lunedì 10 ottobre 2011

Per annunciare il logos della nostra fede

Benedetto XVI, nel recente incontro con i seminaristi di Freiburg im Breisgau, trattando della preparazione al sacerdozio, si è soffermato sull’importanza dello studio. Importanza che deriva,soprattutto in questo tempo “razionalistico e condizionato dalla scientificità”, dalla necessità di “essere informati, comprendere, avere la mente aperta, imparare”.

Imparare “a giudicare, a seguire mentalmente un pensiero – e a farlo in modo critico – “. Ma, come sempre, il Papa richiama la complementarietà della fede con la ragione, per “far sì che, nel pensare, la luce di Dio ci illumini e non si spenga”. E infatti, il Santo Padre precisa le coordinate della stessa fede che “non è un mondo parallelo del sentimento, che poi ci permettiamo come un di più, ma è ciò che abbraccia il tutto, gli dà senso, lo interpreta e gli dà anche le direttive etiche interiori, affinché sia compreso e vissuto in vista di Dio e a partire da Dio”. Da qui l’essenzialità dello studio, proprio per “far fronte al nostro tempo ed annunciare ad esso il logos della nostra fede”. Uno studio non acritico “nella consapevolezza, appunto, che domani qualcun altro dirà qualcosa di diverso” ed “essere studenti attenti ed aperti ed umili, per studiare sempre con il Signore, dinanzi al Signore e per Lui”.

Con questa consegna inizio oggi, nell’Istituto Teologico di Assisi, le mie lezioni sul II libro del Codice di diritto canonico che tratta "Il popolo di Dio".

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