In un’intervista a Luciano Moia di Avvenire
il vescovo di Novara, Franco Giulio Brambilla, vicepresidente Cei per il Nord Italia e relatore al Circolo minore italiano C. del Sinodo dei vescovi in corso di svolgimento in Vaticano, ha richiamato l’attenzione prestata dai padri sinodali alla preparazione al matrimonio dei giovani.
“Il "particolare impegno" sollecitato dal nostro circolo per percorsi di "iniziazione dei giovani" al matrimonio e alla famiglia è un lungo cammino che deve iniziare già nel momento adolescenziale e giovanile con l’educazione degli affetti. Pastorale giovanile, familiare, scolastica e insegnamento della religione non devono concorrere insieme a questa opera? Anzi, io direi che si tratta di un "lavoro" che ha come scopo di costruire l’umano, da apprezzare socialmente almeno come l’aumento del Pil. Qui si prepara il patrimonio di un Paese. Bisogna puntare sulla "core generation" (24-40 anni), che è il nostro futuro prossimo”.
E il riferimento non può che essere l’esempio lasciato da Gesù con la quotidianità della sua vita incarnata: “Da dove vengono le parabole di Gesù, dove si nutre la sua prossimità ai poveri, alle donne, agli ultimi, i suoi gesti dirompenti e le immagini che hanno cambiato la vita e i costumi del mondo? Vengono dal suo grembo familiare, dal segreto di Nazareth. La prima parola di Gesù sulla famiglia si radica come il granello di senape nel grembo di Nazareth. Questo sguardo, questa terra, è la carne della Parola di Dio. Ad essa dobbiamo sempre tornare.”
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