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Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret,
a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
Entrando da lei, disse: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te".
A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto.
L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.
Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre
e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine".
Allora Maria disse all'angelo: "Come è possibile? Non conosco uomo".
Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio.
Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile:
nulla è impossibile a Dio".
Allora Maria disse: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". E l'angelo partì da lei” (Lc 1,26-38).
L'evento, raccontato dall'evangelista Luca descrive l'inizio della storia della salvezza con l'Incarnazione del Figlio di Dio, il che spiega perché la scena occupa sin dall'inizio un posto di grande rilievo nell'iconografia cristiana.
Bello allora evocare la solennità odierna dell’Annunciazione del Signore con la Madonna annunciata, il dipinto eseguito nel 1476 da Antonello da Messina e custodito a Palermo alla galleria Museo palazzo Abatellis. Il dipinto, che è ritenuto la più celebre immagine della pittura siciliana, offre una versione originale di quel soggetto molto diffuso nell'arte cristiana che è appunto l’Annunciazione, in quanto raffigura Maria in versione frontale in un dialogo silenzioso e immaginario con l’angelo Gabriele che sta davanti a lei, nella stessa posizione di un qualsiasi visitatore.
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