Giorgio Napolitano l’aveva detto nell’accettare la rielezione a presidente della Repubblica, che sarebbe rimasto in carica fin quando la situazione “eccezionale” fosse durata e “fin quando le forze mi sorreggeranno”.
Con lo spread a 130 e le riforme avviate, non sottovalutando i “segni dell’affaticamento e le incognite che essi racchiudono”, alle 10.40 di stamane ha firmato la lettera di dimissioni che poi è stata consegnata, nel rispetto della prassi costituzionale, ai presidenti delle due Camere e al presidente del Consiglio.
Al cittadino non resta che unirsi al coro di grazie all'uomo e allo statista, che ha retto le istituzioni civili di questo Paese in anni così turbolenti sul piano economico e politico.
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