martedì 25 febbraio 2014

A scuola di amicizia

La "legge del taglione" (cfr. Es 21,24), che affermava la responsabilità personale delle proprie azioni e l'uguaglianza delle persone davanti alla legge, stabiliva in sostanza che la reazione doveva essere proporzionata al danno, all'offesa recata. Gesù (cfr. Mt 5, 38-48) ci richiede il superamento dei rancori e dei conflitti, di far comprendere a colui che compie il male l'inutilità del suo gesto. 

E’ così che si costruisce la pace con noi stessi e … con gli altri. A pensarci bene, l’insofferenza, che riversiamo sugli altri, discende spesso dalla nostra solitudine, effetto a sua volta dell’indifferenza altrui. Ecco allora che diventa necessario e ineludibile valorizzare l'incontro, creando le occasioni di apertura, e sfidare così l'indifferenza. Costruire ponti, nella consapevolezza che “Non basta amare il prossimo insieme a Dio, bisogna lasciarsi amare se non si vuol rinunziare alla risposta che Dio ci offre nel prossimo”.

sabato 22 febbraio 2014

Colpo d'occhio

A dispetto dei critici per contratto, il governo a trazione Renzi è entrato in carica con tutte le novità che si porta dietro. A cominciare da quella di essere Matteo, come ormai lo chiamano i politici e non solo, il più giovane presidente del Consiglio dall’Unità d’Italia ad oggi.

Un esecutivo con la parità di genere, e anche questa si tratta della prima volta, offrendo allo stesso tempo un colpo d’occhio caratterizzato da gente nuova e giovane con età media di 47 anni. Un Governo politico, e non più del "presidente della Repubblica", che vede apparenti stranezze (come Confindustria allo Sviluppo e le Coop al Lavoro), per non dire della prima donna alla Difesa in un mondo storicamente maschile,. ma abbastanza equilibrato fra le sue componenti. Anche se ha una indiscutibile impronta democratica dietro Renzi, il quale ha più di un motivo per dire:"Mi gioco la faccia, che è più importante della carriera. Rischiamo tutto, ma lo facciamo con sano entusiasmo e con baldanza”.

Piaccia o no Renzi e il Pd hanno dato un governo all’altezza della situazione drammatica del paese. Una scommessa si diceva tutta da giocare per il tempo necessario, nonostante la fragilità del quadro politico generale e comunque almeno fino alla riforma del Senato, ora legata all’entrata in vigore della nuova legge elettorale. Si tratta di dare rapidità all’azione di governo, in modo da ottenere i primi risultati che gli italiani senza appartenenza, e sono la maggioranza, si attendono. Buon lavoro!

domenica 16 febbraio 2014

La scommessa

Matteo Renzi, sta assumendo la guida del Paese con un’operazione politica avallata dalla stragrande maggioranza del gruppo dirigente del Pd, ma che è stata accolta con tanta perplessità dall’opinione pubblica. 

Una scelta quella dei democratici che i media hanno variamente appellata, qualificandola nel migliore dei casi come una scommessa e comunque come un azzardo. Proprio così lo ha definito nel suo editoriale  di ieri Ezio Mauro.  

Un tutto per tutto nobilitato però dal fine che si prefigge nell’interesse del Paese. E di ciò va dato atto in primo luogo al giovane leader democrat, cui non è concesso dalla stessa opinione generale non solo di sbagliare, ma neppure una partita dai tempi per così dire regolamentari nel dare le risposte ai problemi non risolti a cominciare dal lavoro. Per dirla con Dario di Vico “ La vera moneta da rimettere in circolazione… è il problem solving , ovvero la produzione di soluzioni”. Il tutto con il necessario coraggio che certamente non fa difetto a Renzi, impegnato a costruire dopo la rottamazione.

domenica 9 febbraio 2014

Lampada accesa!

“Lampada accesa! Questa è la vocazione cristiana. Il cristiano porta la luce! E’ una lampada accesa! Sempre avanti con la luce di Gesù!”

Così Papa Francesco all’Angelus di oggi .

In questa domenica in cui liturgicamente si proclama la Parola con l’immagine del sale e della luce, il profeta Isaia ci aiuta a capire come fare per essere “lampada accesa”:

 “ Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato, nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne? 
Allora la tua luce sorgerà come l'aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà.”(Is 58,7-8),

domenica 2 febbraio 2014

La dicotomia assurda

Cristo si ma la Chiesa no. Tante volte è capitato di ascoltare con le motivazioni più diverse, magari frutto di esperienze non costruttive o di testimonianze non adeguate, affermazioni del genere. 

Provvidenziale giunge l’omelia  del Santo Padre nella Messa celebrata nella Cappella della Domus Sanctae Marthae il 30 gennaio scorso. Il Pontefice, prendendo spunto dalle letture del giorno, rilevato il sentimento forte di appartenenza al popolo di Dio” del re Davide (2 Sam 7, 18-19.24-29), si è interrogato sul senso odierno di appartenenza alla Chiesa, ossia “il sentire con la Chiesa, sentire nella Chiesa”. 

Papa Francesco ha detto che "il cristiano non è un battezzato che riceve il battesimo e poi va avanti per la sua strada". Non è così, perché "il primo frutto del battesimo è farti appartenere alla Chiesa, al popolo di Dio", dunque "non si capisce un cristiano senza Chiesa. Per questo il grande Paolo VI diceva che è una dicotomia assurda amare Cristo senza la Chiesa; ascoltare Cristo ma non la Chiesa; stare con Cristo al margine della Chiesa. È una dicotomia assurda". 

Il “sensus ecclesiae” è dato proprio da “ il sentire, pensare, volere, dentro la Chiesa”. Per realizzare ciò, il Vescovo di Roma insegna che occorre “umiltà, fedeltà e servizio della preghiera”. L’umiltà ci fa comprendere che “noi siamo inseriti in una comunità come una grazia grande» e che «la storia della salvezza non comincerà con me, non finirà con me: ognuno di noi può dire questo”. La fedeltà ci ricorda invece che “abbiamo ricevuto un Vangelo, una dottrina” a cui essere fedeli e da custodire. E il servizio ci spinge a essere costanti nella “preghiera per la Chiesa”.