sabato 9 maggio 2015

La rotta dell’amore

Nelle ultime due udienze del mercoledì, papa Francesco ha toccato il tema del matrimonio alla luce dell’amore “per sempre”.
 
Il Pontefice non ha omesso di considerare la realtà odierna  che privilegia la “cultura del provvisorio”, per cui “le persone che si sposano sono sempre di meno; questo è un fatto: i giovani non vogliono sposarsi. In molti Paesi aumenta invece il numero delle separazioni, mentre diminuisce il numero dei figli. La difficoltà a restare assieme – sia come coppia, sia come famiglia – porta a rompere i legami con sempre maggiore frequenza e rapidità, e proprio i figli sono i primi a portarne le conseguenze. Ma pensiamo che le prime vittime, le vittime più importanti, le vittime che soffrono di più in una separazione sono i figli. Se sperimenti fin da piccolo che il matrimonio è un legame “a tempo determinato”, inconsciamente per te sarà così. In effetti, molti giovani sono portati a rinunciare al progetto stesso di un legame irrevocabile e di una famiglia duratura”.
 
Francesco ha evidenziato la peculiarità del “matrimonio consacrato da Dio” che “custodisce quel legame tra l’uomo e la donna che Dio ha benedetto fin dalla creazione del mondo; ed è fonte di pace e di bene per l’intera vita coniugale e familiare”. Per la qualcosa, “il seme cristiano della radicale uguaglianza tra i coniugi deve oggi portare nuovi frutti. La testimonianza della dignità sociale del matrimonio diventerà persuasiva proprio per questa via, la via della testimonianza che attrae, la via della reciprocità fra loro, della complementarietà fra loro”.
 
Ecco allora che il sacramento del matrimonio  “è un grande atto di fede e di amore: testimonia il coraggio di credere alla bellezza dell’atto creatore di Dio e di vivere quell’amore che spinge ad andare sempre oltre, oltre sé stessi e anche oltre la stessa famiglia. La vocazione cristiana ad amare senza riserve e senza misura è quanto, con la grazia di Cristo, sta alla base anche del libero consenso che costituisce il matrimonio”.
 
E ancora, il Vescovo di Roma si è soffermato su un ulteriore effetto dello  “sposarsi nel Signore” relativo alla  dimensione missionaria, e cioè che "gli sposi cristiani partecipano in quanto sposi alla missione della Chiesa". Impegno non da poco, tanto che il Papa ha esclamato:  "Ci vuole coraggio per questo! Perciò quando io saluto i novelli sposi, dico: “Ecco i coraggiosi!”, perché ci vuole coraggio per amarsi così come Cristo ama la Chiesa”.

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