venerdì 6 maggio 2016

"Sogno un Europa"



Papa Francesco è stato insignito del Premio europeo Carlo Magno, il prestigioso riconoscimento consegnato a personalità che si sono distinte per il loro lavoro a favore della pace e dell'integrazione europee. 

Sorto nel 1949 per volontà di un gruppo di cittadini di Aquisgrana, consiste, insieme all'attestato e al conferimento di un premio simbolico pari a 5.000 euro, in una medaglia raffigurante l'immagine di Carlo Magno sul trono, tratta dal più antico sigillo della città. In passato è stato assegnato a statisti quali i fondatori dell'Unione Europea (Alcide De Gasperi, Jean Monnet, Konrad Adenauer, Paul-Henri Spaak, Robert Schuman). Ma anche a personalità come frère Roger Schutz di Taizé e nel 2004 lo ricevette  san Giovanni Paolo II. 


Come da prassi il vincitore ha rivolto un discorso. Papa Francesco ha richiamato l’importanza  di una “ trasfusione della memoria” che permetta di “ispirarci al passato per affrontare con coraggio il complesso quadro multipolare dei nostri giorni, accettando con determinazione la sfida di “aggiornare” l’idea di Europa. Un’Europa capace di dare alla luce un nuovo umanesimo basato su tre capacità: la capacità di integrare, la capacità di dialogare e la capacità di generare”.


 Ma è nella chiusa del discorso che il Papa scandisce, con la metafora del sogno, le tappe di un cammino europeo aperto alla speranza:  “Sogno un’Europa giovane, capace di essere ancora madre: una madre che abbia vita, perché rispetta la vita e offre speranze di vita. Sogno un’Europa che si prende cura del bambino, che soccorre come un fratello il povero e chi arriva in cerca di accoglienza perché non ha più nulla e chiede riparo. Sogno un’Europa che ascolta e valorizza le persone malate e anziane, perché non siano ridotte a improduttivi oggetti di scarto. Sogno un’Europa, in cui essere migrante non è delitto, bensì un invito ad un maggior impegno con la dignità di tutto l’essere umano. Sogno un’Europa dove i giovani respirano l’aria pulita dell’onestà, amano la bellezza della cultura e di una vita semplice, non inquinata dagli infiniti bisogni del consumismo; dove sposarsi e avere figli sono una responsabilità e una gioia grande, non un problema dato dalla mancanza di un lavoro sufficientemente stabile. Sogno un’Europa delle famiglie, con politiche veramente effettive, incentrate sui volti più che sui numeri, sulle nascite dei figli più che sull’aumento dei beni. Sogno un’Europa che promuove e tutela i diritti di ciascuno, senza dimenticare i doveri verso tutti. Sogno un’Europa di cui non si possa dire che il suo impegno per i diritti umani è stato la sua ultima utopia”.

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