domenica 18 dicembre 2011

La "cresta dei vescovi"

Il presidente della Conferenza episcopale italiana, card. Bagnasco,  nell’intervista rilasciata ieri al Corriere della Sera, a proposito dell’ICI e la Chiesa ha evocato quanto  predicato  in una recente agorà  televisiva in cui si è affermato che  la Chiesa riceve un miliardo di euro e spende 350 milioni per gli stipendi del clero; "il resto è la cresta dei vescovi".  Nessuno in quella trasmissione  del giovedì sera sulla pur lodevole La7 ha sentito il dovere di correggere  l’inesattezza o tendenziosità dell’affermazione che non corrisponde  alla verità del dettato legislativo in materia. L'art. 48 della legge 222/85, istitutiva anche del cosiddetto 8 per mille, prevede che le “quote” di cui all’art. 47 2° comma  versate alla Chiesa cattolica siano utilizzate  “per  esigenze di culto della popolazione, sostentamento del clero , interventi caritativi a favore della collettività nazionale o di paesi del terzo mondo”. Il sostentamento dei sacerdoti in cura d’anime è dunque una e non l’unica voce prevista per gli scopi di quanto acquisito. E infatti, giustamente il card. Bagnasco ha precisato che sul miliardo di euro ricevuti, tolti i 350 milioni per i compensi ai sacerdoti, vescovi compresi, i restanti 650 milioni sono spesi per la Caritas, per i beni culturali, per il Terzo Mondo. E naturalmente per le esigenze di culto. Sparare nel mucchio non aiuta nel sostegno delle proprie ragioni. Mai.




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