Da giovedì scorso alle 20 per la comunità cattolica è iniziato un tempo di attesa particolarissimo meglio conosciuto come Sede vacante. Evento che si verifica per la morte del Pontefice oppure nel momento stabilito dal Papa stesso nel caso, come quello che si sta vivendo, in cui Egli abbia rinunciato al ministero petrino.
Per i fedeli si ha una conseguenza tangibile dal momento che nella preghiera eucaristica della Messa non si nomina il Papa fino a quando questi non viene eletto . E’ per questo che viene ricordato solo il nome del Vescovo della diocesi.
Ma effetti immediati si hanno pure sul piano del governo della Chiesa universale come stabilisce la Costituzione apostolica Universi Dominici gregis emanata da Giovanni Paolo II nel 1996 per il periodo di Sede vacante. Per tale legge «tutti i capi dei dicasteri della Curia Romana … come anche i membri dei medesimi dicasteri cessano dall’esercizio del loro ufficio.
Viene fatta eccezione per il Camerlengo di Santa Romana Chiesa e il Penitenziere Maggiore…».
Ciò si verifica poiché la Curia Romana, che agisce per mandato del Papa, non può operare in assenza dello stesso. Il Cardinale Camerlengo è tenuto a compiere gli adempimenti necessari in periodo di Sede vacante (e cioè le questioni ordinarie, che non rivestano particolare importanza, salvo i casi di urgenza); il Penitenziere Maggiore deve provvedere ai casi di coscienza anche gravi e a volte urgenti. Non cessano neppure il Cardinale Vicario per la città di Roma e i Cardinali che governano la Basilica di San Pietro e la Città del Vaticano.
Al Cardinale Decano spetta il compito di convocare a Roma i Cardinali di tutto il mondo per le congregazioni che si svolgono ogni giorno durante la sede vacante e che precedono l'inizio del conclave e quindi della clausura dei porporati. A tali congregazioni partecipano tutti i cardinali della Chiesa anche coloro che hanno superato gli ottanta anni e che non sono perciò più elettori del Romano Pontefice.
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