lunedì 20 ottobre 2014

Beato Paolo VI, “il grande timoniere del Concilio”

Ieri papa Francesco, proclamando beato Paolo VI , ha delineato la statura di quel Pontefice che seppe offrire una “umile e profetica testimonianza di amore a Cristo e alla sua Chiesa”.
 
E non può sfuggire ad occhi attenti anche la voluta coincidenza tra questa beatificazione e il Sinodo straordinario sulla famiglia. Sinodo, che come evento partecipato di comunione ecclesiale fu istituito proprio da papa Montini nel 1965 con un preciso fine: “Scrutando attentamente i segni dei tempi, cerchiamo di adattare le vie e i metodi alle accresciute necessità dei nostri giorni e alle mutate condizioni della società” (cfr. Lett. ap. Motu proprio Apostolica sollicitudo).
 
All’omelia della Messa, celebrata davanti a circa settanta mila fedeli, oltre che insieme ai padri sinodali e al papa emerito Benedetto XVI (creato cardinale proprio da Paolo VI nel 1977), papa Bergoglio ha offerto un ulteriore affresco della personalità del neo beato, definito il grande timoniere del Concilio, citandone le parole: «Forse il Signore mi ha chiamato e mi tiene a questo servizio non tanto perché io vi abbia qualche attitudine, o affinché io governi e salvi la Chiesa dalle sue presenti difficoltà, ma perché io soffra qualche cosa per la Chiesa, e sia chiaro che Egli, e non altri, la guida e la salva» (P. Macchi, Paolo VI nella sua parola, Brescia 2001, pp. 120-121).
 
Francesco ha evidenziato, quindi l'umiltà di papa Montini, nella quale : “risplende la grandezza del Beato Paolo VI che, mentre si profilava una società secolarizzata e ostile, ha saputo condurre con saggezza lungimirante - e talvolta in solitudine - il timone della barca di Pietro senza perdere mai la gioia e la fiducia nel Signore”.

domenica 19 ottobre 2014

Questa è la Chiesa, tra sinodalità e collegialità

Con la Messa di stamani a S.Pietro, durante la quale vi è stata anche la beatificazione del servo di Dio papa Paolo VI, si è concluso il Sinodo straordinario sulla famiglia.
 
All’omelia , papa Francesco ha ripreso la natura del Sinodo, che “significa «camminare insieme». E infatti, pastori e laici di ogni parte del mondo hanno portato qui a Roma la voce delle loro Chiese particolari per aiutare le famiglie di oggi a camminare sulla via del Vangelo, con lo sguardo fisso su Gesù. È stata una grande esperienza nella quale abbiamo vissuto la sinodalità e la collegialità, e abbiamo sentito la forza dello Spirito Santo che guida e rinnova sempre la Chiesa chiamata, senza indugio, a prendersi cura delle ferite che sanguinano e a riaccendere la speranza per tanta gente senza speranza”.
 
Nel discorso conclusivo di ieri il Papa ha fatto il punto sui lavori sinodali evocando “un cammino di uomini, con le consolazioni ci sono stati anche altri momenti di desolazione, di tensione e di tentazioni”. E proprio su queste ultime il Santo Padre si è voluto soffermare, elencandole:
 
“- La tentazione dell'irrigidimento ostile, cioè il voler chiudersi dentro lo scritto (la lettera) e non lasciarsi sorprendere da Dio, dal Dio delle sorprese (lo spirito); dentro la legge, dentro la certezza di ciò che conosciamo e non di ciò che dobbiamo ancora imparare e raggiungere. Dal tempo di Gesù, è la tentazione degli zelanti, degli scrupolosi, dei premurosi e dei cosiddetti - oggi- "tradizionalisti" e anche degli intellettualisti. - La tentazione del buonismo distruttivo, che a nome di una misericordia ingannatrice fascia le ferite senza prima curarle e medicarle; che tratta i sintomi e non le cause e le radici. È la tentazione dei "buonisti", dei timorosi e anche dei cosiddetti "progressisti e liberalisti". - La tentazione di trasformare la pietra in pane per rompere un digiuno lungo, pesante e dolente (cf. Lc 4,1-4) e anche di trasformare il pane in pietra e scagliarla contro i peccatori, i deboli e i malati (cf. Gv 8,7) cioè di trasformarlo in "fardelli insopportabili" (Lc 10, 27). - La tentazione di scendere dalla croce, per accontentare la gente, e non rimanerci, per compiere la volontà del Padre; di piegarsi allo spirito mondano invece di purificarlo e piegarlo allo Spirito di Dio. - La tentazione di trascurare il "depositum fidei", considerandosi non custodi ma proprietari e padroni o, dall'altra parte, la tentazione di trascurare la realtà utilizzando una lingua minuziosa e un linguaggio di levigatura per dire tante cose e non dire niente!”.
E comunque il Santo Padre ha esortato a non scoraggiarsi o peggio a scandalizzarsi “ perché nessun discepolo è più grande del suo maestro; quindi se Gesù è stato tentato - e addirittura chiamato Beelzebul (cf. Mt 12, 24) - i suoi discepoli non devono attendersi un trattamento migliore”.  

Del resto,
 
“questa è la Chiesa, la vigna del Signore, la Madre fertile e la Maestra premurosa, che non ha paura di rimboccarsi le maniche per versare l’olio e il vino sulle ferite degli uomini (cf. Lc 10, 25-37); che non guarda l’umanità da un castello di vetro per giudicare o classificare le persone. Questa è la Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica e composta da peccatori, bisognosi della Sua misericordia. Questa è la Chiesa, la vera sposa di Cristo, che cerca di essere fedele al suo Sposo e alla sua dottrina. È la Chiesa che non ha paura di mangiare e di bere con le prostitute e i pubblicani (cf. Lc 15). La Chiesa che ha le porte spalancate per ricevere i bisognosi, i pentiti e non solo i giusti o coloro che credono di essere perfetti! La Chiesa che non si vergogna del fratello caduto e non fa finta di non vederlo, anzi si sente coinvolta e quasi obbligata a rialzarlo e a incoraggiarlo a riprendere il cammino e lo accompagna verso l'incontro definitivo, con il suo Sposo, nella Gerusalemme Celeste”. Ecco perché, “quando la Chiesa, nella varietà dei suoi carismi, si esprime in comunione, non può sbagliare: è la bellezza e la forza del sensus fidei, di quel senso soprannaturale della fede, che viene donato dallo Spirito Santo affinché, insieme, possiamo tutti entrare nel cuore del Vangelo e imparare a seguire Gesù nella nostra vita, e questo non deve essere visto come motivo di confusione e di disagio”.
 
Ribadita la natura teandrica della Chiesa, non riducibile quindi ad un mero aggregato umano, quasi ad un partito, papa Francesco ha richiamato taluni commenti, smentendoli: “ Tanti commentatori, o gente che parla, hanno immaginato di vedere una Chiesa in litigio dove una parte è contro l'altra, dubitando perfino dello Spirito Santo, il vero promotore e garante dell'unità e dell'armonia nella Chiesa. Lo Spirito Santo che lungo la storia ha sempre condotto la barca, attraverso i suoi Ministri, anche quando il mare era contrario e mosso e i ministri infedeli e peccatori”.
 
Una Chiesa al lavoro, fino al  Sinodo del 2015, per  “maturare, con vero discernimento spirituale, le idee proposte e trovare soluzioni concrete a tante difficoltà e innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare; a dare risposte ai tanti scoraggiamenti che circondano e soffocano le famiglie. Un anno per lavorare sulla "Relatio synodi" che è il riassunto fedele e chiaro di tutto quello che è stato detto e discusso in questa aula e nei circoli minori. E viene presentato alle Conferenze episcopali come Lineamenta.”

domenica 12 ottobre 2014

Carità e pastorale giudiziale

Al Sinodo dei vescovi si è chiusa la prima settimana di intensi lavori. Nel corso della sesta Congregazione generale , nel pomeriggio di mercoledì 8 ottobre, “Quanto ai processi di dichiarazione di nullità matrimoniale, in generale è stata riscontrata da molti l’esigenza di snellimento nelle procedure (e di integrare più laici competenti nei Tribunali ecclesiastici), ma è stato anche rilevato il pericolo di superficialità e la necessità di salvaguardare sempre il rispetto della verità e i diritti delle parti. Anche perché – si è detto – il processo non è contrario alla carità pastorale e la pastorale giudiziale deve evitare idee colpevolizzanti, incoraggiando una trattazione serena dei casi. Sempre a proposito della nullità matrimoniale, si è riflettuto sull’ipotesi di ricorrere alla via amministrativa, non sostitutiva di quella giudiziale, bensì complementare ad essa. Si è proposto che spetti al vescovo decidere quali richieste di verifica di nullità trattare per tale via amministrativa”.

Nell’ottava Congregazione generale, sempre con riferimento ai processi di verifica della nullità matrimoniale, è stata ricordata “la Commissione speciale di studio per la riforma del processo matrimoniale canonico, istituita dal Santo Padre Francesco in data 20 settembre 2014, ed è stato poi auspicato il raggiungimento di una procedura più semplice, purché una ed unica per tutta la Chiesa. Sulla doppia sentenza conforme conseguente all’obbligatorietà dell’appello, inoltre, ci si è chiesti se sia possibile ipotizzare di lasciare al discernimento del vescovo la determinazione di ricorrere o meno in appello”.
 
Ma allo stesso tempo ci si è soffermati sulla necessità di un intervento pastorale a monte con una adeguata preparazione al matrimonio, “poiché la sua celebrazione sembra ridursi sempre più alla dimensione sociale e giuridica, invece che religiosa e spirituale. Il percorso preparatorio – è stato notato – spesso viene percepito dai nubendi come un’imposizione, un compito da assolvere senza convincimento e risulta essere troppo breve. Poiché, invece, il matrimonio è una vocazione per la vita, la sua preparazione dovrebbe essere lunga ed approfondita, come avviene per la vita religiosa. E’ stata anche evidenziata, nei nubendi, una frequente mancanza di consapevolezza del valore sacramentale del vincolo matrimoniale. Tanto che la celebrazione del rito matrimoniale, è stato detto, non è automaticamente la celebrazione del sacramento matrimoniale.”