E' il tema dell'Assemblea generale straordinaria del sinodo dei Vescovi, che, indetta da Papa Francesco, si svolgerà dal 5 al 19 ottobre 2014.
Il Codice di diritto canonico stabilisce che “Il sinodo dei Vescovi è un'assemblea di Vescovi i quali, scelti dalle diverse regioni dell'orbe, si riuniscono in tempi determinati per favorire una stretta unione fra il Romano Pontefice e i Vescovi stessi, e per prestare aiuto con i loro consigli al Romano Pontefice nella salvaguardia e nell'incremento della fede e dei costumi, nell'osservanza e nel consolidamento della disciplina ecclesiastica e inoltre per studiare i problemi riguardanti l'attività della Chiesa nel mondo” (can. 342).
E ancora “Il sinodo dei Vescovi può riunirsi in assemblea generale, in cui cioè vengono trattati argomenti che riguardano direttamente il bene della Chiesa universale: tale assemblea è ordinaria o straordinaria; oppure può anche riunirsi in assemblea speciale, in cui cioè vengono trattate questioni che riguardano direttamente una o più regioni determinate” (can. 345).
In passato si sono avute solo due assemblee straordinarie come appunto quella del prossimo anno: nel 1969 sui rapporti tra Santa Sede e Conferenze Episcopali e nel 1985 per il 20° anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II.
Il sinodo dei Vescovi, riunito in assemblea generale straordinaria per trattare affari che richiedono una soluzione sollecita, è composto di membri, la maggioranza dei quali Vescovi, deputati dal diritto peculiare del sinodo in ragione dell'ufficio svolto; altri poi nominati direttamente dal Romano Pontefice; ad essi si aggiungono alcuni membri di istituti religiosi clericali eletti a norma del medesimo diritto (can. 346 § 2).
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