domenica 25 dicembre 2011

Umiltà e semplicità natalizia


"Oggi il Natale è diventato una festa dei negozi, il cui luccichio abbagliante nasconde il mistero dell’umiltà di Dio, la quale ci invita all’umiltà e alla semplicità. Preghiamo il Signore di aiutarci ad attraversare con lo sguardo le facciate luccicanti di questo tempo fino a trovare dietro di esse il bambino nella stalla di Betlemme, per scoprire così la vera gioia e la vera luce" (Benedetto XVI,omelia santa Messa di mezzanotte del Natale del Signore).

domenica 18 dicembre 2011

La "cresta dei vescovi"

Il presidente della Conferenza episcopale italiana, card. Bagnasco,  nell’intervista rilasciata ieri al Corriere della Sera, a proposito dell’ICI e la Chiesa ha evocato quanto  predicato  in una recente agorà  televisiva in cui si è affermato che  la Chiesa riceve un miliardo di euro e spende 350 milioni per gli stipendi del clero; "il resto è la cresta dei vescovi".  Nessuno in quella trasmissione  del giovedì sera sulla pur lodevole La7 ha sentito il dovere di correggere  l’inesattezza o tendenziosità dell’affermazione che non corrisponde  alla verità del dettato legislativo in materia. L'art. 48 della legge 222/85, istitutiva anche del cosiddetto 8 per mille, prevede che le “quote” di cui all’art. 47 2° comma  versate alla Chiesa cattolica siano utilizzate  “per  esigenze di culto della popolazione, sostentamento del clero , interventi caritativi a favore della collettività nazionale o di paesi del terzo mondo”. Il sostentamento dei sacerdoti in cura d’anime è dunque una e non l’unica voce prevista per gli scopi di quanto acquisito. E infatti, giustamente il card. Bagnasco ha precisato che sul miliardo di euro ricevuti, tolti i 350 milioni per i compensi ai sacerdoti, vescovi compresi, i restanti 650 milioni sono spesi per la Caritas, per i beni culturali, per il Terzo Mondo. E naturalmente per le esigenze di culto. Sparare nel mucchio non aiuta nel sostegno delle proprie ragioni. Mai.




lunedì 12 dicembre 2011

La vera gioia: "gaudere in Domino semper"

Paolo VI, in occasione della Pentecoste del 1975, in cui si celebrava l’Anno Santo, pubblicò l’Esortazione apostolica Gaudete in Domino, sulla “gioia cristiana” e il cui incipit recita “Rallegratevi nel Signore, perché egli è vicino a quanti lo invocano con cuore sincero(Fil 4,4-5).

Nel richiamare il brano paolino, il Pontefice faceva un’analisi della condizione umana che, dopo quasi quarant’anni, rimane di estrema attualità.La società tecnologica ha potuto moltiplicare le occasioni di piacere, ma essa difficilmente riesce a procurare la gioia. Perché la gioia viene d'altronde. È spirituale. Il denaro, le comodità, l'igiene, la sicurezza materiale spesso non mancano; e tuttavia la noia, la malinconia, la tristezza rimangono sfortunatamente la porzione di molti. Ciò giunge talvolta fino all'angoscia e alla disperazione, che l'apparente spensieratezza, la frenesia di felicità presente e i paradisi artificiali non riescono a far scomparire. Forse ci si sente impotenti a dominare il progresso industriale, a pianificare la società in maniera umana? Forse l'avvenire appare troppo incerto, la vita umana troppo minacciata? O non si tratta, soprattutto, di solitudine, di una sete d'amore e di presenza non soddisfatta, di un vuoto mal definito?”.

Ieri, domenica detta “Gaudéte, all’Angelus Benedetto XVI ha evocato il contenuto della “vera gioia”, che non è “ frutto del divertirsi, inteso nel senso etimologico della parola di-vertere, cioè esulare da che gli impegni della vita e dalle sue responsabilità…non è un semplice stato d’animo passeggero, né qualcosa che si raggiunge con i propri sforzi, ma è un dono, nasce dall’incontro con la persona viva di Gesù, dal fargli spazio in noi, dall’accogliere lo Spirito Santo che guida la nostra vita”.

venerdì 2 dicembre 2011

Orsono 30 anni

Il 22 novembre del 1981, Giovanni Paolo II firmava l’esortazione apostolica post sinodale Familiaris Consortio, che, primo documento sulla famiglia, costituisce una pietra miliare del magistero pontificio sul tema della famiglia al servizio della vita.

La Familiaris consortio è stata il frutto dottrinale e pastorale del primo Sinodo dei Vescovi del Pontificato di Giovanni Paolo II, riunitosi nell'ottobre del 1980 e che si è occupato dei "compiti della famiglia cristiana nel mondo di oggi". Tale Sinodo sulla famiglia ebbe luogo dopo il Sinodo sull'Evangelizzazione, da cui ebbe origine l'Esortazione Apostolica Evangelii nuntiandi, e dopo il Sinodo sulla Catechesi, che ispirò l'Esortazione Apostolica Catechesi tradendae. "Esso è stato la naturale continuazione dei due precedenti: la famiglia cristiana, infatti, è la prima comunità chiamata ad annunciare il Vangelo alla persona umana in crescita e a portarla attraverso una progressiva educazione e catechesi, alla piena maturità umana e cristiana" (Familiaris consortio, 2). E ancora è utile ricordare come questi documenti sinodali hanno trovato la loro fonte nel Vaticano II con la Costituzione Pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes del 7 dicembre 1965.

Con la Familiaris consortio la pastorale familiare e anche la riflessione teologica sul matrimonio e sulla vita sono state fortemente sviluppate, così come i movimenti di spiritualità coniugale si sono moltiplicati. E tuttavia non si può dire che oggi la famiglia non conosca ombre, anzi.

Dal divorzio all’aborto, dal trattamento dell'infertilità femminile alle manipolazioni sugli embrioni umani, dalla pillola contraccettiva alla pillola che è anche abortiva, mentre si vanno imponendo altri "modelli" di famiglia, compreso quello omosessuale, e altri "stili di vita" basati sul non impegno, sulla non permanenza, sulla non fedeltà. Il tutto in ossequio all'esaltazione dell'individuo, dei suoi interessi e del suo piacere.