Mentre continua ad imperversare il toto-Papa, è utile soffermarsi a riflettere sulla ricchezza di questo Pontificato benedettiano, riprendendo Peter Seewald , autore nel 2010 con lo stesso Benedetto XVI del libro intervista Luce del mondo. Il Papa, la Chiesa e i segni dei tempi . Il giornalista tedesco, che ha avuto ultimamente una serie d’incontri col Pontefice finalizzati al lavoro sulla biografia del Papa, ha definito quest’ultimo “l’uomo dei paradossi” .
Nell’ultimo di tali incontri, avvenuto qualche settimana fa Benedetto XVI si è considerato “la fine del vecchio e l’inizio del nuovo”. Un’espressione che sintetizza uno stile proprio nell’esercizio del ministero petrino, realizzato con mitezza e rigore allo stesso tempo, legando con intelligenza e sapienza la tradizione, che custodisce ciò che eterno, a quello che è valido solo per l’epoca di cui è frutto. Il tutto con proverbiale distacco dal potere, dimostrato proprio con la rinuncia al Pontificato ma che era stato significativamente anticipato con un altro segno all’inizio del ministero, allorché il Papa tolse la tiara dallo stemma.
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