martedì 19 luglio 2011

Gemiti inesprimibili ma efficaci

Quante volte ci si blocca con la preghiera di supplica, non sapendo cosa chiedere. Ciò dipende dalla situazione personale di ciascuno, dal momento particolare di sofferenza che si vive nella fragilità umana, presi dai mille problemi che affastellano la mente. Non si sa come pregare in modo conveniente. Ma qual è il modo conveniente?

San Paolo, evocando la forza dello Spirito, ne presenta i frutti dell’intercessione : “Fratelli, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio.( Rm 8, 26-27).

Si tratta allora di fare spazio spazio dentro al nostro cuore allo Spirito e lasciarsi ispirare circa le cose essenziali che ci mancano e che contano davanti al Padre.

sabato 2 luglio 2011

"Senescit et se nescit"

Un vecchio non deve far dire di sé: senescit et se nescit, ossia che invecchia e non impara a conoscersi”.

Così il card. Gianfranco Ravasi ha introdotto il proprio quotidiano “Mattutino” di qualche giorno fa su Avvenire. Tratta della vecchiaia o meglio del modo come si vive quella che fino a qualche tempo si indicava come terza età e ormai, con l'aumento di aspettativa di vita, è definita quarta fase dell'esistenza. Un tema per me, vista l'anagrafe, intrigante che mi spinge ad una riflessione sul senso e sull'uso del tempo che scorre.

Al riguardo, il card. Ravasi scrive, riprendendo Alphonse Karr, vis­suto nell'Ottocento: “Se, infatti, spezziamo il verbo senescit, che è l'«invecchiare» normale, scandito dal flusso del tempo, ci troviamo di fronte a un se nescit, che è invece il verbo dell'i­gnoranza. Certo, gli anni portano con sé anche l'appannamento mentale e la de­bolezza generale dell'organismo, ma c'è un patrimonio che non dev'essere disper­so, quello appunto della sapienza, «distil­lata» passando oltre le tempeste della vi­ta, persino attraverso gli errori ma so­prattutto nella ricerca e nell'esperienza di anni”.

Sapienza distillata con il salmista (Sal 89/90) , che canta al Signore "Ai tuoi occhi, mille anni sono come il giorno di ieri che è passato" e quindi invoca "Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore".