domenica 2 febbraio 2014

La dicotomia assurda

Cristo si ma la Chiesa no. Tante volte è capitato di ascoltare con le motivazioni più diverse, magari frutto di esperienze non costruttive o di testimonianze non adeguate, affermazioni del genere. 

Provvidenziale giunge l’omelia  del Santo Padre nella Messa celebrata nella Cappella della Domus Sanctae Marthae il 30 gennaio scorso. Il Pontefice, prendendo spunto dalle letture del giorno, rilevato il sentimento forte di appartenenza al popolo di Dio” del re Davide (2 Sam 7, 18-19.24-29), si è interrogato sul senso odierno di appartenenza alla Chiesa, ossia “il sentire con la Chiesa, sentire nella Chiesa”. 

Papa Francesco ha detto che "il cristiano non è un battezzato che riceve il battesimo e poi va avanti per la sua strada". Non è così, perché "il primo frutto del battesimo è farti appartenere alla Chiesa, al popolo di Dio", dunque "non si capisce un cristiano senza Chiesa. Per questo il grande Paolo VI diceva che è una dicotomia assurda amare Cristo senza la Chiesa; ascoltare Cristo ma non la Chiesa; stare con Cristo al margine della Chiesa. È una dicotomia assurda". 

Il “sensus ecclesiae” è dato proprio da “ il sentire, pensare, volere, dentro la Chiesa”. Per realizzare ciò, il Vescovo di Roma insegna che occorre “umiltà, fedeltà e servizio della preghiera”. L’umiltà ci fa comprendere che “noi siamo inseriti in una comunità come una grazia grande» e che «la storia della salvezza non comincerà con me, non finirà con me: ognuno di noi può dire questo”. La fedeltà ci ricorda invece che “abbiamo ricevuto un Vangelo, una dottrina” a cui essere fedeli e da custodire. E il servizio ci spinge a essere costanti nella “preghiera per la Chiesa”.

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