Papa Francesco è stato insignito del Premio europeo Carlo
Magno, il prestigioso riconoscimento consegnato
a personalità che si sono distinte per il loro lavoro a favore della pace e
dell'integrazione europee.
Sorto nel 1949 per volontà di un gruppo
di cittadini di Aquisgrana, consiste, insieme all'attestato e al conferimento
di un premio simbolico pari a 5.000 euro, in una medaglia raffigurante l'immagine
di Carlo Magno sul trono, tratta dal più antico sigillo
della città. In passato è stato assegnato a statisti quali i fondatori
dell'Unione Europea (Alcide De Gasperi, Jean Monnet, Konrad Adenauer, Paul-Henri
Spaak, Robert Schuman). Ma anche a personalità come frère Roger Schutz di
Taizé e nel 2004 lo ricevette san Giovanni Paolo II.
Come da
prassi il vincitore ha rivolto un discorso. Papa Francesco ha richiamato l’importanza di una “ trasfusione della memoria” che
permetta di “ispirarci al passato per affrontare con coraggio il complesso
quadro multipolare dei nostri giorni, accettando con determinazione la sfida di
“aggiornare” l’idea di Europa. Un’Europa capace di dare alla luce un nuovo
umanesimo basato su tre capacità: la capacità di integrare, la capacità di
dialogare e la capacità di generare”.
Ma è nella chiusa del
discorso che il Papa scandisce, con la metafora del sogno, le tappe di un cammino
europeo aperto alla speranza: “Sogno
un’Europa giovane, capace di essere ancora madre: una madre che abbia vita,
perché rispetta la vita e offre speranze di vita. Sogno un’Europa che si prende
cura del bambino, che soccorre come un fratello il povero e chi arriva in cerca
di accoglienza perché non ha più nulla e chiede riparo. Sogno un’Europa che
ascolta e valorizza le persone malate e anziane, perché non siano ridotte a
improduttivi oggetti di scarto. Sogno un’Europa, in cui essere migrante non è
delitto, bensì un invito ad un maggior impegno con la dignità di tutto l’essere
umano. Sogno un’Europa dove i giovani respirano l’aria pulita dell’onestà,
amano la bellezza della cultura e di una vita semplice, non inquinata dagli
infiniti bisogni del consumismo; dove sposarsi e avere figli sono una
responsabilità e una gioia grande, non un problema dato dalla mancanza di un
lavoro sufficientemente stabile. Sogno un’Europa delle famiglie, con politiche
veramente effettive, incentrate sui volti più che sui numeri, sulle nascite dei
figli più che sull’aumento dei beni. Sogno un’Europa che promuove e tutela i
diritti di ciascuno, senza dimenticare i doveri verso tutti. Sogno un’Europa di
cui non si possa dire che il suo impegno per i diritti umani è stato la sua
ultima utopia”.
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