domenica 13 ottobre 2013

Servizio e non "servidumbre"

“La vocazione e la missione della donna nel nostro tempo” è stato il tema di un seminario promosso dal Pontificio Consiglio per i Laici in occasione del 25° anniversario della Lettera apostolica Mulieris dignitatem.

 Incontrandone ieri i partecipanti nella Sala Clementina, papa Francesco ha ricordato innanzitutto la peculiarità della Mulieris dignitatem dal punto di vista storico, in quanto primo documento del Magistero pontificio dedicato interamente al tema della donna. E poiché il seminario ha approfondito il n. 30 della Lettera in cui si dice dell’affidamento da parte di Dio dell’essere umano alla donna, il Pontefice ha richiamato il concetto di maternità, spiegando: “Tante cose possono cambiare e sono cambiate nell’evoluzione culturale e sociale, ma rimane il fatto che è la donna che concepisce, porta in grembo e partorisce i figli degli uomini. E questo non è semplicemente un dato biologico, ma comporta una ricchezza di implicazioni sia per la donna stessa, per il suo modo di essere, sia per le sue relazioni, per il modo di porsi rispetto alla vita umana e alla vita in genere. Chiamando la donna alla maternità, Dio le ha affidato in una maniera del tutto speciale l’essere umano”. 

Il Papa però ha ammonito circa il pericolo “di ridurre la maternità ad un ruolo sociale, ad un compito, anche se nobile, ma che di fatto mette in disparte la donna con le sue potenzialità, non la valorizza pienamente nella costruzione della comunità. Questo sia in ambito civile, sia in ambito ecclesiale”. E ha messo in guardia dal pericolo opposto “quello di promuovere una specie di emancipazione che, per occupare gli spazi sottratti dal maschile, abbandona il femminile con i tratti preziosi che lo caratterizzano”. 

Il Santo Padre, sul ruolo della donna nella Chiesa, ha poi detto: “Io soffro - dico la verità - quando vedo nella Chiesa o in alcune organizzazioni ecclesiali che il ruolo di servizio – che tutti noi abbiamo e dobbiamo avere – che il ruolo di servizio della donna scivola verso un ruolo di servidumbre[tr. servitù]. Non so se si dice così in italiano. Mi capite? Servizio. Quando io vedo donne che fanno cose di servidumbre, è che non si capisce bene quello che deve fare una donna”.

Nessun commento:

Posta un commento