domenica 13 aprile 2014

Con i bambini non si scherza!

In questi giorni in cui certi eventi hanno acceso  i riflettori  su vita e famiglia, natura umana e filiazione, etica e sfide educative, duro ma appropriato giunge il monito di papa Francesco. 

Egli lo ha fatto col un discorso al Movimento per la vita , che ha incoraggiato a portare avanti il proprio impegno “con lo stile della vicinanza, della prossimità: che ogni donna si senta considerata come persona, ascoltata, accolta, accompagnata”.

Ascoltare, accogliere, accompagnare. E infatti,” la parola non sarà persuasiva, se resta senza uno sguardo nuovo e sincero che l’accompagna”. La migliore catechesi è quella che si dà con l’esempio. Come quello di papa Bergoglio, che non tralascia occasione per lasciarci un segno. Nella giornata della “Festa del perdono” in S. Pietro si è inginocchiato davanti ad un confessore come un penitente qualunque. E la foto che lo ha colto ha fatto il giro del mondo, lasciando il segno su un sacramento trascurato e poco frequentato.

E così  il Papa pubblicamente ha chiesto perdono in nome della Chiesa ferita, richiamando col  discorso alla delegazione dell'Ufficio internazionale cattolico dell'infanzia (BICE), la triste e grave vicenda degli abusi sessuali operati da sacerdoti su minori, per cui ha detto di farsene carico e di chiedere perdono per il danno compiuto. “La Chiesa è cosciente di questo danno. E’ un danno personale e morale loro, ma di uomini di Chiesa. E noi non vogliamo compiere un passo indietro in quello che si riferisce al trattamento di questo problema e alle sanzioni che devono essere comminate. Al contrario, credo che dobbiamo essere molto forti”.

Ma il Santo Padre, nell’evocare la dimensione educativa,  ha ribadito anche che occorre “sostenere il diritto dei genitori all’educazione morale e religiosa dei propri figli. E a questo proposito vorrei manifestare il mio rifiuto per ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio! Gli orrori della manipolazione educativa che abbiamo vissuto nelle grandi dittature genocide del secolo XX non sono spariti; conservano la loro attualità sotto vesti diverse e proposte che, con pretesa di modernità, spingono i bambini e i giovani a camminare sulla strada dittatoriale del “pensiero unico”. Per questo, il Papa ha auspicato un’attenzione alla formazione antropologica, onde “saper rispondere ai problemi e alle sfide posti dalle culture contemporanee e dalla mentalità diffusa attraverso i mass media”.

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