lunedì 28 febbraio 2011

Digiuno, elemosina, preghiera

Il 22 febbraio è stato diffuso il Messaggio per la Quaresima 2011 , che Papa Benedetto XVI ha firmato il 4 novembre scorso.

E’ certamente uno strumento utile per vivere dal di dentro il cammino di avvicinamento alla Pasqua . Il Papa col solito stile pedagogico scandisce il tempo quaresimale, evidenziando il significato di ogni singola tappa domenicale.

Il Santo Padre richiama il senso delle espressioni dell’impegno di conversione attraverso le pratiche tradizionali del digiuno, dell’elemosina e della preghiera con cui “la Quaresima educa a vivere in modo sempre più radicale l’amore di Cristo”.

Nella società dell’opulenza religioso diventa il digiuno, per cui “rendendo più povera la nostra mensa impariamo a superare l’egoismo per vivere nella logica del dono e dell’amore; sopportando la privazione di qualche cosa - e non solo di superfluo - impariamo a distogliere lo sguardo dal nostro “io”, per scoprire Qualcuno accanto a noi e riconoscere Dio nei volti di tanti nostri fratelli. Per il cristiano il digiuno non ha nulla di intimistico, ma apre maggiormente a Dio e alle necessità degli uomini, e fa sì che l’amore per Dio sia anche amore per il prossimo (cfr Mc 12,31)”.

Così come “la pratica dell’elemosina è un richiamo al primato di Dio e all’attenzione verso l’altro, per riscoprire il nostro Padre buono e ricevere la sua misericordia”. E da ultimo, ma non ultima, la preghiera, incentrata sulla Parola di Dio, “che continua a parlare al nostro cuore” e “alimenta il cammino di fede che abbiamo iniziato nel giorno del Battesimo”, permettendoci “anche di acquisire una nuova concezione del tempo” aperto all’eternità e alla trascendenza.


domenica 6 febbraio 2011

“Chi di voi è senza peccato...”

Di fronte al “re nudo” abbiamo spesso sentito da parte di taluni evocare il versetto giovanneo “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei” , riferito all'episodio dell'adultera.

La citazione è senz'altro pertinente, richiamando la misericordia divina. Soltanto che non si dà pieno conto del brano evangelico che appunto prosegue con l'insegnamento di Gesù, che richiede l'imprescindibile conversione di vita dicendo alla donna “va' e d'ora in poi non peccare più". Ecco non ho sentito da parte dei sostenitori del re, seppure credenti, questo richiamo al “va'”, a ritornare alla vita, a riprendere il cammino.

Può essere utile anche quanto il Santo Padre ha recentemente richiamato a proposito della verità e del bene"... per noi cristiani, il vero significato della “coscienza” è la capacità dell’uomo di riconoscere la verità, e, prima ancora, la possibilità di sentirne il richiamo, di cercarla e di trovarla. Alla verità e al bene occorre che l’uomo sappia aprirsi, per poterli accogliere in modo libero e consapevole. La persona umana, del resto, è espressione di un disegno di amore e di verità: Dio l’ha “progettata”, per così dire, con la sua interiorità, con la sua coscienza, affinché essa possa trarne gli orientamenti per custodire e coltivare se stessa e la società umana".