domenica 29 gennaio 2017

Verso il Sinodo dei giovani

Nella Lettera  con cui annuncia che nell’ottobre 2018 si celebrerà la XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo Dei Vescovi sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” il Papa Francesco, rivolgendosi proprio ai giovani, fa un forte invito agli stessi: “ Non abbiate paura di ascoltare lo Spirito che vi suggerisce scelte audaci, non indugiate quando la coscienza vi chiede di rischiare per seguire il Maestro. Pure la Chiesa desidera mettersi in ascolto della vostra voce, della vostra sensibilità, della vostra fede; perfino dei vostri dubbi e delle vostre critiche. Fate sentire il vostro grido, lasciatelo risuonare nelle comunità e fatelo giungere ai pastori. San Benedetto raccomandava agli abati di consultare anche i giovani prima di ogni scelta importante, perché «spesso è proprio al più giovane che il Signore rivela la soluzione migliore» (Regola di San Benedetto III, 3). 

Come ha ricordato il card. Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, alla presentazione Documento Preparatorio dell’assemblea sinodale “Con le sue parole il Papa vuole imprimere una scultoria motivazione umana ed ecclesiale del prossimo Sinodo sui giovani, che sono compresi nella fascia di età tra i 16 ed i 29 anni, nella consapevolezza che l’età giovanile richiede di essere adattata alle differenti realtà locali”. 
Il card. Baldisseri ha precisato che il Documento Preparatorio  è inviato ai Consigli dei Gerarchi delle Chiese Orientali Cattoliche, alle Conferenze Episcopali, ai Dicasteri della Curia Romana e all’Unione dei Superiori Generali e “dà avvio alla fase della consultazione di tutto il Popolo di Dio”, con lo scopo di raccogliere informazioni circa l’odierna condizione dei giovani nei variegati contesti in cui essi vivono, per poterla discernere adeguatamente in vista dell’elaborazione dell’Instrumentum Laboris. È da tenere presente che esso è rivolto a tutti i giovani del mondo nella più ampia dimensione e comprensione e partecipazione”. 

Quanto al contenuto, esso si divide in tre parti. La prima, che riguarda “I GIOVANI NEL MONDO DI OGGI”, “tiene presenti alcuni risultati delle ricerche in ambito sociale utili per affrontare il tema del discernimento vocazionale, così da «lasciarcene toccare in profondità e dare una base di concretezza al percorso etico e spirituale» (Laudato Si', 15)”. E ancora si evidenzia: “La capacità di scegliere dei giovani è ostacolata da difficoltà legate alla condizione di precarietà: la fatica a trovare lavoro o la sua drammatica mancanza; gli ostacoli nel costruirsi un’autonomia economica; l’impossibilità di stabilizzare il proprio percorso professionale. Per le giovani donne questi ostacoli sono normalmente ancora più ardui da superare. Il disagio economico e sociale delle famiglie, il modo in cui i giovani assumono alcuni tratti della cultura contemporanea e l’impatto delle nuove tecnologie richiedono maggiore capacità di rispondere alla sfida educativa nella sua accezione più ampia: è questa l’emergenza educativa evidenziata da Benedetto XVI nella Lettera alla Città e alla Diocesi di Roma sull’urgenza dell’educazione (21 gennaio 2008). A livello globale bisogna tenere conto anche delle disuguaglianze tra Paesi e del loro effetto sulle opportunità offerte ai giovani nelle diverse società in termini di inclusione. Anche fattori culturali e religiosi possono ingenerare esclusione, ad esempio per quanto riguarda i divari di genere o la discriminazione delle minoranze etniche o religiose, fino a spingere i giovani più intraprendenti verso l’emigrazione”. 

Nella seconda parte, intitolata “FEDE, DISCERNIMENTO, VOCAZIONE”, vengono “presentati alcuni spunti in vista di un accompagnamento dei giovani a partire dalla fede, in ascolto della tradizione della Chiesa e con il chiaro obiettivo di sostenerli nel loro discernimento vocazionale e nell’assunzione delle scelte fondamentali della vita, a partire dalla consapevolezza del carattere irreversibile di alcune di esse”. Atteso, perciò, che “La fede, in quanto partecipazione al modo di vedere di Gesù (cfr. Lumen fidei, 18), è la fonte del discernimento vocazionale”, per la correttezza di quest’ultimo s’indica con la Evangelii Gaudium 51 un percorso di discernimento, ispirato dai tre verbi “riconoscere, interpretare e scegliere”.

In particolare, “La fase del riconoscere mette al centro la capacità di ascolto e l’affettività della persona, senza sottrarsi per paura alla fatica del silenzio. Si tratta di un passaggio fondamentale nel percorso di maturazione personale, in particolare per i giovani che sperimentano con maggiore intensità la forza dei desideri e possono anche rimanerne spaventati, rinunciando magari ai grandi passi a cui pure si sentono spinti”. Mentre la “ fase di interpretazione è molto delicata; richiede pazienza, vigilanza e anche un certo apprendimento. Bisogna essere capaci di rendersi conto degli effetti dei condizionamenti sociali e psicologici… confrontarsi onestamente, alla luce della Parola di Dio, anche con le esigenze morali della vita cristiana, sempre cercando di calarle nella situazione concreta che si sta vivendo… in un dialogo interiore con il Signore, con l’attivazione di tutte le capacità della persona; l’aiuto di una persona esperta nell’ascolto dello Spirito è pero un sostegno prezioso che la Chiesa offre e di cui è poco accorto non avvalersi”. Per tutto questo, con riferimento alla scelta, “Una volta riconosciuto e interpretato il mondo dei desideri e delle passioni, l’atto di decidere diventa esercizio di autentica libertà umana e di responsabilità personale, sempre ovviamente situate e quindi limitate. La scelta si sottrae dunque alla forza cieca delle pulsioni, a cui un certo relativismo contemporaneo finisce per assegnare il ruolo di criterio ultimo, imprigionando la persona nella volubilità. Al tempo stesso si libera dalla soggezione a istanze esterne alla persona e dunque eteronome, richiedendo altresì una coerenza di vita”. E ancora, “Nell’impegno di accompagnamento delle giovani generazioni la Chiesa accoglie la sua chiamata a collaborare alla gioia dei giovani piuttosto che tentare di impadronirsi della loro fede (cfr. 2Cor 1,24). Tale servizio si radica in ultima istanza nella preghiera e nella richiesta del dono dello Spirito che guida e illumina tutti e ciascuno”. 

Ma “Che cosa significa per la Chiesa accompagnare i giovani ad accogliere la chiamata alla gioia del Vangelo, soprattutto in un tempo segnato dall’incertezza, dalla precarietà, dall’insicurezza?”. A questo risponde la terza parte, che tratta “L’AZIONE PASTORALE”, e che mette “ a fuoco che cosa comporta prendere sul serio la sfida della cura pastorale e del discernimento vocazionale, tenendo in considerazione quali sono i soggetti, i luoghi e gli strumenti a disposizione”. A tal proposito, si evocano “Tre verbi, che nei Vangeli connotano il modo con cui Gesù incontra le persone del suo tempo, ci aiutano a strutturare questo stile pastorale: uscire, vedere, chiamare”. 

Circa i soggetti, “tutti i giovani, nessuno escluso, hanno diritto a essere accompagnati nel loro cammino”, e poi “Tutta la comunità cristiana deve sentirsi responsabile del compito di educare le nuove generazioni”, non dimenticando che “ Servono credenti autorevoli, con una chiara identità umana, una solida appartenenza ecclesiale, una visibile qualità spirituale, una vigorosa passione educativa e una profonda capacità di discernimento”. Tutti all’interno di una cornice che vede impegnati specificatamente genitori e famiglia (cfr. Amoris laetitia, 259-290), Pastori, insegnanti e altre figure educative. 

A proposito degli ambiti specifici della pastorale, si ricorda che “La Chiesa offre ai giovani dei luoghi specifici di incontro e di formazione culturale, di educazione e di evangelizzazione, di celebrazione e di servizio, mettendosi in prima linea per un’accoglienza aperta a tutti e a ciascuno”, con le GMG, le Parrocchie, le università e le scuole cattoliche, le attività sociali e di volontariato, le associazioni e i movimenti ecclesiali, luoghi di spiritualità, ecc. In un clima di confronto non si può non guardare al mondo digitale e a ciò che rappresenta, in quanto “per le giovani generazioni è divenuto davvero un luogo di vita; offre tante opportunità inedite, soprattutto per quanto riguarda l’accesso all’informazione e la costruzione di legami a distanza, ma presenta anche rischi (ad esempio cyberbullismo, gioco d’azzardo, pornografia, insidie delle chat room, manipolazione ideologica, ecc.)”. 

Ecco allora che più che mai importanti sono gli strumenti da adoperare: “Talvolta ci accorgiamo che tra il linguaggio ecclesiale e quello dei giovani si apre uno spazio difficile da colmare, anche se ci sono tante esperienze di incontro fecondo tra le sensibilità dei giovani e le proposte della Chiesa in ambito biblico, liturgico, artistico, catechetico e mediatico. Sogniamo una Chiesa che sappia lasciare spazi al mondo giovanile e ai suoi linguaggi, apprezzandone e valorizzandone la creatività e i talenti. Riconosciamo in particolare nello sport una risorsa educativa dalle grandi opportunità e nella musica e nelle altre espressioni artistiche un linguaggio espressivo privilegiato che accompagna il cammino di crescita dei giovani”.

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