sabato 28 giugno 2014

Instrumentum laboris del Sinodo dei Vescovi 2014

Nella Solennità della Natività di San Giovanni Battista, è stato presentato  in Vaticano dal card. Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo, l’Instrumentum laboris dell’assise, straordinaria, sulla famiglia che si celebrerà il prossimo ottobre. 

Nella sua presentazione il porporato ricorda le tappe del cammino insieme della Chiesa:
Nell’Assemblea Generale Straordinaria del 2014, i Padri sinodali valuteranno e approfondiranno i dati, le testimonianze e i suggerimenti delle Chiese particolari, al fine di rispondere alle nuove sfide sulla famiglia. L’Assemblea Generale Ordinaria del 2015, maggiormente rappresentativa dell’episcopato, innestandosi sul precedente lavoro sinodale, rifletterà ulteriormente sulle tematiche affrontate per individuare adeguate linee operative pastorali.e culminerà con un successivo documento finale che verrà sottoposto alle decisioni di papa Francesco.

 Il card. Baldisseri illustra genesi e sviluppi dell'Instrumentum Laboris che
nasce dalle risposte al questionario del Documento Preparatorio, reso pubblico nel mese di novembre 2013, strutturato in otto gruppi di domande riguardanti il matrimonio e la famiglia, cui è stata data ampia diffusione. Le risposte, numerose e dettagliate, sono pervenute dai Sinodi delle Chiese Orientali Cattoliche sui iuris, dalle Conferenze Episcopali, dai Dicasteri della Curia Romana e dall’Unione dei Superiori Generali. Sono pure giunte direttamente alla Segreteria Generale risposte – dette osservazioni – da un numero significativo di diocesi, parrocchie, movimenti, gruppi, associazioni ecclesiali e realtà familiari, nonché quelle di istituzioni accademiche, specialisti, fedeli ed altri, interessati a far conoscere la propria riflessione.
Quanto ai   contenuti, il testo è strutturato in tre parti.
La prima parte è dedicata al Vangelo della famiglia, tra disegno di Dio e vocazione della persona in Cristo, orizzonte entro il quale si rileva la conoscenza e la ricezione del dato biblico e dei documenti del Magistero della Chiesa, incluse le difficoltà, tra le quali la comprensione della legge naturale. La seconda parte tratta le varie proposte di pastorale familiare, le relative sfide e le situazioni difficili. La terza parte è dedicata all’apertura alla vita e alla responsabilità educativa dei genitori, che caratterizza il matrimonio tra l’uomo e la donna, con particolare riferimento alle situazioni pastorali attuali.

domenica 15 giugno 2014

Verso quale progresso?

Con piacere dedico questo spazio ad un'altra riflessione di Marco Guzzi  sul nostro tempo e sulle sue prospettive antropologiche.

" Scendendo nei temi della nostra contemporaneità, dove incontriamo oggi le direzioni di un vero progresso? Nella globalizzazione finanziaria di Bruxelles e di Wall Street o nelle rinnovate difese delle identità o dei dazi nazionali? Nell’ulteriore precarizzazione, detta “flessibilità”, del lavoro, oppure nella tutela dei “vecchi” diritti sindacali? Nella piena liberalizzazione del mercato dei corpi, degli uteri e dei materiali genetici, o nella riscoperta di una nuova ecologia dell’uomo? Nella legittimazione dei matrimoni gay, o nel considerarli “un regresso antropologico”, come dice Papa Francesco?
E nella Chiesa poi chi va per davvero in avanti e chi si sta invece semplicemente perdendo per strada? Chi nega il peccato originale, i miracoli, e la presenza del Satana nella storia, o chi riscopre il mistero di Maria entro il processo della propria liberazione? Chi è cioè per davvero “moderno”, chi sta dalla parte della vera crescita dell’uomo?
Papa Ratzinger sintetizzava così il problema nel 2010: “La questione è: in cosa il secolarismo ha ragione? In cosa dunque la fede deve far proprie le forme e le immagini della modernità. E in cosa deve invece opporre resistenza? Questa grande lotta attraversa oggi il mondo intero”. Se non inizieremo a rispondere in modo più appropriato a queste domande non potremo né rilanciare il progetto moderno di evoluzione dell’uomo, né quello cristiano che lo anima dall’interno". 

Guzzi ha tenuto tra febbraio e marzo scorsi un Corso all’Istituto di Teologia della Vita Consacrata “Claretianum”, dell’Università Lateranense di cui si riportano qui i temi affrontati:


Una Nuova Evangelizzazione per la conversione della Chiesa 
http://www.youtube.com/watch?v=GQLPII0IsnE
 La svolta antropologica dall'Io bellico all'Io relazionale
http://www.youtube.com/watch?v=S9H1usNWdqY
 Dalla rappresentazione alla realizzazione dei misteri della salvezza 
http://www.youtube.com/watch?v=D7CLZ77FT0g
 Vangelo della Nuova Umanità: nuovi itinerari iniziatici 



domenica 8 giugno 2014

Nella vita non accontentarsi di un “pareggio” mediocre

Piazza S. Pietro e via della Conciliazione ieri sono diventati come uno stadio immenso, anzi un vero villaggio dello sport con campi di calcio a 5, da basket e volley, animati da decine di migliaia di persone, in particolare giovani,provenienti da tutta Italia in occasione della celebrazione del 70° anniversario del Centro Sportivo Italiano

Evento che ha visto il suo culmine nel pomeriggio con l’incontro con Papa Francesco, il quale, dopo avere assistito ad alcune esibizioni sportive, ha rivolto un intenso discorso  per sottolineare la dedizione del Csi nel promuovere lo sport come esperienza educativa. 

Nell’evidenziare, quindi, l’intrinseca dimensione educativa, con la scuola, dello sport, il Papa ha evocato l’importanza del lavoro per affrancare i giovani dalle dipendenze della droga o dell’alcol. 

Ma quale sport? Qui Francesco è stato chiaro e diretto: “E’ importante, cari ragazzi, che lo sport rimanga un gioco! Solo se rimane un gioco fa bene al corpo e allo spirito. E proprio perché siete sportivi, vi invito non solo a giocare, come già fate, ma c’è qualcosa di più: a mettervi in gioco nella vita come nello sport. Mettervi in gioco nella ricerca del bene, nella Chiesa e nella società, senza paura, con coraggio ed entusiasmo. Mettervi in gioco con gli altri e con Dio; non accontentarsi di un “pareggio” mediocre, dare il meglio di sé stessi, spendendo la vita per ciò che davvero vale e che dura per sempre. Non accontentarsi di queste vite tiepide, vite “mediocremente pareggiate”: no, no! Andare avanti, cercando la vittoria sempre!”. 

E per fare questo, occorre anche dell’altro: “Vi auguro anche di sentire il gusto, la bellezza del gioco di squadra, che è molto importante per la vita. No all’individualismo! No a fare il gioco per se stessi. Nella mia terra, quando un giocatore fa questo, gli diciamo: “Ma questo vuole mangiarsi il pallone per se stesso!”. No, questo è individualismo: non mangiatevi il pallone, fate gioco di squadra, di équipe. Appartenere a una società sportiva vuol dire respingere ogni forma di egoismo e di isolamento, è l’occasione per incontrare e stare con gli altri, per aiutarsi a vicenda, per gareggiare nella stima reciproca e crescere nella fraternità”. 

Sono particolarmente grato per queste parole, che rappresentano un richiamo sempre attuale per la mia esperienza da dirigente, vissuta per circa 20 anni della mia giovinezza nel Csi a Messina .