sabato 28 gennaio 2012

Parola e silenzio con la rete


Come di consueto il Papa ha inviato un messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali , giunta alla sua 46a edizione e che si celebrerà il prossimo 20 maggio. Quest’anno Benedetto XVI ha evocato l’utilità della rete come strumento di evangelizzazione. “Sono da considerare con interesse le varie forme di siti, applicazioni e reti sociali che possono aiutare l’uomo di oggi a vivere momenti di riflessione e di autentica domanda, ma anche a trovare spazi di silenzio, occasioni di preghiera, meditazione o condivisione della Parola di Dio. Nella essenzialità di brevi messaggi, spesso non più lunghi di un versetto biblico, si possono esprimere pensieri profondi se ciascuno non trascura di coltivare la propria interiorità”.
Ma il Santo Padre ha evidenziato  l’importanza del silenzio “Se Dio parla all’uomo anche nel silenzio, pure l’uomo scopre nel silenzio la possibilità di parlare con Dio e di Dio. “Abbiamo bisogno di quel silenzio che diventa contemplazione, che ci fa entrare nel silenzio di Dio e così arrivare al punto dove nasce la Parola, la Parola redentrice”. Ecco allora Parola e silenzio, per cui “Educarsi alla comunicazione vuol dire imparare ad ascoltare, a contemplare, oltre che a parlare, e questo è particolarmente importante per gli agenti dell’evangelizzazione: silenzio e parola sono entrambi elementi essenziali e integranti dell’agire comunicativo della Chiesa, per un rinnovato annuncio di Cristo nel mondo contemporaneo”.

mercoledì 18 gennaio 2012

Anno della fede


Lo scorso 7 gennaio la Congregazione per la Dottrina della Fede ha reso pubblica una Nota  con indicazioni pastorali per l’Anno della fede,  indetto  da Papa Benedetto con la Lettera apostolica Porta fidei  dell’11 ottobre 2011 e nella quale viene evidenziata l’importanza della fede in quanto  «è compagna di vita che permette di percepire con sguardo sempre nuovo le meraviglie che Dio compie per noi. Intenta a cogliere i segni dei tempi nell’oggi della storia, la fede impegna ognuno di noi a diventare segno vivo della presenza del Risorto nel mondo».
 L’anno della fede avrà inizio l’11 ottobre 2012, nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II e terminerà il 24 novembre 2013 nella solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo. L’11 ottobre 2012, ricorreranno anche i vent’anni dalla pubblicazione del ,Catechismo della Chiesa Cattolica, auspicato dal Sinodo Straordinario dei Vescovi del 1985 e promulgato dal Beato Giovanni Paolo II. La prossima Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi del 2012, è stata convocata dal Santo Padre sul tema de La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana.
Come il Papa ha ricordato nella Porta fidei, non è la prima volta che la Chiesa è chiamata a celebrare un Anno della fede, avendone indetto un altro il Servo di Dio Paolo VI nel 1967, in occasione del  diciannovesimo centenario del martirio degli Apostoli Pietro e Paolo. 
La nota della Congregazione dà indicazioni rivolte al livello della Chiesa universale, di Conferenze Episcopali, diocesano, di parrocchie, comunità, associazioni e  movimenti, invitando “tutti  i membri della Chiesa ad impegnarsi perché quest’Anno sia occasione privilegiata per condividere quello che il cristiano ha di più caro: Cristo Gesù, Redentore dell’uomo, Re dell’Universo, «autore e perfezionatore della fede» (Eb 12, 2)”.




martedì 10 gennaio 2012

“La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono”


Così San Paolo inizia il cap. 11 della Lettera agli Ebrei, evocando l’esemplarità della  fede degli antenati. Tra costoro spicca la figura di Abramo, nella cui fede paradigmatica siamo stati scelti e portati a compimento in Cristo Signore. E’ edificante “vedere” la sua vita per declinare la propria insieme con Dio.

[8]Per fede Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.[9]Per fede soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. [10]Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso.[11]Per fede anche Sara, sebbene fuori dell'età, ricevette la possibilità di diventare madre perché ritenne fedele colui che glielo aveva promesso.[12]Per questo da un uomo solo, e inoltre gia segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia innumerevole che si trova lungo la spiaggia del mare.[13]Nella fede morirono tutti costoro, pur non avendo conseguito i beni promessi, ma avendoli solo veduti e salutati di lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sopra la terra. [14]Chi dice così, infatti, dimostra di essere alla ricerca di una patria. [15]Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto possibilità di ritornarvi; [16]ora invece essi aspirano a una migliore, cioè a quella celeste. Per questo Dio non disdegna di chiamarsi loro Dio: ha preparato infatti per loro una città”.

venerdì 6 gennaio 2012

In Epiphania Dómini




L’Epifania è "una festa della luce" aperta a tutte le genti  senza distinzione alcuna di provenienza. “Àlzati, [Gerusalemme,] rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te” (Is 60,1). Benedetto XVI all'Angelus di stamani ha precisato:"Ma, al di là della loro posizione geografica, per tutti i popoli vale la parola di Cristo: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12). Gesù è il sole apparso all’orizzonte dell’umanità per illuminare l’esistenza personale di ognuno di noi e per guidarci tutti insieme verso la meta del nostro pellegrinaggio, verso la terra della libertà e della pace, in cui vivremo per sempre in piena comunione con Dio e tra di noi". E in questo senso il Santo Padre nell’omelia odierna   ha ribadito un concetto a lui tanto caro, prendendo spunto proprio dall’esperienza dei  Magi che “hanno seguito la stella”, per cui  provarono una gioia grandissima (Mt 2,1-12): “ Attraverso il linguaggio della creazione hanno trovato il Dio della storia. Certo, il linguaggio della creazione da solo non basta. Solo la Parola di Dio che incontriamo nella Sacra Scrittura poteva indicare loro definitivamente la strada. Creazione e Scrittura, ragione e fede devono stare insieme per condurci al Dio vivente”. 

lunedì 2 gennaio 2012

Per cominciare




"Senza frode imparai la sapienza e senza invidia la dono, non nascondo le sue ricchezze. Essa è un tesoro inesauribile per gli uomini; quanti se lo procurano si attirano l'amicizia di Dio, sono a lui raccomandati per i doni del suo insegnamento" (Sap 7, 13-14).