venerdì 15 agosto 2014

“La glorificazione di Maria con l'assunzione al cielo in anima e corpo”

L'Assunzione di Maria in Cielo è un dogma cattolico nel quale viene affermato che “l'immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo”. Il dogma venne proclamato da papa Pio XII il 1º novembre 1950, anno santo, attraverso la costituzione apostolica Munificentissimus Deus.
Si tratta dell'ultimo dogma, finora, proclamato da un Pontefice. Si ricorda il precedente dell’Immacolata Concezione, pronunziato dal papa beato Pio IX l'8 dicembre 1854 con la bolla Ineffabilis Deus, che sancisce come la Vergine Maria sia stata preservata immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento. Strettamente connesso a quel dogma questo dell’Assunzione, in quanto - spiega Pio XII – “Ella per privilegio del tutto singolare ha vinto il peccato con la sua concezione immacolata; perciò non fu soggetta alla legge di restare nella corruzione del sepolcro, né dovette attendere la redenzione del suo corpo solo alla fine del mondo”.
 
Così Pio XII illustra le ragioni della sua decisione: “Poiché la chiesa universale nella quale vive lo Spirito di verità e la conduce infallibilmente alla conoscenza delle verità rivelate, nel corso dei secoli ha manifestato in molti modi la sua fede, e poiché tutti i vescovi dell'orbe cattolico con quasi unanime consenso chiedono che sia definita come dogma di fede divina e cattolica la verità dell'assunzione corporea della beatissima vergine Maria al cielo - verità fondata sulla s. Scrittura, insita profondamente nell'animo dei fedeli, confermata dal culto ecclesiastico fin dai tempi remotissimi, sommamente consona con altre verità rivelate, splendidamente illustrata e spiegata dallo studio della scienza e sapienza dei teologi - riteniamo giunto il momento prestabilito dalla provvidenza di Dio per proclamare solennemente questo privilegio di Maria vergine”.
 
Il Papa ripercorre il cammino compiuto per giungere a tale definizione di fede. Cammino che prende atto delle attese diffuse tra i fedeli, ma anche tra rappresentanti di nazioni o di province ecclesiastiche e tra non pochi padri dello stesso Vaticano I, perché si definisse dal supremo magistero della chiesa anche il dogma della corporea assunzione al cielo di Maria vergine. Come del resto l’argomento fu oggetto di studio di teologi e di congressi mariani sia nazionali sia internazionali. E ancora, il percorso si fece veramente collegiale con il coinvolgimento, attraverso la lettera enciclica Deiparae Virginis Mariae, di tutti i Vescovi, che risposero in maniera “pressoché unanimemente affermativa”.
 
Di questa fede comune della Chiesa si ebbero fin dall'antichità lungo il corso dei secoli varie testimonianze, indizi e vestigia. Pio XII ricorda come da sempre nella comunità dei fedeli, sotto la guida dei pastori, alla luce della s. Scrittura si credeva e professava apertamente che la vergine Maria, dopo la morte, non fu soggetto alla corruzione del sepolcro. E di tale fede vi sono svariate attestazioni, come gli “innumerevoli templi dedicati a Dio in onore di Maria vergine assunta al cielo, e le sacre immagini ivi esposte alla venerazione dei fedeli, le quali pongono dinanzi agli occhi di tutti questo singolare trionfo della beata Vergine. Inoltre città, diocesi e regioni furono poste sotto la speciale tutela e patrocinio della Vergine assunta in cielo; parimenti con l'approvazione della chiesa sono sorti Istituti religiosi che prendono nome da tale privilegio. Né va dimenticato che nel rosario mariano, la cui recita è tanto raccomandata da questa sede apostolica, viene proposto alla pia meditazione un mistero che, come tutti sanno, tratta dell'assunzione della beatissima Vergine”.
 
E ancora “fin dall'antichità si celebra in Oriente e in Occidente una solenne festa liturgica”, che, sulle orme dei santi padri e con l’aiuto della riflessione teologica, consentì “di precisare apertamente e con chiarezza il mistero che è oggetto della festa e la sua strettissima connessione con le altre verità rivelate”.
 
Il tutto avendo come “ultimo fondamento la s. Scrittura, la quale ci presenta l'alma Madre di Dio unita strettamente al suo Figlio divino e sempre partecipe della sua sorte. Per cui sembra quasi impossibile figurarsi che, dopo questa vita, possa essere separata da Cristo - non diciamo, con l'anima, ma neppure col corpo - colei che lo concepì, lo diede alla luce, lo nutrì col suo latte, lo portò fra le braccia e lo strinse al petto. Dal momento che il nostro Redentore è Figlio di Maria, non poteva, come osservatore perfettissimo della divina legge, non onorare oltre l'eterno Padre anche la Madre diletta. Potendo quindi dare alla Madre tanto onore, preservandola immune dalla corruzione del sepolcro, si deve credere che lo abbia realmente fatto”.

Nessun commento:

Posta un commento