"Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. [2] Ogni
tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto,
lo pota perché porti più frutto” (Gv 15,1-2).
In questi versetti del Vangelo secondo Giovanni si
evidenzia, con un’immagine plastica, l’importanza della potatura per la vita
della pianta. Potare significa infatti dare
vita e serve per eliminare i rami infruttuosi che appesantiscono la pianta. Significa, quindi,
togliersi di dosso il superfluo che appesantisce la vita, usando le forbici
taglienti della Parola.
Dio interviene nella storia e opera con tagli precisi
affinché ognuno sia in condizione di poter fruttificare al meglio di sé. “Il
cristiano oggi più che mai è chiamato a «portare "molto frutto":
nella giustizia sociale, perché essa non sia solo lotta per la conquista di un
potere, ma potere di rispetto e di amore per ogni creatura, dal bimbo che
fiorisce nel grembo della madre, al vecchio che avvizzisce nella carne,
all'ombra di un cronicario e nella solitudine; nella promozione umana, dove
l'uomo non è solo il protagonista di una storia senza significato che si ripete
all'infinito, ma il figlio e il fratello che nella storia trova la sua strada
che conduce al cuore del Padre; nella comunione personale e comunitaria con
la persona di Gesù che, se vive
nella comunità dei credenti, tuttavia la trascende nella sua pienezza di amore
personale”(G.Sacino: http://www.maranatha.it) .