LA STAMPA nei giorni scorsi si è soffermata sui dati pubblicati dall'Istat secondo i quali nel biennio 2009-2010 è stato registrato un calo record dei matrimoni. Prevale ancora il rito religioso, ma i matrimoni civili sono aumentati rispetto al recente passato, così come cresce il trend delle unioni di fatto. Matrimonio, quindi, in crisi. Marco Guzzi in una recente " visione " dedicata ai tre figli in occasione delle sue “nozze d'argento” ricorda , come “ circa la metà dei matrimoni celebrati negli USA sono ormai secondi matrimoni, e in 15 paesi della Unione Europea in 15 anni sono falliti più di 10 milioni di unioni coniugali”.
Guzzi richiama pure la superficiale analisi che si fa di tale fenomeno col supporto di due interpretazioni. “La prima sostiene in pratica che le coppie scoppiano in quanto saremmo diventati tutti più egoisti, più individualisti, meno capaci di fare sacrifici, e avanti così con una sfilza di asserzioni retoriche e di analisi infondate e spesso assurde sui “bei tempi andati”, in cui queste meravigliose “famiglie cristiane” producevano poi, non si sa come, società capaci di massacrarsi vicendevolmente ad ogni generazione e dominate da valori e pratiche sociali ben poco evangelici…” La seconda opinione, più postmoderna e politicamente corretta, ci dice che invece i matrimoni non durano più di qualche fugace stagione, o luna di miele, semplicemente perché saremmo diventati tutti più liberi, più sinceri, più fedeli ai nostri sentimenti, per cui andremmo felicemente dove ci porta il cuore… Peccato però che questa umanità così tanto “liberata” risulti poi sempre più infelice, depressa, psicolabile, e soggetta a dipendenze di ogni tipo…”.
La verità – prosegue Guzzi- è che “Stiamo riformulando le caratteristiche dell’essere maschio e dell’essere femmina, il che ovviamente mette in crisi tutte le forme relazionali tra i due sessi a tutti i livelli, dal piano erotico a quello del lavoro o della gestione della casa. Da qui deriva l’attuale crisi del matrimonio”. E resta perciò fuori luogo ogni confronto col passato in cui la “solidità” della famiglia “non era fondata sull’intensità relazionale, e cioè sul vero amore, ma spesso solo sulla forza delle consuetudini e dei divieti sociali”.