315071766129096.post-39555105027637607012016-01-24T19:32:00.001+01:002016-01-24T19:35:19.000+01:00Rapporto tra comunicazione e misericordia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjm0N_apci5KT4icmltVBigxfzXsUjnM5vJU0cWc9NZ8Y67_5CXcE8U2J-5J6Xageb6fD_8uJogwGnTLGkvC8D0IDn7fzBLaDfww0ZP-xTNI1HZkxG36OqCbkfPWiwVKa734BJ7mIrK5AM/s1600/Comunicazione+%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="123" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjm0N_apci5KT4icmltVBigxfzXsUjnM5vJU0cWc9NZ8Y67_5CXcE8U2J-5J6Xageb6fD_8uJogwGnTLGkvC8D0IDn7fzBLaDfww0ZP-xTNI1HZkxG36OqCbkfPWiwVKa734BJ7mIrK5AM/s200/Comunicazione+%25282%2529.jpg" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Come ormai da tradizione, oggi, ricorrenza di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, viene pubblicato il </span><a href="http://w2.vatican.va/content/francesco/it/events/event.dir.html/content/vaticanevents/it/2016/1/22/messaggiocomunicazioni.html"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Messaggio</span></a><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
del Santo Padre per la 50ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2016, che si celebrerà il prossimo 8 maggio, nella domenica che precede la Pentecoste. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"></span> </div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">La Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali è l'unica stabilita dal Concilio Vaticano II ("Inter Mirifica", 1963) e viene celebrata in molti paesi, su raccomandazione dei vescovi del mondo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"></span> </div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Il tema scelto per quest’anno giubilare da papa Francesco è oltremodo significativo: <em>Comunicazione e misericordia: un incontro fecondo</em>. In modo chiaro, il Pontefice richiama subito il concetto che sottende il documento: </span></div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
“Ciò che diciamo e come lo diciamo, ogni parola e ogni gesto dovrebbe poter esprimere la compassione, la tenerezza e il perdono di Dio per tutti. L’amore, per sua natura, è comunicazione, conduce ad aprirsi e a non isolarsi. E se il nostro cuore e i nostri gesti sono animati dalla carità, dall’amore divino, la nostra comunicazione sarà portatrice della forza di Dio”.
</blockquote>
<div style="text-align: justify;">
Questo riguarda particolarmente la Chiesa, chiamata con il linguaggio e le azioni a trasmettere misericordia “così da toccare i cuori delle persone e sostenerle nel cammino verso la pienezza della vita, che Gesù Cristo, inviato dal Padre, è venuto a portare a tutti” e offrire “quel calore che dà sostanza alle parole della fede e che accende nella predicazione e nella testimonianza la “scintilla” che le rende vive”. E infatti, </div>
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align: justify;">
“Solo parole pronunciate con amore e accompagnate da mitezza e misericordia toccano i cuori di noi peccatori. Parole e gesti duri o moralistici corrono il rischio di alienare ulteriormente coloro che vorremmo condurre alla conversione e alla libertà, rafforzando il loro senso di diniego e di difesa”.
</div>
</blockquote>
<div style="text-align: justify;">
Papa Bergoglio ricorda la “bontà della comunicazione, in quanto capace di “creare ponti, di favorire l’incontro e l’inclusione…sia nell’ambiente fisico sia in quello digitale”. Da ciò la necessità di affrancarsi dai messaggi di odio delle condanne e delle vendette che ammorbano la nostra società. “ La parola del cristiano, invece, si propone di far crescere la comunione e, anche quando deve condannare con fermezza il male, cerca di non spezzare mai la relazione e la comunicazione”. Perciò l’invito a tutte le persone di buona volontà a “riscoprire il potere della misericordia di sanare le relazioni lacerate e di riportare la pace e l’armonia tra le famiglie e nelle comunità”.
<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
E il Pontefice non tralascia di rivolgersi a quanti hanno responsabilità istituzionali, politiche e di formazione dell’opinione pubblica, </div>
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align: justify;">
“ affinché siano sempre vigilanti sul modo di esprimersi nei riguardi di chi pensa o agisce diversamente, e anche di chi può avere sbagliato. È facile cedere alla tentazione di sfruttare simili situazioni e alimentare così le fiamme della sfiducia, della paura, dell’odio. Ci vuole invece coraggio per orientare le persone verso processi di riconciliazione, ed è proprio tale audacia positiva e creativa che offre vere soluzioni ad antichi conflitti e l’opportunità di realizzare una pace duratura. «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia [...] Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,7.9)”.
</div>
</blockquote>
<div style="text-align: justify;">
Il Vescovo di Roma, inoltre, ritiene di richiamare anche l’attenzione dei pastori nella Chiesa, di modo che </div>
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align: justify;">
"Lo stile della nostra comunicazione sia tale da superare la logica che separa nettamente i peccatori dai giusti. Noi possiamo e dobbiamo giudicare situazioni di peccato – violenza, corruzione, sfruttamento, ecc. – ma non possiamo giudicare le persone, perché solo Dio può leggere in profondità nel loro cuore. È nostro compito ammonire chi sbaglia, denunciando la cattiveria e l’ingiustizia di certi comportamenti, al fine di liberare le vittime e sollevare chi è caduto. Il Vangelo di Giovanni ci ricorda che «la verità vi farà liberi» (Gv 8,32). Questa verità è, in definitiva, Cristo stesso, la cui mite misericordia è la misura della nostra maniera di annunciare la verità e di condannare l’ingiustizia. È nostro precipuo compito affermare la verità con amore (cfr Ef 4,15). Solo parole pronunciate con amore e accompagnate da mitezza e misericordia toccano i cuori di noi peccatori. Parole e gesti duri o moralistici corrono il rischio di alienare ulteriormente coloro che vorremmo condurre alla conversione e alla libertà, rafforzando il loro senso di diniego e di difesa”.
</div>
</blockquote>
<div style="text-align: justify;">
Il Papa, prima di concludere il Messaggio, si sofferma sulla differenza tra l’udire “che riguarda l’ambito dell’informazione” e l’ascolto “che rimanda all’ambito della comunicazione” fatta di attenzione, accoglienza e vicinanza. In effetti, “Saper ascoltare è una grazia immensa, è un dono che bisogna invocare per poi esercitarsi a praticarlo”.
Non poteva mancare, infine, un riferimento alle moderne forme di comunicazione sociale, che vanno usate col cuore per favorire le relazioni e promuovere il bene della società, evitando così “un’ulteriore polarizzazione e divisione tra le persone e i gruppi”, visto che “L’ambiente digitale è una piazza, un luogo di incontro, dove si può accarezzare o ferire, avere una discussione proficua o un linciaggio morale”.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
Giuseppe Carpitahttp://www.blogger.com/profile/15837409356114486056noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4616315071766129096.post-60208586430811140782016-01-22T17:33:00.000+01:002016-01-22T17:35:30.902+01:00La verità su matrimonio e famiglia secondo il disegno di Dio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMqO2CYN_z96PYEfC8ARl5_pXQ5liOo3ZnlDdwC1zwf5e2ih2BMUdt7X0Qc641o4d_gyz_DDPjpULyz64za0FLwlHMbjIXX1FRA-FNW_UYS7HTDY5n-I7R0qnjdVUq7x_tow9zQflE-K8/s1600/Matrimonio.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMqO2CYN_z96PYEfC8ARl5_pXQ5liOo3ZnlDdwC1zwf5e2ih2BMUdt7X0Qc641o4d_gyz_DDPjpULyz64za0FLwlHMbjIXX1FRA-FNW_UYS7HTDY5n-I7R0qnjdVUq7x_tow9zQflE-K8/s200/Matrimonio.jpg" width="182" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Si è tenuto in Vaticano il consueto</span><a href="http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2016/january/documents/papa-francesco_20160122_anno-giudiziario-rota-romana.html"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"> discorso </span></a><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">
del Santo Padre Francesco in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario del Tribunale della Rota Romana.
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"></span> </div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Il Pontefice, evocando il beato Paolo VI, ha ribadito l'insegnamento della Chiesa sulla verità del matrimonio, che non ammette confusione “con ogni altro tipo di unione” : </span></div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
“Per mezzo del matrimonio e della famiglia Iddio ha sapientemente unite due tra le maggiori realtà umane: la missione di trasmettere la vita e l’amore vicendevole e legittimo dell’uomo e della donna, per il quale essi sono chiamati a completarsi vicendevolmente in una donazione reciproca non soltanto fisica, ma soprattutto spirituale. O per meglio dire: Dio ha voluto rendere partecipi gli sposi del suo amore: dell’amore personale che Egli ha per ciascuno di essi e per il quale li chiama ad aiutarsi e a donarsi vicendevolmente per raggiungere la pienezza della loro vita personale; e dell’amore che Egli porta all’umanità e a tutti i suoi figli, e per il quale desidera moltiplicare i figli degli uomini per renderli partecipi della sua vita e della sua felicità eterna”.</blockquote>
<div style="text-align: justify;">
E infatti, </div>
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align: justify;">
“ La famiglia, fondata sul matrimonio indissolubile, unitivo e procreativo, appartiene al "sogno” di Dio e della sua Chiesa per la salvezza dell’umanità”. </div>
</blockquote>
<div style="text-align: justify;">
Una verità , questa, irrinunciabile per la Chiesa, per rimanere fedele al disegno di Dio e il cui servizio è “affidato primariamente al Papa e ai Vescovi”. </div>
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align: justify;">
“La Chiesa, dunque, con rinnovato senso di responsabilità continua a proporre il matrimonio, nei suoi elementi essenziali – prole, bene dei coniugi, unità, indissolubilità, sacramentalità [6] –, non come un ideale per pochi, nonostante i moderni modelli centrati sull’effimero e sul transitorio, ma come una realtà che, nella grazia di Cristo, può essere vissuta da tutti i fedeli battezzati. E perciò, a maggior ragione, l’urgenza pastorale, che coinvolge tutte le strutture della Chiesa, spinge a convergere verso un comune intento ordinato alla preparazione adeguata al matrimonio, in una sorta di nuovo catecumenato - sottolineo questo: in una sorta di nuovo catecumenato - tanto auspicato da alcuni Padri Sinodali”.
</div>
</blockquote>
Giuseppe Carpitahttp://www.blogger.com/profile/15837409356114486056noreply@blogger.com0