domenica 31 marzo 2013

Risurrezione del Signore e vita nuova

In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. 

E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. 

 E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome». 
(At 10, 34a. 37-43)

domenica 24 marzo 2013

Passaggio di testimone

Possiamo dire di vivere uno straordinario periodo nella vita della Chiesa e non solo. Epocale come è stato più volte e da più parti affermato. Un tempo segnato da un lungo elenco di “prime volte”. 

Ieri è stata la volta dell’incontro nel Palazzo apostolico di Castelgandolfo tra il Pontefice e il papa emerito. Un evento inedito nella storia della Chiesa. Francesco e Benedetto XVI si sono incontrati e hanno pregato insieme, ma hanno anche conversato in privato, dando così vita, per dirla con p. Lombardi, a un "momento di altissima e profondissima comunione". "Siamo fratelli", ha detto papa Francesco al suo predecessore, rifiutando l'inginocchiatoio d'onore. Un incontro che sancisce, anche visivamente, un passaggio di testimone, marcando una continuità nella originalità.

mercoledì 20 marzo 2013

Anello Piscatorio e Pallio

Ieri con la Messa di inizio pontificato a Papa Francesco  sono stati consegnati due simboli del ministero petrino: l'anello del pescatore o piscatorio (che Papa Bergoglio ha voluto in argento e non in oro) e il pallio. 

Quest’ultimo è stato consegnato poco prima dell'inizio della Messa da parte del cardinale Protodiacono Jean-Louis Tauran. Il pallio è una fascia di lana bianca, con foggia larga e lunga, e con il colore rosso delle croci, ed è il simbolo del Vescovo come buon pastore e, insieme, dell'agnello crocifisso per la salvezza dell'umanità. 

È stato invece il cardinale Decano, Angelo Sodano, a consegnare l'anello del pescatore al Pontefice, che lo indossa all’anulare della mano destra. L'anello, che ha raffigurata l'immagine di San Pietro con le chiavi, ha il significato particolare dell'anello che autentica la fede. Viene detto del pescatore perché Pietro è l'apostolo pescatore che, avendo avuto fede nella parola di Gesù, dalla barca ha tratto a terra le reti della pesca miracolosa.

lunedì 18 marzo 2013

Tra la gente, sulla “piazza che ha le dimensioni del mondo”

Nei primi quattro giorni del suo pontificato, Papa Francesco ha sottolineato in ogni modo il suo ruolo di Vescovo di Roma: ha voluto accanto a sé il cardinale Vicario Agostino Vallini al momento del primo affaccio dalla Loggia di San Pietro; ha celebrato la sua prima Messa pubblica fuori dalla Sistina nella piccola chiesa di Sant’Anna, unica parrocchia entro le mura leonine; nel suo primo Angelus si è espresso soltanto in italiano, usando sempre parole semplici e immagini anedottiche . 

Ha “strappato” con l’umiltà dei gesti il rigido protocollo pontificio, volto all’inviolabilità del Santo Padre. Fa il Vescovo che sorride e benedice le persone, che va verso le transenne protendendosi verso i fedeli, stringendo mani, non sottraendosi agli abbracci e ai baci sulle guance, ascoltando richieste di preghiere, ma anche invocandole per il suo ministero. 

 Si potrebbe dire che con Francesco si sia conclusa una lunga marcia di avvicinamento fisico del Vescovo di Roma, Papa, alla sua gente dopo che Giovanni Paolo I dal “noi” passò “all’Io” e ci fu l’abbandono della sedia gestatoria. 

Si è detto che il nome Francesco rappresenta indubbiamente la cifra del pontificato e già i segni lo dimostrano a cominciare dalla sobrietà dell’abito bianco, della croce pettorale e dello  stemma  che rimane nei tratti essenziali lo stesso della consacrazione episcopale e si caratterizza per la sua lineare semplicità. 

Papa Francesco ha insistito tanto in questi suoi primi interventi sulla misericordia divina, e proprio il suo motto “miserando atque eligendo”, ispirato alla vocazione di San Matteo evoca lo sguardo che si nutre del sentimento di amore e porta alla chiamata. Come vissuta nella festa di San Matteo dell'anno 1953, dal giovane Bergoglio che sperimentò, all’età di 17 anni, la presenza amorosa di Dio nella sua vita. Evento che segnò gli inizi della sua totale consacrazione a Dio nella Sua Chiesa e che da Vescovo decise di scegliere, come motto e programma di vita con l'espressione di San Beda miserando atque eligendo. Motto che ha inteso riprodurre anche nel proprio stemma pontificio.

giovedì 14 marzo 2013

In cammino con Papa Francesco


FRANCISCUS
13 marzo 2013
 Annuntio vobis gaudium magnum;
 habemus Papam: 
Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum, 
Dominum Georgium Marium 
Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalem Bergoglio 
qui sibi nomen imposuit Franciscum 





Benedizione Apostolica "Urbi et Orbi

" Fratelli e sorelle, buonasera! 

Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un Vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli Cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo … ma siamo qui … 

Vi ringrazio dell’accoglienza. La comunità diocesana di Roma ha il suo Vescovo: grazie!

 E prima di tutto, vorrei fare una preghiera per il nostro Vescovo emerito, Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca. 

[Recita del Padre Nostro, dell’Ave Maria e del Gloria al Padre] 

E adesso, incominciamo questo cammino: Vescovo e popolo. Questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese. Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi.
 Preghiamo sempre per noi: l’uno per l’altro. Preghiamo per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza. Vi auguro che questo cammino di Chiesa, che oggi incominciamo e nel quale mi aiuterà il mio Cardinale Vicario, qui presente, sia fruttuoso per l’evangelizzazione di questa città tanto bella!

 E adesso vorrei dare la Benedizione, ma prima – prima, vi chiedo un favore: prima che il vescovo benedica il popolo, vi chiedo che voi preghiate il Signore perché mi benedica: la preghiera del popolo, chiedendo la Benedizione per il suo Vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me. […] 

Adesso darò la Benedizione a voi e a tutto il mondo, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà. [Benedizione] Fratelli e sorelle, vi lascio. Grazie tante dell’accoglienza. Pregate per me e a presto! Ci vediamo presto: domani voglio andare a pregare la Madonna, perché custodisca tutta Roma.

 Buona notte e buon riposo!

martedì 12 marzo 2013

In attesa

Alle ore 16.30 di oggi secondo quanto stabilito dalla Congregazione Generale dei Cardinali, avrà luogo, come previsto dall'Ordo Rituum Conclavis, l'ingresso in Conclave dei 115 cardinali chiamati ad eleggere il nuovo Romano Pontefice. 
Intorno alle 19 di stasera, quando prevedibilmente si è conclusa la prima votazione, il mondo rivolgerà lo sguardo verso il lato destro della Basilica di San Pietro dove è stato montato, sul tetto della Sistina, il comignolo che annuncerà al mondo l'avvenuta, o meno, elezione del Papa. 
Nel caso la fumata sia nera, da domani gli scrutini potranno essere quattro al giorno, due al mattino e due al pomeriggio, con due fumate. 
Il cardinale Decano, Angelo Sodano, nell'omelia della Messa pro eligendo Romano Pontifice ha indirettamente auspicato un Conclave breve, vista l'ora "importante nella Storia della Chiesa" sulla quale il Signore «veglia con amore, sostenendola nel suo cammino attraverso i secoli, vivificandola con il suo Spirito Santo".

sabato 9 marzo 2013

“Extra omnes”

"Fuori tutti", con questa espressione il Maestro delle cerimonie pontificie , il prossimo martedì pomeriggio , giorno d’inizio del Conclave, ordinerà a tutti quelli che non sono chiamati all'elezione del Romano Pontefice di uscire dalla cappella Sistina, che subito dopo verrà chiusa e sigillata dall'interno. 
Questo rituale, che di fatto pone in assoluta clausura i 115 Cardinali elettori isolandoli dal resto del mondo, si spiega con l’esigenza della segretezza dell’elezione del Papa. Più che mai vale questa tradizione ai tempi d’oggi pervasi dalla comunicazione tecnologica. Non a caso, come già nel 2005, si è opportunamente “bonificata” la Sistina, per evitare qualsiasi inquinamento da e verso il Conclave. 
Considerato il tempo già trascorso e impegnato dal Collegio dei Cardinali nelle congregazioni per dibattere e delineare con le esigenze contemporanee della Chiesa nel mondo la figura del nuovo Papa, è ragionevole pensare che non passerà tanto tempo per assistere alla fumata bianca dal comignolo della Sistina. 
E comunque, per cercare di intuire gli orientamenti del Conclave, sarà certamente utile ascoltare l’omelia che il card. Decano, Angelo Sodano (che pure non entrerà in Sistina in quanto ultraottantenne), pronuncerà martedì mattina presiedendo la Messa pro eligendo Romano Pontifice
Per essere eletto,  al nuovo Papa saranno necessari i 2/3 dei suffragi dei Cardinali, pari a 77 voti. Fermo restando la suprema vigilanza dello Spirito Santo, non è semplice fare previsioni, non ultimo perché la storia delle elezioni pontificie insegna, parafrasando il card. Siri (che se ne intendeva), “I Papi si fanno in Conclave” e frequentemente chi vi è entrato “papa” n'è uscito “cardinale” .
Oltretutto appaiono superate antiche categorie, quali quella determinata dalla distinzione tra “progressisti” e “conservatori”. A questo proposito piace ricordare alcune storiche smentite come per esempio quella riguardante il beato Giovanni XXIII, ritenuto appunto da cardinale un "conservatore". Apparendo molto remote “sorprese” dall’Africa (sebbene auspicate da taluni) o dall’Asia, restano forti le probabilità di un Papa europeo o del nuovo mondo. Sembrerebbe da escludere comunque uno statunitense in ragione dell’appartenenza proprio alla nazione-superpotenza mondiale. Un canadese? Un sudamericano? Oppure, dopo 35 anni, un italiano (magari grande teologo e pastore). 
Per una legge non scritta, se il Papa è italiano, il Segretario di Stato non lo è e viceversa. Se, quindi, ci fosse il Papa italiano, si potrebbe avere il Segretario di Stato americano.

mercoledì 6 marzo 2013

Sede Apostolica vacante

Da giovedì scorso alle 20 per la comunità cattolica è iniziato un tempo di attesa particolarissimo meglio conosciuto come Sede vacante. Evento che si verifica per la morte del Pontefice oppure nel momento stabilito dal Papa stesso nel caso, come quello che si sta vivendo, in cui Egli abbia rinunciato al ministero petrino.

Per i fedeli si ha una conseguenza tangibile dal momento che nella preghiera eucaristica della Messa non si nomina il Papa fino a quando questi non viene eletto . E’ per questo che viene ricordato solo il nome del Vescovo della diocesi. 

Ma effetti immediati si hanno pure sul piano del governo della Chiesa universale come stabilisce la Costituzione apostolica Universi Dominici gregis emanata da Giovanni Paolo II nel 1996 per il periodo di Sede vacante. Per tale legge «tutti i capi dei dicasteri della Curia Romana … come anche i membri dei medesimi dicasteri cessano dall’esercizio del loro ufficio. 

Viene fatta eccezione per il Camerlengo di Santa Romana Chiesa e il Penitenziere Maggiore…». Ciò si verifica poiché la Curia Romana, che agisce per mandato del Papa, non può operare in assenza dello stesso. Il Cardinale Camerlengo è tenuto a compiere gli adempimenti necessari in periodo di Sede vacante (e cioè le questioni ordinarie, che non rivestano particolare importanza, salvo i casi di urgenza);  il Penitenziere Maggiore deve provvedere ai casi di coscienza anche gravi e a volte urgenti. Non cessano neppure il Cardinale Vicario per la città di Roma e i Cardinali che governano la Basilica di San Pietro e la Città del Vaticano. 

Al Cardinale Decano spetta il compito di convocare a Roma i Cardinali di tutto il mondo per le congregazioni che si svolgono ogni giorno durante la sede vacante e che precedono l'inizio del conclave e quindi della clausura dei porporati. A tali congregazioni partecipano tutti i cardinali della Chiesa anche coloro che hanno superato gli ottanta anni e che non sono perciò più elettori del Romano Pontefice.

domenica 3 marzo 2013

Il cuore di Papa Benedetto e la pedagogia della fede

Dalle 20 del 28 febbraio scorso la Sede romana è vacante per la rinuncia di Benedetto XVI. In attesa del Conclave che eleggerà il nuovo Pontefice, si susseguono ( e chissà per quanto) le interpretazioni sul perché della decisione di Papa Ratzinger. 

Il modo migliore di serbare tale presa di posizione è di accoglierla nei termini spiegati dallo stesso Papa in tutte le occasioni ufficiali. dall'annuncio della storica dichiarazione di rinuncia. Soprattutto è opportuno fermarsi alla descrizione della modalità con cui è stata assunta, in obbedienza alla voce di Dio presente alla coscienza di ogni persona. Il Papa ha risposto rinunciando al suo ministero di servizio alla Chiesa universale, in quanto Vescovo di Roma, dopo aver pregato, chiesto la luce divina e giudicato che la scelta avveniva per amore e per il bene della stessa Chiesa e non di sé stesso. 

Metodo impregnato di tanta pedagogia della fede, della speranza e della carità. Pedagogia che è stata il filo conduttore della pastorale di questo Pontefice ravvisabile oltre che nei documenti solenni, nelle omelie, nei suoi discorsi, nelle udienze generali. Un Papa teologo si ma catechista, munito cioè della capacità di interpretare la teologia con la vita e la propria esperienza di Pastore.

Un Papa, quindi, il quale col suo ultimo gesto epocale non "scende dalla Croce" che non abbandona (del che èimproprio parlare di dimissioni), che non ritorna alla vita privata, ma rimane seppure "nascosto al mondo" in altro modo al servizio di Cristo e della Chiesa. Vi resta da "pellegrino" orante nel "recinto di S. Pietro".

Decisamente una scelta diversa da quella dei Papi rinunciatari del lontano passato. Una scelta che proprio per questo mantiene i segni del papato quali l'abito bianco, ma senza la mantellina della giurisdizione; l'appellativo di Santità seguito dal nome da Pontefice; l'alloggio in Vaticano, ma fuori dal palazzo papale. Sempre Papa "nella vigna del Signore", ma emerito perché ormai privo della necessaria potestà.