sabato 2 maggio 2015

Complementarità, matrimonio e famiglia

Papa Francesco, sull’onda del cammino sinodale sulla Famiglia, ha deciso di dedicare durante quest’anno le meditazioni delle udienze del mercoledì   proprio al tema della famiglia. E così il Santo Padre ha parlato della madre,  del padre, dei figli dei fratelli, dei nonni, dei bambini.

All’udienza del 15 aprile scorso,   e a quella successiva,   il Vescovo di Roma si è soffermato sull’essere “maschio e femmina”, cioè sulla differenza e sulla complementarità tra l’uomo e la donna, partendo dal primo racconto della creazione (Gen 1,27). Il Papa, ricordando che l’uomo e la donna individualmente presi e come coppia sono immagine di Dio, ha evidenziato che “La differenza tra uomo e donna non è per la contrapposizione, o la subordinazione, ma per la comunione e la generazione, sempre ad immagine e somiglianza di Dio”. E dunque “per conoscersi bene e crescere armonicamente l’essere umano ha bisogno della reciprocità tra uomo e donna”.
 
Evocando la teoria del gender e i rischi ad essa sottesi, il Pontefice ha detto:” La rimozione della differenza, infatti, è il problema, non la soluzione. Per risolvere i loro problemi di relazione, l’uomo e la donna devono invece parlarsi di più, ascoltarsi di più, conoscersi di più, volersi bene di più. Devono trattarsi con rispetto e cooperare con amicizia. Con queste basi umane, sostenute dalla grazia di Dio, è possibile progettare l’unione matrimoniale e familiare per tutta la vita… Dio ha affidato la terra all’alleanza dell’uomo e della donna: il suo fallimento inaridisce il mondo degli affetti e oscura il cielo della speranza “. Francesco ha anche auspicato, proprio in nome della reciprocità fra uomini e donne, di fare di più in favore della donna nella società e nella stessa Chiesa, operando “con più creatività e audacia”.
 
Proseguendo col secondo racconto della creazione dell’essere umano (Gen 2), papa Bergoglio ha voluto mettere in luce la solitudine di Adamo nel giardino prima di "incontrare" Eva, per richiamare la necessità per l’uomo della reciprocità con la donna: “Quando finalmente Dio presenta la donna, l’uomo riconosce esultante che quella creatura, e solo quella, è parte di lui: «osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne» (2,23). Finalmente c’è un rispecchiamento, una reciprocità…La donna non è una “replica” dell’uomo; viene direttamente dal gesto creatore di Dio. L’immagine della “costola” non esprime affatto inferiorità o subordinazione, ma, al contrario, che uomo e donna sono della stessa sostanza e sono complementari e che hanno anche questa reciprocità. E il fatto che – sempre nella parabola – Dio plasmi la donna mentre l’uomo dorme, sottolinea proprio che lei non è in alcun modo una creatura dell’uomo, ma di Dio. Suggerisce anche un’altra cosa: per trovare la donna - e possiamo dire per trovare l’amore nella donna -, l’uomo prima deve sognarla e poi la trova” .
 
Tutto questo, è il caso di dirlo e il Papa non si tira indietro, con buona pace di quanto la storia ci testimonia con le distorsioni “patriarcali”, ovvero “con le molteplici forme di maschilismo dove la donna era considerata di seconda classe”, per giungere alla “strumentalizzazione e mercificazione del corpo femminile nell’attuale cultura mediatica”. Pure su questo il Papa ha sollecitato una “un’alleanza fra uomo e donna che sia capace, al tempo stesso, di affinare l’intimità della comunione e di custodire la dignità della differenza”, riportando “in onore il matrimonio e la famiglia!”, con la certezza che “Dio stesso cura e protegge il suo capolavoro”.

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